iMac Pro. Un nome evocativo, capace di fondere alla perfezione due filosofie profondamente differenti. La workstation di Apple va fuori produzione dopo circa quattro anni di presenza sul mercato.
iMac Pro: la massima espressione di all-in-one
Pensato per un’utenza professionale, questo specifico modello di iMac è stato dotato, sin da subito, di componenti di alto profilo, capaci di fornire performance in linea con le richieste dei professionisti e dei creativi.
Indubbiamente, come ogni all-in-one, questo iMac Pro non è stato esente da critiche, problemi e limitazioni – soprattutto se messo a confronto con workstation desktop modulari – ma per la sua categoria di riferimento è stato davvero rivoluzionario.
Difatti ci sono più categorie di professionisti, con esigenze differenti e con budget diversi, che quindi cercano workstation adatte al proprio workflow.
Professionisti come architetti, designer, musicisti, programmatori, videomaker o fotografi che lavorano da soli non hanno necessariamente bisogno di un Mac Pro modulare per le loro esigenze ma, se questi professionisti dovessero lavorare in grossi studi di produzione allora iMac Pro potrebbe essere la scelta meno azzeccata.
Tutto va valutato in base alle proprie necessità e se lo studio del singolo libero professionista non richiede, nella maggior parte dei casi, un setup da decine di migliaia di euro, le grosse aziende e case di produzione invece non saprebbero che farsene di un singolo iMac Pro.
Ecco perchè questo iMac Pro è la sintesi estrema della workstation per i singoli professionisti. All-in-one significa avere a disposizione un design essenziale, pulito e piacevole, con meno cavi in giro e meno investimenti per accessori esterni.
Perché iMac Pro va fuori produzione?
Personalmente, ho valutato molto questo tipo di soluzione per quanto concerne il mio lavoro e ho fatto queste valutazioni pochi mesi fa, dopo la presentazione di Apple Silicon. Sono un piccolo libero professionista e, per quanto io abbia bisogno di potenza dalla workstation da utilizzare, un Mac Pro sarebbe stato troppo esoso e fuori target per le mie esigenze. iMac Pro, invece, mi ha permesso di avere a disposizione tutta una serie di vantaggi, economici e non, in linea con il mio workflow.
La lineup perde un anello importante, non un campione di vendite ma un prodotto solido che mi ha convinto rispetto a workstation Windows.
Ma quindi perchè Apple ha deciso di mandare fuori produzione questo iconico Mac? La risposta è una sola e si chiama Apple Silicon. Realizzare infatti una nuova architettura e basare tutta la futura lineup di computer su questa, togliendo progressivamente spazio ad Intel, ha comportato una serie di scelte strategiche. Di conseguenza, anche una serie di movimentazioni nella lineup.
Ovviamente questa è un’ipotesi ma il concetto appare decisamente verosimile, considerando che Apple stessa ha dichiarato di non avere in programma la realizzazione di un iMac Pro con chip Apple Silicon. Con l’aumentare, infatti, della potenza e versatilità dei chip M1 (e futuri), i prossimi iMac di fascia consumer saranno in grado di competere e superare le performance offerte attualmente da iMac Pro – che tra l’altro non ha subito grossi upgrade dal 2017 in poi – cannibalizzando quest’ultimo.
Il Mac Pro resta!
iMac Pro è nato nella finestra temporale che ha visto susseguirsi critiche sul Mac Pro 2013 (quello a cilindro, per intenderci) fino alla presentazione del modello 2019. É stata, indubbiamente, una ventata d’aria fresca e frizzante, desiderata da molti e decisamente più abbordabile di un Mac Pro ultra-potenziato. Ma ora, questo incredibile all-in-one perderebbe ancora più terreno in quanto le performance di un chip M1 (o successivo) potrebbero essere le medesime su tutta la linea iMac e potrebbero non giustificare più la presenza di un modello Pro. Un po’ come avviene già sulla linea di MacBook Air e Pro, però più facili da differenziare in quanto portatili.
Quindi, la scelta più intelligente è quella di tenere in piedi il Mac Pro con architettura Intel, presentato nel 2019, per tutti i grandi professionisti che lavorano con una enorme mole di dati, software e che spesso usano queste workstation in studi molto grandi e in case di produzione di alto profilo. Tutto questo fino a quando non verrà realizzato un chip Apple Silicon in grado di sostituire le enormi potenzialità offerte dall’attuale Mac Pro.
Il grande addio ma una lunghissima strada da compiere
In questa fase di transizione tecnologica nella quale i computer diventano sempre più specializzati e offrono componenti hardware profondamente integrati con la parte software, scegliere un computer da tenere per lunghi periodi risulta davvero complicato. La chiave per decidere cosa è meglio sta sicuramente nell’analisi personale delle proprie esigenze e di eventuali esigenze future, prevedibili. Questo chiaramente non è un calcolo perfetto perchè le variabili sono spesso tante e imprevedibili, ma offre uno sguardo complessivo alle esigenze.
Personalmente ho sempre apprezzato i fine serie, se parliamo di prodotti da usare per lavoro. In primis perchè offrono una grande solidità e sono ben testati e ottimizzati rispetto alle prime versioni, e poi perchè il vecchio detto “chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa cosa lascia e non sa cosa trova” ha sempre ragione.
E quindi Apple Silicon?
Il Mac con chip M1 potrebbe essere – ed a tratti è già – la rivoluzione che aspettiamo da anni, ma se parliamo di lavoro e di affidabilità un computer capace di offrire compatibilità nativa con tutta una serie di software, plugin e soluzioni sviluppate nel corso dei decenni precedenti ha una marcia in più. Non a caso, Apple ha ufficializzato che non mancheranno nuove uscite con processori x86 (Intel) durante il periodo di transizione.
Ed ecco perchè ho scelto iMac Pro per accompagnarmi nei prossimi anni di lavoro. La workstation all-in-one che mi permette di avere design, monitor 5K incluso, scheda tecnica in linea con le mie esigenze. Abbiamo appena iniziato il nostro percorso insieme e prevedo tanti anni di soddisfazioni.
Ovviamente non si tratta di considerazioni assolute in quanto parliamo di valutazioni personali e di opinioni personali. Le esigenze sono variabili e quindi anche tutte le considerazioni ma quest’editoriale vuole guardare la situazione attuale con gli occhi di un professionista e creativo che sta strutturando la sua carriera così come tantissimi altri professionisti nel nostro paese.
Fino ad esaurimento scorte
L’unica versione disponibile ad oggi è la versione entry level, già scalata rispetto alla precedente entry level, chiaramente avanzata ma senza opzioni di configurazione aggiuntive. Parliamo della seguente scheda tecnica:
- Processore Intel Xeon W 10-core a 3,0GHz
- Turbo Boost fino a 4,5GHz
- 32GB di memoria ECC a 2666MHz DDR4
- Unità SSD da 1TB
- Radeon Pro Vega 56 con 8GB di memoria HBM2
- 10Gb Ethernet
- Quattro porte Thunderbolt 3
- Display Retina 5K da 27″ con risoluzione 5120×2880 (P3)
Il prezzo per quest’ultima versione disponibile è di 5599€, chiaramente fino ad esaurimento scorte.
Il modello sul quale si è basata, invece, la mia valutazione e la mia esperienza nel corso degli ultimi 7-8 mesi è leggermente differente:
- Processore Intel Xeon W 10-core a 3,0GHz
- Turbo Boost fino a 4,5GHz
- 64GB di memoria ECC a 2666MHz DDR4
- Unità SSD da 1TB
- Radeon Pro Vega 64X con 16GB di memoria HBM2
- 10Gb Ethernet
- Quattro porte Thunderbolt 3
- Display Retina 5K da 27″ con risoluzione 5120×2880 (P3)
Al momento, iMac Pro non è disponibile nemmeno su Amazon o presso rivenditori quali Mediaworld ed Unieuro. Ci sono solo, probabilmente per tempo limitatissimo, due varianti tra i ricondizionati ufficiali Apple:
- iMac Pro 27″ ricondizionato con Intel Xeon W 8‑core a 3,2GHz e display Retina 5K
- iMac Pro 27″ ricondizionato con Intel Xeon W 18‑core a 2,3GHz e display Retina 5K
Le offerte indicate in questa pagina potrebbero scadere o subire variazioni senza preavviso. Il prezzo reale è quello visualizzato su Amazon al momento del checkout. In qualità di Affiliato Amazon, iPhoneItalia riceve un guadagno dagli acquisti idonei.