Nessuno vuole comprare l’HP (per ora)

Nel 2004 l’annuncio della IBM che vendeva il ramo computer portatili ai cinesi della Lenovo fece quasi scalpore.  Sette anni dopo, la notizia che HP vuole fare altrettanto, non coglie più l’ambiente impreparato a questa decisione. Però, a quanto pare, nessun acquirente si è ancora fatto avanti con una proposta. E non se ne vedono nemmeno all’orizzonte. Quasi all’acquisto della prima quota di mercato non sia interessato nessuno. Gli esperti analizzano quindi la crisi del settore e i motivi di questa latitanza.

Sette anni fa IBM ha piazzato il ramo portatili ai cinesi della Lenovo, che lo hanno acquistato senza batter ciglio e a prezzo pieno. Tutti pensavano si trattasse di una mossa sbagliata, dovuta alla crisi pesantissima nella quale versava il gigante da tanti anni. Eppure quella fu una scelta lungimirante, azzeccata, e sicuramente tra le più importanti per la ripresa dell’azienda IBM. Qualche giorno fa HP ha fatto lo stesso comunicato, ma ad oggi non si è presente nessuno sul mercato per un eventuale acquisto.

Al contrario della IBM, l’annuncio di HP è stato fatto prima ancora di avere un acquirente.

HP è il leader mondiale dei computer venduti all’utenza privata, con quote che raggiungono i 15 milioni di pezzi a trimestre. Eppure nessuno sembra interessato all’acquisto. Forse si tratta di un sentore della crisi del mercato computer, oppure più semplicemente nessuno vuole comprare quel ramo HP.

Perché?

Cominciamo col riportare una dichiarazione del CEO di HP, Leo Apotheker, che ha recentemente detto: “L’effetto tavoletta è molto reale”. 

Proprio come aveva previsto Steve Jobs, il calo delle vendite dei computer nel prossimo futuro è già iniziato, e lo aveva capito lo stesso capo della IBM, piazzando subito e in tempi non sospetti il possibile carrozzone dei computer portatili ai cinesi.

I candidati possibili.

Dopo HP i più grandi costruttori mondiali sono Dell, Lenovo, Acer e Toshiba. Un mercato che vale 85 milioni di computer venduti al trimestre.

Dell non naviga più in buone acque, e nonostante i propositi di assumere il personale ex HP, espressi su Twitter dallo stesso proprietario e fondatore della Dell, non farà seguire nessun atto concreto di un qualsiasi tipo di acquisizione e nemmeno di assunzione. La crisi delle vendite per la Dell è forse già cominciata.

Lenovo ha invece fatto la spesa sette anni fa e, chiaramente, non è interessata all’acquisto.

Anche Acer ha già fatto acquisizioni negli anni (Gateway, Packard Bell ed E-Machines), escludendo così un suo interessamento all’affare HP.

Toshiba ha visto ridurre le sue quote di mercato, e gli andamenti delle vendite sono davvero al minimo. In pratica non ha la forza di un acquisto troppo oneroso e dal futuro incerto.

In altre parole gli unici possibili acquirenti non stanno andando così bene e risentono anche loro della crisi prevista in tempi non sospetti da IBM. Tutte queste aziende stanno perdendo piccole quote, come pre allarme degli andamenti futuri molto prossimi.

La salvezza dal nuovo mercato?

Un grande mercato gigante, quello cinese, sta per imporsi in tutto il suo splendore e la sua potenza economica. In parole semplici ? Una lunga ventata di ossigeno per il settore intero, proprio agli inizi della crisi del settore stesso. E dopo? Passata la sbornia del nuovo cliente cinese? Avrà ragione sempre quel matto di Steve Jobs?

Intanto il mercato cinese sembra gradire oggi in modo particolare i computer marcati Lenovo (cinesi) e quelli con la Mela (fatti dai cinesi).

Il migliore acquirente per la HP.

Rimane sulla piazza il nome più sbandierato di tutti, quello di Samsung. Ma da Seul non proviene nessun commento e nemmeno un segnale di interesse all’affare HP.

Per gli esperti, i coreani rimangono i migliori canditati, ma al tempo stesso quelli più indecisi. Si tratterebbe infatti della  migliore delle mosse per la Samsung se vuole diventare la numero uno e conquistare l’intero mercato PC. Eppure i coreani rimangono restii a questo business teorico, sia per la paura di azzardare acquisizioni incerte nel futuro (e a quali costi?), ma anche per ragioni culturali, dove la Corea rimane uno dei paesi più chiusi alle acquisizioni internazionali. La paura è tanta.

La soluzione quindi più facile secondo gli analisti? Scorporare ulteriormente il ramo di HP in molte piccole aziendine e venderle così al mercato degli “oggetti usati”. La parola d’ordine è svendere tutto, finché si è ancora in tempo.

 

Fonte: NYT

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