Larry Page, nuovo CEO di Google

Lunedì 4 aprile il fondatore di Google sostituirà Eric Schmidt, mentre Sergey Brin, l’altro creatore del colosso di Mountain View, continuerà a non avere alcun incarico esecutivo.

Nel 2001 l’ingegnere Eric Schmidt (il primo a sinistra nella foto) era stato nominato come membro del Consiglio di Amministrazione e divenne subito CEO nell’agosto dello stesso anno.
Page e Brin, allora giovanissimi, scelsero l’esperienza manageriale di Schmidt che lavorava nella Silicon Valley già dai primi anno ’80, quando i due geniali ragazzi erano appena alle scuole primarie.

Il cambio al vertice di Google crea qualche timore tra gli esperti, soprattutto perché convinti che la nuova guida societaria sarà concentrata in grandi progetti futuri che richiederanno molti anni di lavoro e, forse, troppe risorse impegnate senza nessuna certezza di profitto.
Molti analisti sono altresì dubbiosi sulle reali capacità manageriali di Larry Page, forse impreparato nella reale gestione di una Società dal fatturato di 35 miliardi di dollari l’anno e con oltre 30 mila dipendenti.

Nel corso di questi anni la guida di Schmidt è stata impeccabile, come confermato dagli ottimi risultati del quarto trimestre, con un aumento delle entrate del 17% e un profitto netto di 2.54 miliardi di dollari.

La notizia del nuovo CEO di Google è stata comunicata dallo stesso Schmidt su Twitter.
E non c’è da preoccuparsi: i “tre” hanno sempre avuto idee convergenti, soprattutto nelle decisioni fondamentali, con la  costante supervisione dell’ingegnere 55enne che in 10 anni ha preparato Page a rivestire questo delicato e difficile incarico.
Lo stesso Schmidt non lascerà l’Azienda, ma continuerà ad occuparsi di relazioni d’affari e rapporti coi grandi clienti come Presidente Esecutivo, rimanendo così sempre presente, anche se in seconda fila.

Google ha così dimostrato che non ci sono dissapori interni, e che la collaborazione è destinata a continuare nel tempo.

Analisti del settore pensano che questo cambio alla guida di Google sia obbligato dai nuovi “fenomeni” come Facebook che in quest’anno, come sito più visitato al mondo, ha sorpassato il motore di ricerca per eccellenza.

Fonte: AP

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