Quanto vale una password? Per la maggior parte degli utenti, solo 70€

Secondo l’ultimo studio condotto da Trend Micro, gli utenti desiderano la privacy, ma poi non adottano accorgimenti particolari per proteggersi realmente. Ad esempio, la ricerca “Privacy e sicurezza in una vita connessa” rivela che solo il 44% dei consumatori crede che i benefici dell’Internet of Things (IoT) giustifichino le preoccupazioni che riguardano la privacy, mentre il 75% del campione ritiene di non avere alcun controllo sulle proprie informazioni personali.

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Questa particolare ricerca ha comparato anche la percezione che i consumatori hanno della privacy e il valore che essi danno ai dati personali.  La maggior parte di questi consumatori, in particolare il 56%, è disposta a offrire alle aziende le proprie informazioni come genere, nome, abitudini di consumo, stato di salute e credenziali di log in, se fossero ricompensate. Addirittura, se fosse richiesto, gli utenti metterebbero anche delle etichette con i prezzi alle loro informazioni personali, e i costi scelti variano da 2,66€ a 69,55€. Il costo medio percepito dagli utenti per un’informazione personale è di 17,98€. Ma guardiamo la tabella completa:

  • Password – 69,55€
  • Condizioni di salute – 54,87€
  • Informazioni bancarie – 33€
  • Cronologia degli acquisti – 18,90€
  • Dati di localizzazione – 14,77€
  • Indirizzo di residenza – 11,84€
  • Foto e video – 11,19€
  • Stato civile – 7,62€
  • Numero di telefono – 5,46€
  • Sesso – 2,66€

Il 47% degli intervistati crede che le preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza delle proprie informazioni personali sono cresciute negli ultimi 5 anni, mentre come accennato prima solo il 44% crede che i benefici dell’Internet of Things superino le preoccupazioni che riguardano la privacy. Quattro persone su cinque ritiene di non avere alcun controllo sulle proprie informazioni, mentre l’80% degli intervistati è preuccupato sulla sicurezza dei propri dati personali custoditi negli smartphone e il 74% teme per le proprie informazioni personali sui social media. Malgrado queste preoccupazioni, il 46% non adotta protezioni o accorgimenti particolari per tenere al sicuro le proprie informazioni, mentre il 61% ha però intuito che questi dati hanno un importante vale per le aziende.

Lo studio dimostra che anche chi si ritiene sensibile al tema della privacy non adotta particolari accorgimenti per proteggere le proprie informazioni.

 

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