Intel Z68 e tecnologia di SSD caching: Ecco alcuni test

Solo qualche giorno fa vi avevo riportato la notizia della presenza dei nuovissimi chipset Z68 di Intel all’interno di tutti i modelli di iMac. Una delle principali funzionalità di questo chipet, oltre ad un migliore  supporto dell’architettura Sandy Bridge, è quella relativa alla funzione di SSD Caching che permette di utilizzare un disco a stato solido di dimensioni massime di 64GB  come memoria cache. Anandtech vi propone alcuni test.

Tutti i possessori di un PC attendevano il rilascio del chip Z68, ma inaspettatamente questo è arrivato con l’iMac di Apple. Probabilmente Jobs ed Intel sono arrivati ad un accordo proprio per sfruttare a pieno le funzionalità avanzate di gestione dei dischi SSD che il sistema permette (almeno in un prossimo futuro).

La tecnologia chiamata ” SRT – Smart Response Tecnology” permette di aggiungere un ulteriore step all’interno della gerarichia di memorie presente oramai in tutti i personal computer. Il discho SSD potrà infatti essere utilizzato come intermediario tra la memoria RAM e il classico HD meccanico e sfruttato come memoria cache per scrittura e lettura dei dati utilizzati più di recedente dall’utente. Per maggiori dettagli sul chip vi rimando all’articolo di qualche giorno fa.

Sicuramente la tecnologia di SSD caching potrebbe rappresentare il futuro, tuttavia dovrà essere opportunamente supportata sia dal punto di vista HD sia dal punto di vista chipset. Inoltre non è da trascurare, almeno per ora, il prezzo dei dischi SSD (anche se per dischi di dimensioni contenute, come quelli qui richiesti, i prezzi iniziano a calare). In un suo articolo Anandtech ha provato recentemente tale configurazione mostrando i primi dati che evidenziano come tale tecnologia possa effettivamente portare ottimi benefici.

Ovviamente le prestazioni di un sistema cache sono principalmente determinate dall’efficienza dell’algoritmo che ne gestisce il funzionamento. Tuttavia un altro fattore di primaria importanza (che si riscontra anche nella cache delle CPU) è la dimensione di tali memorie. Più la memoria cache è grande, più dati potranno essere contenuti al suo interno e, quindi, meno “cache miss” dovranno essere gestiti. (dove per cache miss si intende la necessità di leggere il dato dal disco e quindi caricarlo in cache prima di servire la richiesta). Il confronto eseguito da Anandtech riguarda un sistema con scheda madre dotata di chipset Z68 un disco meccanico Segate Barracuda da 3TB e due tipologie di dischi SSD da utilizzarsi come memoria cache: Un Intel SSD 311-20GB (circa 100€) ed un Corsair F40-40GB (circa 80€).

Il sistema di test è il seguente:

CPU: Intel Core i7 2600K @3.4GHz

Motherboard: Intel z68

RAM: Qimonda DDR-3 1333 4x1GB (7-7-7-20)

Video card: intel HD graphics 3000

Nell’articolo di Anandtech sono riportati numerosi test di confronto tra vari dischi SSD di dimensioni, prezzi e tecnologie differenti. Mi limito qui a riportare i test più interessanti da un punto di vista pratico (qualora lo vogliate in fondo all’articolo è presente il link al sito di Anandtech).

Qui invece sono riportati i risultati del sistema con e senza cache.

In conclusione si vede come al primo lancio dell’applicazione entrambi i dischi cache si comportino in molto simile tra loro. Al secondo lancio, tuttavia, molte applicazioni hanno mostrato un avvio più lento con l’Intel 311 da 20GB rispetto al F-40 da 40Gb. Questo dimostra come le dimensioni della cache sia un fattore di grande importanza per l’ottenimento di elevate prestazioni. Confronto tra dischi a parte, è ancora più importante sottolineare come le prestazioni siano notevolmente superiori rispetto alla configurazione classica sprovvista di disco SSD (come  cache) ma che fa uso di un ottimo HD meccanico.

Speriamo che questo sistema possa arrivare quanto prima anche negli  iMac e nei Mac Pro!

Fonte: Anandtech

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