L’assalto alla diligenza con fucili d’assalto, Kalashnikov o M16 e pensare che un tempo il denaro era ben altra “moneta”…
La notizia non è propriamente “fresca di stampa”, poiché battuta nella mattinata di ieri tuttavia oltre ad essere bizzarra e quantomai curiosa, ha un suo quid al di là del mero accaduto, ovvero della rapina.
Scrolliamo la timeline a ieri, ore 5:45: un gruppo di 3 o 4 uomini assaltano un furgone trasportante prodotti Apple e non lo fanno “alla buona”, poiché, siamo franchi, non è che ci fossero lingotti d’oro all’interno…, ma in puro stile Commando, con una pianificazione oculata, come dimostrato per le fasi successive all’assalto anche senza, per loro, l’auspicato happy-ending e soprattutto… armati con un arsenale in grado di far impallidire una squadra SWAT: fucili d’assalto, Kalashnikov o M16.
L’azione si sarebbe consumata nei pressi di Aulnay-sous-Bois (Seine-Saint-Denis) e la fase di distacco, il piano di fuga, nel bosco di Luzarches, nella Val d’Oise, per abbandonare gli autisti e a Le Mureaux per riorganizzare il bottino, luogo, tra l’altro in cui sono stati agguantati dalle forze dell’ordine.
Fine dei giochi, fine della notizia? Non proprio… a nostro avviso forse c’è qualcosa di piu’: al di là dell’effettiva possibilità di ripiazzare sul mercato prodotti come iPhone o iPad che, lo sappiamo, possono essere rintracciati in molteplici modi, sembra quasi che i prodotti di Cupertino abbiano assunto un valore paragonabile all’oro, una mercanzia tanto diffusa quanto preziosa (basti notare il numero esponenziale di centri per la “raccolta oro” sbucati come funghi nel nostro Paese…), ripiazzabile senza che si debba sottostare a troppe domande e che, tra i giovani, è ben piu’ di uno status symbol.
Senza voler riesumare la vicenda del ragazzo che era giunto a porre in vendita un rene per un iPad sarebbe il caso di interrogarsi su quanto la società moderna sia drogata dai beni di consumo, realtà effimere con cicli di vita ridotti al lumicino, in grado di svalutarsi nell’arco di manciate di mesi benché ancora attuali, benché sfruttate in minima parte, benché ancora perfette per quelle esigenze che espletavano a menadito fino al giorno prima e che ora, invece, ci sembrano “troppo grandi” per quanto in nostro possesso…