E’ questa la quota che le software house dovranno pagare per vendere gli applicativi sul nuovo Chrome Web Store di Google. E l’attenzione va subito al 30% della “Apple tax” per chi vuole vendere software sull’App Store.
Appena qualche giorno fa negli USA piccoli imprenditori dell’editoria avevano polemizzato sulla quota troppo alta richiesta da Apple, obbligandoli di fatto a rinunciare a sviluppare software e vendere quindi prodotti editoriali sugli apparecchi della Mela.
Due giorni fa a San Francisco alla conferenza di Google, sono state presentate molte novità del colosso di Mountain View, tra le quali il servizio Google Music. In quell’occasione si è introdotto meglio il nuovo negozio virtuale del motore di ricerca, specificando appunto quel “solo” 5% richiesto agli sviluppatori per vendere sul Chrome Web Store.
Google ha descritto il suo negozio Web come un modo facile e comodo per gli sviluppatori e le imprese di fare soldi online, caricando di un costo davvero minimo l’utilizzo dello Store, con l’intenzione soprattutto di favorire così anche gli utenti finali.
I riferimenti alla concorrenza non si sono limitati al famoso e pesante 30% di Cupertino, ma anche alla stessa quota applicata da Facebook nell’utilizzo dei suoi crediti virtuali.
Ad un prezzo così basso, gli sviluppatori saranno “attratti” più dal sistema di Google, e probabilmente tutta la concorrenza, Apple compresa, dovrà rivedere velocemente la propria politica commerciale in merito.
Speriamo che le conseguenze di questa vera e sana concorrenza siano la reale diminuzione dei costi finali agli utenti.
Fonte: NYT