La dichiarazione è avvenuta su Fortune ed è opera di Bill Buxton, pioniere dell’interazione umani-computer ed impiegato nel dipartimento Microsoft Research. Buxton ritiene che i 313 brevetti di Steve Jobs dovrebbero rappresentare un esempio fondamentale per tutti gli altri CEO.
Il nome di Steve Jobs non è stato semplicemente aggiunto su una varietà di brevetti Apple, bensì frutto del suo profondo contributo come Chief Executive. Ad affermare questo su Fortune è stato Bill Buxton, ricercatore presso il dipartimento Microsoft Research, identificando nella figura dell’ex CEO un esempio da seguire. Sembrerebbe che, sempre secondo Buxton, il suo contributo non sia esclusivamente simbolico:
In base alla mia esperienza personale, trovo la partecipazione di Steve sicuramente credibile. Sarebbe stupido da parte di Apple inserire un nome qualsiasi su un brevetto, specialmente di una persona di alto profilo come Steve Jobs, se quella persona non avesse dato un contributo concreto. Una mossa del genere non solo avrebbe invalidato il brevetto, ma rischiato di far subire all’azienda e al marchio ingenti danni se rivelato. Apple è molte cose; la stupidità non è una di esse”
Tuttavia Buxton sottolinea anche un altro aspetto rilevante: quello di avere un Senior Design Executive che possa lavorare ad altissimi livelli. Nel caso di Jobs infatti l’esempio ricade sulla figura di Jonathan Ive, con cui l’ex CEO ha collaborato su oltre 200 patenti legate al design, lasciando Ive a capo di questo aspetto.
Steve Jobs dovrebbe quindi rappresentare un esempio per tutti gli altri CEO:
Gli Executive devono conoscere le proprie debolezze e i propri punti di forza così da coprire in modo adeguato tutti gli ambiti necessari. Dovrebbero studiare come lui abbia gestito la delega di altri aspetti delbusiness mentre lavorava con Jonathan ed il team di design. E così emularlo nel gestire gli aspetti che non rientrano nella zona di competenza personale, come ad esempio il design.
Concludendo Buxton ha affermato: “Steve Jobs non era, e non è, un designer. Penso inoltre che neanche lui si ritenga tale. Ha parlato dei successi di Apple in relazione alla cura dell’esperienza del cliente. Penso sia un ottimo modo di pensarla. Per cui, nonostante non lo consideri un designer, lo ritengo uno dei più grandi curatori che io abbia mai conosciuto, o di cui io abbia mai saputo. E per questo, ha sempre avuto il mio rispetto”