I gironi danteschi del mondo IT

Proprio come in un girone infernale di Dante, il mondo dell’Information Technology presenta nove livelli, che descrivono schematicamente molto bene quello che avviene dietro le quinte di queste aziende. Si tratta di una descrizione comune a tutte le grandi e medie aziende che dispongono di un vero reparto IT, essenziale al funzionamento delle stesse. Chi lavora in questo settore, potrà riconoscere effettivamente molte similitudini.

Il primo cerchio: il Limbo

Si tratta di un vero e proprio pantano, nel quale ogni cambiamento vero sembra impossibile e non si fa più nulla per uscirne. In questo girone si incontrano utenti “immobilizzati” dai fornitori, reparti incatenati da un software sempre “in blocco”, e intere aziende in mano ai capricci (e ai ricatti) di qualche sviluppatore (esterno).

I modi per cadere nel Limbo sono diversi. Il più classico è quello dei venditori che si puntano a vicenda il dito quando i problemi di un software (acquistato ad ogni costo) sono arrivati al punto di non avere soluzioni all’orizzonte. Succede anche quando i programmatori dell’azienda non sono più in grado di mettere mano al problema, avendo come unica soluzione quella di iniziare tutto da zero. Ci si rende conto di essere nel Limbo, quando i ragazzi del “software” accusano quelli “hardware”, e questi ultimi accusano i colleghi a loro volta. Dermot Williams, CEO di Threatscape, in proposito sostiene: “Passare l’eternità in questo circolo vizioso, ti permette di trovare tutti in difetto, ma nello stesso tempo nessuno in difetto. E’ pazzesco !”.

Qualcosa di simile accade quando gli sviluppatori del software danno la colpa ai difetti del sistema operativo, piattaforma colpevole di ogni problema. In questa situazione ai responsabili del sistema operativo non rimane che certificare, a loro volta, le colpe e i difetti presunti di quel software sempre in fallo. Secondo Bill Roth, di LogLogic, è il caso tra RedHat e Oracle: “Entrambe si accusano, e di sicuro c’è solo il pessimo servizio di supporto di entrambe le aziende”.

E’ il caso anche di contratti firmati con validità di molti anni da un “facile” reparto marketing (spesso interessato ad altro), quando il software era ancora a livello di sviluppo, con tutti i suoi difetti e i blocchi continui. Nemmeno l’evidenza del problema ha permesso di rinviare o firmare accordi più sicuri e meno esposti, con la sola conseguenza di avere alla fine per anni un software fermo alla versione di sviluppo.

Le stesse aziende finiscono nel Limbo quando i propri sviluppatori non riescono ad adottare metodologie standard, procedure univoche e documentate. Secondo Steven A. Lowe, direttore di Innovator LLC, ogni progetto di grandi aziende è un vero calvario: “Non si impara più dalle esperienze passate per diventare più efficienti. La maggior parte del tempo viene persa per evitare scadenze, litigando con tutti. E’ un vero girotondo, dove tutti maledicono tutto”.

Come si esce da questo Limbo ? Bisogna smettere di continuare a scavare la buca (all’inferno) e cominciare ad arrampicarsi per trovare la via d’uscita. E’ necessario essere sicuri di avere tutte le competenze necessarie, scontrandosi con il potente reparto acquisti, avvalendosi contro di essi del miglior strumento offerto dal mercato (quasi mai adottato, specie dalla aziende italiane): i prodotti open source. In questo modo si rompe quel giro vizioso che ha legato rovinosamente l’azienda, sganciandola quindi dal pantano e invertendo la marcia su una strada completamente nuova, addirittura gratuita. La soluzione è il cambio di strada, sbarazzandosi così con coraggio del carrozzone burocratico (incompetente e per nulla tecnico).

Il secondo cerchio: la tech-lussuria

E’ come una caverna profonda, popolata da creature tipo Golem (non pensanti, senz’anima e ubbidienti) con montagne di gadget dismessi. Tutto si mescola, nel tentativo di raggiungere la cima.

In  questo livello prima o poi ci si trova tutti.

Il  cerchio “lussu-tecnologico” tocca un po’ tutte le aziende. Ad esempio succede quando gli sviluppatori abbandonano d’un colpo solo tutto il lavoro di ieri e di oggi, per tuffarsi ad occhi chiusi sui nuovi prodotti, senza lasciare strumenti di recupero (del vecchio) e senza aver capito nulla del nuovo. Si crea una fase di stallo, e ne consegue che nulla di concreto venga fatto realmente. Qui si trovano eserciti di manager che vogliono ad ogni costo, ad esempio, un iPad senza averne un reale bisogno lavorativo, ma inventandosi scuse validissime per averne uno in dotazione (con installati anche i giochi per i figli). In questo livello vagano anche manager che senza capire cosa sia e come vada sfruttato un prodotto nuovo, tipo il cloud, investono intere risorse senza aver chiaro nulla, e magari senza un reale bisogno aziendale, ma per il solo timore di perdere il passo della concorrenza. “A questo livello, il problema è l’accumulo di troppe cose. Si finisce così con l’impantanarsi in un progetto incompiuto, perché uno strumento nuovo è appena uscito, e un altro nuovissimo è già quasi pronto a sua volta”, afferma Lowe.

E’ molto difficile uscire da questo cerchio, lussurioso appunto. A tutti piacciono le cose belle e nuove, ma bisogna imparare a un certo punto a razionalizzare le risorse interne e usare quello che si ha a disposizione.

Terzo cerchio: i golosi interessati

E’ un vero pantano marcio questo livello. Pieno zeppo di responsabili marketing, utenti classe business interessati solo da un’insaziabile richiesta di qualsiasi cosa si possa avere, ad ogni costo. Si incontrano i veri demoni delle vendite e degli uffici acquisti, della finanza e della amministrazione aziendale. Uffici che spendono e costano tanto, senza produrre, senza essere il core-business, eppure comandando.

Secondo Dermot Williams, questo livello è molto familiare a chiunque abbia mai tentato di sviluppare applicazioni business: “Alla fine il progetto non avrà più le specifiche, i budget, i tempi del progetto iniziale. Uno sviluppatore che per sua disgrazia finisse in questo livello infernale, non arriverà mai al suo Nirvana, e il suo progetto non sarà mai completato”.

L’unico modo di uscirne è affrontare i demoni aziendali, in uno scontro spesso doloroso e perdente. Il sistema, infatti, è sviluppato ed evoluto per difendere se stesso, e non più l’azienda.

Il quarto cerchio: le corporazioni personali

In questo luogo infernale, le creature affogano nell’oro. E’ pieno di dirigenti, azionisti e di tanti Donald Trump. Qui la filosofia di vita è il proprio personale lucro, prima ancora degli interessi aziendali e tanto meno della clientela.

Anthony Howard, autore di The Invisible Enemy, è stato consulente per una importante azienda hardware. Tre anni fa gli è stato commissionato il progetto di un nuovo server, per un importante cliente del campo motori di ricerca. Il progetto realizzato era un server economico, con costi ridotti di manutenzione. L‘entusiasmo del cliente fu tale che ordinò subito hardware per 20 milioni di dollari. Venne a galla un problema, quale ? Per costruire quell’ordine servivano 8 settimane, ma la chiusura del trimestre fiscale incombeva, e andare all’esame di Wall Street senza contabilizzare subito quell’ordine era inaccettabile per i burocrati aziendali che puntavano i loro premi anche su quell’ordine milionario. Il costruttore hardware ha fatto mille pressioni sul progettista perché convincesse i clienti che i prodotti vecchi (subito disponibili) erano i migliori, sconto compreso. L’ordine fu quindi messo in bilancio, il progetto cestinato, e vissero tutti felici e contenti (i manager) con i relativi bonus per i regali di Natale. Del resto le storie dal lieto fine sono sempre le migliori… no?

Manovre comunque inutili per l’azienda, e trucchetti da faccendieri dei soliti dirigenti furbi (la rovina del nostro Paese).

Un progetto nuovo, per quanto valido, non viene mai visto di buon occhio dai signori manager se questo progetto non porta immediatamente i guadagni presupposti in primis alle proprie tasche. Si tratta di un vero dramma per chi deve progettare e accontentare i bisogni di entrambi (clienti e manager), con la differenza che quei manager lavorano ormai solo per i propri bisogni personali. E qui l’effetto inferno raddoppia per chi sta in mezzo.

Come uscirne? Quasi impossibile, secondo Howard, finché tutto continua a passare per decisioni di persone che lavorano prima per se stessi. Alla fine è sempre e solo una questione di soldi e di tasche altrui. Bisogna investire di più sulla dedizione al cliente, agli utenti e ai reali bisogni dell’azienda e non dei suoi dirigenti (abolire i premi ?).

Il quinto livello infernale: gli sviluppatori sempre arrabbiati

E’ un pozzo pieno di fumo, zolfo e fiamme. E di programmatori, sviluppatori, sistemisti e quant’altro dell’ambiente informatico vero.

Nel mondo IT le scadenze sono costanti e la pressione è sempre stressante. E’ inutile ricordare quanto il nervosismo sia generale e si tocchi con mano.

E si urla sempre, ancor prima di aver iniziato qualsiasi cosa.

Larry Roshfeld, vice presidente di Sanatupe, azienda di software open, ha recentemente lavorato con una istituzione finanziaria per lo sviluppo di un software bancario. Quando ha dovuto confrontarsi con i rappresentanti della banca, ha dovuto subire le regolari urla al posto dei dialoghi di rito. E’ andata peggio a Brenda Christensen, direttore di Nimble, che durante una riunione di qualche anno fa, ha visto il presidente della società lanciare oggetti da tutte le parti: “Era un programmatore, andava a letto sempre molto tardi, anche se poi la sveglia era alle 7. Era ovvio che fosse sempre nervoso e intrattabile. Quando ha saputo che eravamo in leggero ritardo con lo sviluppo del software, è letteralmente esploso in una crisi isterica”.

Come uscirne ? Molte teste calde non potranno continuare in quel modo, e saranno le prime ad abbandonare il lavoro di scelta propria. Ma la cosa migliore è evitare i grandi progetti senza informare durante lo sviluppo tutti gli interessati, evitando così di presentare un lavoro che poi andrà sempre corretto con interminabili riunioni con sviluppatori sempre troppo tesi. Presentare un prodotto in ritardo e con le tipiche falle di un software tutto da testare sul campo di battaglia, porta inevitabilmente tutti i partecipanti al quinto livello.

Il cerchio numero 6: i tecno eretici

E’ un vero e proprio labirinto, impenetrabile, dove però tutte le strade portano nella stessa direzione, illuminata dai fuochi di non “credenti”.

In questo livello si incontrano Apple, Google, Microsoft, fanboy e droidini, wikipediani e seguaci della religione opensource. Qualsiasi membro di qual si voglia setta IT è il benvenuto. Chi non appartiene a queste credenze ufficiali, è destinato ad essere gettato nel pozzo degli eretici. Non importa che sia Apple o Microsoft, software aperto o chiuso, la barca è la stessa. Si crede alle stesse cose anche se in modi diversi. Gli obiettivi sono identici, e il business è la torta da dividere. Gli eretici sono dall’altra parte. Il mondo reale implementa e adotta situazioni ibride, di entrambi gli schieramenti open o close. Le imprese sfruttano tutto, e il risultato è un mix di tutto il disponibile. Questa è la religione da scegliere, altrimenti si è destinati alla bolla d’infamia degli eretici, quelli che trovi appunto in questo livello.

Come uscirne ?  Si deve tenere la mente aperta a tutto e gli occhi sul quadro generale del settore. Non si deve diventare fanatici nemmeno da eretici, evitando così di causare lo scontro fra religioni. Il compromesso e le vie intermedie risolvono sempre le situazioni più difficili.

Il cerchio numero 7: è quello dei rappresentanti violenti

Qui si incontrano persone dal taglio di capelli da 200 dollari, scarpe da 500 e con borsa rigorosamente marca Vuitton, modello affari. In altre parole: gli avvocati.

La violenza, quella vera e deplorevole, è per fortuna roba rarissima nel mondo IT. Non riguarda cioè gli individui, ma al contrario la guerra fra aziende è senza esclusione di colpi. Tutto è ammesso, anche la violenza legale. Quando le aziende non possono competere ad armi pari, ricorrono a dei predatori di professione. E affiorano cause su cause, come quella dei brevetti. Un modo elegante di fare affari per gli intermediari. La strategia da mantenere è quella di diffondere la paura, l’incertezza e il dubbio. I concorrenti devono essere spaventati con ogni mezzo, ricorrendo, ad esempio, al monopolio di un software con i vantaggi che ne conseguono col tempo. Le vittime di questa guerra sono le aziende stesse, gli utenti e l’innovazione tecnologica. I vincitori sono gli individui di questo cerchio infernale, anche se hanno perso la causa che dovevano difendere. Loro ci guadagnano sempre.

Per uscire da questo livello bisogna bilanciare la natura senza regole e senza etica del sistema stesso, impedendo così di sfruttare a qualsiasi costo il mercato (come la spaventosa crisi finanziaria di questi anni).

L’ottavo livello: gli hacker ladri

E’ un pozzo scivoloso, ingannevole, dove tutto è nascosto nell’ombra. Nulla sembra quello che è. Qui si trovano i truffatori, gli utenti spammer, i ladri di codici e gli amminstratori-canaglia. Queste persone hanno abusato delle loro straordinarie conoscenze per delinquere col solo fine di rubare. Ladri a tutti gli effetti. La violenza della rapina è digitale, ma gli effetti sono realissimi, anche se i guanti sono di cachemire bianco. Un amministratore di un sistema che ha accesso a troppi dati sensibili, può arrivare a causare il danno gigantesco come quello della Société Générale del 2008. Queste cariche mettono personaggi ambigui nella posizione migliore di fare danni spaventosi, con frodi che passeranno alla storia.

Per uscire da questo livello, bisogna aumentare la sicurezza del sistema, inventare nuovi metodi di protezione, ed evitare il ripetersi di gravi errori passati. Più una carica è importante, più questa va monitorata continuamente, riducendo così i rischi perché una persona che sa di essere sempre controllata, difficilmente commetterà atti illeciti o, comunque, questi verrebbero bloccati immediatamente.

Il nono livello: è quello dei tecno-traditori

Un vero deserto di ghiaccio, pieno di anime perse, disperate e pronte ad accoltellarsi alle spalle tutti i giorni. Qui si trovano dipendenti scontenti, rivali in carriera e persone rancorose. La gelosia, i sotterfugi, la diffamazione e il sabotaggio sono all’ordine del giorno.

Per fuggire da questo livello è necessario disporre di un buon manager dalla parte giusta, mantenere sempre tutte le email di lavoro con capi e colleghi. Affrontare pubblicamente le persone che si mettono di mezzo in modo ambiguo, ma farlo professionalmente e mai in modo personale. Le persone piccole ma con grande ego si comportano come giganti nelle email, ma se affrontate pubblicamente tornano sempre alle loro dimensioni reali.

 

 

Fonte: InfoWorld, Wikipedia

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