Riparazione MacBook in garanzia, cliente vince causa contro Apple per la questione “umidità”

Uno dei vantaggi di acquistare un Mac è sicuramente l’assistenza Apple, in assoluto la migliore rispetto a tutti gli altri produttori di PC. A volte, però, qualcosa può andare storto.

Un cliente negli Stati Uniti ha raccontato la sua storia finita a lieto fine, ma solo grazie all’intervento di un giudice. Lo schermo del suo MacBook Pro iniziava a non funzionare, per un problema che Apple aveva già riconosciuto su alcuni modelli 2017.

Con un mese di garanzia ancora valido, il cliente ha prenotato un appuntamento con il Genius Bar. Una volta arrivato nello store, un tecnico Apple ha controllato il MacBook Pro e ha affermato che il problema sarebbe stato risolto gratuitamente. Poche ore dopo, però, il proprietario del Mac ha ricevuto un’email da parte di Apple nella quale veniva indicato che il computer aveva subito danni da acqua e non poteva quindi essere riparato in garanzia. La spesa per la riparazione sarebbe stata a carico del cliente.

Il proprietario del MacBook Pro ha negato categoricamente qualsiasi contatto del suo dispositivo con l’acqua: “Tratto con molta cura i miei oggetti e il MacBook è sempre stato conservato in una custodia protettiva e in una borsa. Da dove poteva provenire questa fantomatica acqua?”. 

Il cliente ha rifiutato di pagare per la sostituzione della scheda logica di cui aveva bisogno e ha iniziato a indagare: “Ho scoperto che quello che Apple chiama sensore per danni da liquidi è in realtà un pezzo di carta che cambia colore da bianco a rosso in presenza di umidità. Voglio mettere l’accento su questo: in presenza di umidità. Non è necessario che il Mac entri in contatto con dei liquidi per attivare il sensore, in quanto basta soltanto l’umidità, che può essere causata anche se ad esempio, in inverno, sposto il laptop da una stanza ben riscaldata all’esterno con il freddo”.

Facendo proprio leva sulla questione umidità, il cliente ha portato Apple in tribunale e ha vinto.

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