OS X: fine dei giochi per le unità di massa – Approfondimenti

Forte del successo riscosso con la versione “digital delivery” di Lion, Apple conferma che da Moutain Lion in avanti i suoi OS avranno un solo distributore: il Mac App Store, come già riferito in questo articolo. Ma si tratta si una scelta giusta?

Con il rilascio di Lion, Apple ha tracciato le basi di quella che fin da principio non sembrava un’eccezione: la distribuzione dei suoi sistemi operativi esclusivamente via Internet. La compagnia di Cupertino è una fredda calcolatrice, pianifica con largo anticipo ogni sua mossa, ne studia le conseguenze, ma diversamente dall’approccio utilizzato dai competitors, che nei cambiamenti non hanno il senso del dosaggio, in casa Apple sapientemente distillano scorci di rivoluzione, lasciano che l’utenza, quasi “accompagnata per mano”, possa adattarsi, non trovarsi smarrita, prima di giungere al disegno finale e alla messa in atto di quanto in potenza.

Ci riferiamo al ruolo cruciare assunto dal Mac App Store, dapprima alla stregua dell’AppStore, con applicazioni e giochi, poi terreno di lancio di Lion, ora campo base del venturo Mountain Lion  e, aspetto tuttaltro che secondario, unica fonte da cui sarà possibile scaricare gli aggiornamenti del sistema operativo. Il disegno è compiuto: l’ecosistema Apple è finalmente riuscito a portare sulle nuvole ogni suo tassello, a liberarsi e liberarci dei supporti fisici, della necessità di un bene materiale che veicoli qualcosa di etereo, quale il software. Sono in molti a criticare il nuovo corso della compagnia fondata da Steve Jobs, ma altrettanti a benedirne lo spirito pionieristico, quella visione proiettata al futuro che il suo padre fondatore come un mantra riversava in ogni prodotto, alla ricerca di una perfezione che per certo non appartiene all’umana natura e, in fondo, neanche alla stessa Apple.

Mountain Lion sarà il primo sistema operativo a veder luce esclusivamente sul Web, ad essere distribuito unicamente via Web, a trovar spazio, soltanto, sul Mac App Store. Se già i DVD sembravano vetusti nell’anno della definitiva consacrazione del Cloud (nonostante recenti  eventi, vedi blackout BB, abbiano dimostrato come sia facile perdere tutto in tal modo…), Apple conferma sulle pagine di Pocket-Int che neanche la comoda versione su supporto USB potrà avere un essere, scelta a opinione di chi scrive del tutto errata in quanto si danno per scontate troppe cose che in paesi come il nostro andrebbero oculatamente valutate: in Italia, ad esempio, la banda larga sarà disponibile su tutto il territorio non prima del 2013 e a regimi “di garanzia” che offrirebbero velocità di connessione assurde per scaricare un OS:  si parla difatti di 1280 Kbps in download e 256 Kbps in upload mentre guardando al mondo delle connessioni via chiavetta, si tratta perlopiu’ di promozioni a tempo, dalla stabilità tutta da provare, inadatte a tali compiti.

L’Italia non è l’America, l’Europa stessa anche nelle regioni dove Internet è un cavallo di battaglia per i governi in carica, non è l’America. Apple farebbe bene a tornare sui suoi passi, a non tirare troppo la corda, confidando nella fidura cieca di chi fa di ogni suo prodotto un nuovo credo, perché se le va riconosciuto di essere la compagnia che piu’ di ogni altra sta influenzando il nostro modo di vivere, non per questo ogni sua decisione deve essere assunta a bene superiore che alla nostra umana ragione magari sfugge… forse perché, in fondo, cosi’ corretta proprio non è.

 

 

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