Google Music Beta: il servizio “cloud” è pronto!

Mountain View annuncerà martedì prossimo il rilascio del servizio di upload e streaming dei file multimediali degli utenti. L’equipollente del servizio iCloud di Apple. Il servizio “cloud” sta così per iniziare la sua diffusione di massa, ed entrare nella routine quotidiana.

Il servizio permetterà agli utenti di ascoltare la propria libreria musicale da un qualsiasi computer o cellulare motorizzato Android. Si chiamerà Google Music Beta (la versione), ed è del tutto simile a quello introdotto da Amazon lo scorso marzo, ma con maggiore spazio dati disponibile.

Esattamente come Amazon, il servizio non dispone della collaborazione delle etichette musicali, e quindi vengono escluse quelle operazioni illegali sui file musicali coperti da copyright, come la condivisione e l’eventuale acquisto da Google.

L’annuncio era inatteso nell’ambiente, perché si sapeva che Mountain View era in trattativa da mesi con le case discografiche per  le autorizzazioni necessarie ad operazioni “avanzate” sui file musicali.

Il responsabile dei contenuti digitali su Android, Rosenberg, ha dichiarato che un paio delle principali case discografiche pretendevano troppi legami e regole per autorizzare Google al servizio “allargato” a tutte le operazioni, e quindi hanno obbligato Mountain View a rinunciare proprio per quell’atteggiamento così ostile e vincolante. Evidentemente Google non ritiene più così essenziale al servizio di clouding la collaborazione delle etichette musicali.

La stessa Amazon ha subito un atteggiamento ostile da parte delle case discografiche, che hanno valutato anche azioni legali in futuro. Amazon non ritiene di avere nessun vincolo con le case discografiche perché sostiene che ogni singolo utente sia il proprietario dei file musicali eventualmente depositati sui propri server, e  quindi un eventuale problema di copyright sarebbe “a monte” del servizio offerto.

Le case discografiche avversano il servizio cloud perché non vogliono che su questi server si venga a creare un vero e proprio “archivio-deposito” di tutta la musica. O almeno non lo vogliono gratuitamente.

Gli strateghi di Amazon e Google hanno preferito così non perdere tempo per aspettare un accordo difficile con le etichette musicali, permettendo ad altri di entrare nel servizio e di farsi “soffiare” i potenziali clienti. Quindi le trattative continuano anche con le case discografiche, nella speranza che un accordo possa autorizzare ogni tipo di operazione sui file protetti da proprietà intellettuale.

Certamente un servizio in “cloud-streaming” non permette di accedere alla libreria musicale in assenza di connessione dati (in aereo ad esempio), ma offre una serie interessante di servizi nuovi, non relegati alla sola musica.

Apple è già pronta col proprio servizio iCloud, anche se non ha raggiunto un accordo con i detentori dei diritti di copia. Però ha il vantaggio di poter sfruttare la porta “aperta” di iTunes verso i  canali “diplomatici” delle case discografiche. Staremo a vedere cosa succederà nell’immediato futuro.

Il servizio Google Music Beta è gratis ma, per ora, solo ad invito (come da abitudine di Google), tranne per tutti gli utenti del Verizon Xoom, che riceveranno automaticamente l’iscrizione al sito music.google.com .

Al momento il servizio funziona su software sviluppato in Flash, che esclude di conseguenza gli apparecchi mobili di Apple.

Google permetterà di memorizzare 20 mila canzoni, contro le 1000 di Amazon. Si potranno configurare inoltre dei servizi di sincronizzazione multipla, senza il legame ad un solo apparecchio o computer che sia.

Fonte: NYT

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