Applicazioni Mac su Linux con Darling? Un progetto accademico ci prova…

Sulle stile del celebre Wine, un gruppo di sviluppatori è alle prese con un emulatore che, se fattibile, potrebbe eseguire binari Mac non modificati su Linux, senza necessità di installare l’OS cupertiniano.

Le licenze “accademiche” vengono spesse addotte con la liceità di giustificare progetti che, se illuminati con altri riflettori (vedi il crowdfunding con Kickstarter) sarebbero rapidamente stroncate non tanto dagli utenti smaniosi di accaparrarsi il maggior numero possibile di applicazioni o “esclusive” quanto, e a ragione di chi scrive, giustamente, da chi adotta una piattaforma di sviluppo specifica per valorizzare al massimo fattori come velocità, prestazioni e sicurezza delle proprie IP.

Conosciamo tutti Wine, il “non emulatore”, grazie a cui è possibile eseguire applicazioni sviluppate per altri sistemi operativi senza necessità di avere un OS sottostante, sfruttando in modo selettivo le librerie che ciascuna app (o gioco) necessita con risultati anche di buon livello (le ultime versioni ad esempio permettono di eseguire giochi “impegnativi” con supporto fino a DirectX 9.0c)… ma finora vani erano stati i progetti di fare qualcosa “a ritroso”, ovvero eseguire applicazioni nativa per Mac OS X (OS X) su sistemi operativi diversi (Linux nel caso) senza ricorrere a software di virtualizzazione e senza installare il sistema della Mela (operazione non consentita da Apple, fra l’altro…).

La barricata, e non solo, potrebbe cadere con un progetto “accademico” portato avanti da un gruppo non meglio identificato di sviluppatori, basato su GNUStep,  framework OpenStep in Objective C, con l’ausilio di librerie e risorse necessarie a rendere disponibile quanto richiesto, di volta in volta, dall’applicazione per il suo corretto funzionamento. Darling, questo il nome del progetto, sembra, inoltre, che abbia già esordito con il classico “HelloWorld” (immagine precedente) ma da qui a qualcosa di piu’ concreto, se realmente “didattico” e senza qualcuno disposto a finanziare l’iniziativa di persone che, immaginiamo, debbano pur lavorare nell’arco della giornata (non si tratta di un progetto “di gruppo” ma ristretto ad un manipolo, due, di sviluppatori), le tempistiche saranno per certo lunghe, dilatate a tempo indefinito.

Nella sezione “About” del progetto, la cui home è raggiungibile cliccando qui, è riportato anche il passo successivo all’emulazione dei programmi compilati per OS X, ovvero l’esecuzione di applicazioni per iOS e qui, davvero, Apple potrebbe alzare i paletti e stroncare, didattica o meno, l’iniziativa ed i sogni di gloria dei nuovi arrivati.

[segnalato su Macitynet]

 

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