Il futuro di Skype, ad un mese dall’acquisto di Microsoft

Dopo aver sborsato la generosa cifra di 8.5 miliardi di dollari, a quasi un mese dall’annuncio, Redmond tace completamente sulle motivazioni dell’acquisizione di Skype. Molti analisti concordano che non è sufficiente giustifcare una cifra così grande solo per integrare un software di comunicazione Voip nel proprio sistema operativo mobile. Sembra che in qualche ufficio dell’Unione Europea di Bruxelles, stiano considerando tutti i risvolti legali di questa acquisizione. E sappiamo che Bruxelles ha nei propri archivi interi faldoni dedicati a Microsoft.

Avere inglobato in Microsoft un software come Skype, sta obbligando sicuramente tutte le grandi compagnie telefoniche, una vera e propria potentissima lobby, a rivedere la loro politica di blocco o restrizione del protocollo Voip. Nessuna compagnia può infatti permettersi il lusso di escludere dalla propria clientela quella fetta di mercato che raggiunge oltre il 20% tra Microsoft e Nokia. Redmond non accetterebbe mai di avere un prodotto integrato nella propria piattaforma, e poterlo utilizzare solo con una conessione dati WiFi. La stessa Telecom Italia è stata richiamata infatti da Bruxelles per rivedere la politica di chiusura di software di comunicazione che sfruttano il protocollo Voice over IP.

Tutti i nuovi telefoni sono basati ormai sulla comunicazione dati, e non è più possibile per le compagnie telefoniche continuare a pensare di guadagnare soldi con lo scatto alla risposta, la tariffazione al secondo/minuto, e l’invio degli SMS.

L’acquisizione di Skype avrebbe permesso a Microsoft anche di raddoppiare il proprio “peso” politico non solo verso le compagnie telefoniche, ma anche negli uffici ministeriali, di Bruxelles soprattutto.

Qualche burocrate di Bruxelles è convinto che l’operazione Skype, comprata ad una cifra ben oltre il reale valore, ha permesso a Microsoft di diventare il leader del settore, pagando più di 10 dollari per ogni account di Skype. Bruxelles spinge infatti all’adozione del principio che la rete debba rimanere “neutrale” al traffico di Internet, a prescindere quindi dal contenuto e dal protocollo in questione. La stessa Skype da anni preme sui ministri europei per un cambio di politica dei vettori cellulari, anche per il solo principio di non praticare una sorta di discriminazione commerciale. Un mese prima dell’annuncio di Redmond su Skype, il commissario europero delle telecomunicazioni, Neelie Kroes, aveva messo in guardia tutte le compagnie telefoniche sull’intenzione di bloccare Skype o di applicare una relativa tassa di utilizzo. Potrebbero infatti scattare al riguardo delle sanzioni, addirittura prima della fine di quest’anno.

Si starebbe in questo modo combattendo una vera guerra, silente, per abbattere il muro degli operatori, specialmente europei, e liberare così la comunicazione della rete.

Skype diventa quindi la cartina di tornasole per tutti gli sviluppatori, in attesa di vedere proprio le reazioni delle grandi e piccole compagnie telefoniche. Reazioni che per ora non arrivano, chiudendo di fatto ancora tutti i canali al protocollo di comunicazione voce. La stessa Commissione europea non vedrebbe di buon occhio la probabile offerta degli operatori telefonici di barattare le chiamate voce con una tassa specifica.

Il problema più grande degli operatori di telefonia mobile,  è i loro modello di business“, ha detto Dorn, amministratore delegato di un provider Internet in Germania. Ma il peso di Microsoft è ora differente da quello che aveva prima Skype da sola, e pare impossibile che non ci sia un diretto coinvolgimento di Bruxelles direttamente nella questione, contro gli operatori di telecomunicazione. E sicuramente nessuna delle compagnie telefoniche potrebbe mai bloccare il nuovo Windows Phone. Insomma una vera grana per i manager della “lobby telecomunicazioni”.

La stessa Microsoft vuole avere un approccio amichevole con gli operatori telefonici, e ha già riservato la prima fila ai responsabili di Deutsche Telekom, Vodafone e Colt Telecom, per quando sarà presentato il nuovo sistema operativo mobile. Redmond vorrebbe addirittura coinvolgere le aziende telefoniche nella gestione di un business comune, un po’ come Apple ha fatto negli Usa.

L’acquisizione di Skype non rientra quindi nella scelta del primo software di comunicazione con protocollo Voip, ma bensì nell’acquisto di un pacchetto di clienti di oltre 640 milioni di account, e del tentativo di essere leader in quel settore, con il peso politico ed economico che ne consegue. Anche al costo di aver sborsato qualche dollaro di troppo. L’affare andava concluso subito secondi gli strateghi di Redmond, per accorciare il prima possibile la distanza ormai troppo grande con i concorrenti. Se così fosse non ci sarebbe motivo per Microsoft di escludere tutte quelle piattaforme sulle quali Skype funziona al di fuori di Windows. Redmond terrebbe in questo modo la porta sempre aperta agli utenti verso la piattaforma Windows Phone: sistema unico nel suo genere, con tutte le funzioni e potenzialità di Skype, ma di serie solo con Windows Phone.

Fonte: NYT

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