Il nuovo chipset Intel Z68 è presente nei nuovi iMac, un altro passo verso l’SSD?

Come tutti oramai saprete, Apple ha recentemente aggiornato la serie iMac, ora basata sulla nuova architettura Sandy Bridge. Non sembra essere tuttavia questa l’unica interessante novità introdotta dall’upgrade. Anandtech già qualche giorno dopo il rilascio era venuto a conoscenza di un possibile utilizzo del nuovissimo chipset Intel Z68 che avrebbe dovuto fare il proprio debutto solamente nel corso del secondo trimestre del corrente anno.

La notizia è stata confermata nei giorni scorsi dalla stessa Intel, certificando lo stretto rapporto che si è instaurato tra Cupertino e la casa di Santa Clara. Negli ultimi anni numerose sono state le tecnologie create da Intel appositamente per i dispositivi Apple, dai primi processori per Mac Book Air (di dimensione notevolmente ridotte rispetto ai cugini utilizzati per I comuni notebook) portati sul palco del Keynote dallo stesso Steve Jobs durante la loro presentazione, alla tecnologia Thunderbolt arrivata proprio con le nuove versioni di MacBook Pro prima e con I nuovi iMac poi.

Ma torniamo al chipset Z68. Abbiamo già detto come gli iMac siano i primi computer commercializzati che lo utilizzano, prima del lancio ufficiale della stessa Intel. La mossa è probabilmente legata ad alcune problematiche note riscontrate con gli attuali chipset Intel con l’architettura Sandy Bridge.

Andando più nel dettaglio, il chipset Z68 non è molto differente architetturalmente dallo H67; supporta infatti l’uscita video da ogni CPU Sandy Bridge, ha gli stessi numeri di porte USB, SATA e lo stesso numero di linee PCIe. Le principali novità introdotte riguardano il supporto ad un overcloking completo di tutto il sistema CPU, memoria, e processore grafico integrato.

Di maggiore interesse per gli utenti Mac potrebbe essere la tecnologia denominata “Smart Response – SRT”, appositamente studiata per i sistemi che utilizzano i dischi SSD. Nota anche come “SSD Caching”, questa permette di utilizzare una parte un disco SSD come una vera e propria memoria cache per I dischi del sistema, con un conseguente aumento delle prestazioni di questi ultimi. Con il chipset Z68 sarà quindi possibile selezionare un disco SSD di dimensioni massime di 64GB come memoria cache. Ottimo sistema che quindi permetterebbe di sfruttare da una parte le dimensioni ed I costi dei dischi meccanici e dell’altra la velocità dei dischi SSD (che per dimensioni relativamente piccole hanno prezzi ora accessibili).

Rispetto a quanto già presentato da Segeate con Momentus XT, tramite l’utilizzo della tecnologia SRT, le operazioni di lettura come quelle di scrittura sono supportate anche sul disco utilizzato come cache. Nel dettaglio, il sistema Intel permette due modalità di scritture: enhanced e maximized. La modalità Enhanced è simile alla modalità “Write Through” che già si utilizza tra le gerarchie di memorie nei classici sistemi. In breve ogni scrittura deve essere eseguita sia sul disco SSD che sul disco “meccanico” prima di poter eseguire una nuova operazione sulla memoria. La seconda modalità è invece simile alla “write back” nella quale le operazioni di scrittura avvengono immediatamente solo nel disco SSD e solo successivamente (tipicamente in blocco) vengono eseguite anche sul dispositivo di massa a monte.

Per chi è del mestiere, è immediato intuire come Intel stia ripercorrendo, con opportune modifiche, quanto è già stato fatto negli anni per aumentare le prestazioni delle memorie cache e RAM che, per limiti tecnologici, non hanno saputo seguire gli aumenti di prestazioni dei processori divenendo, di fatto, il principale collo di bottiglia dei sistemi.

Sappiamo quanto Apple stessa stia spingendo verso i dischi SSD, indubbiamente più performanti rispetto ai classici dischi meccanici; a dimostrazione di ciò, Mac OS X sembra supportare ottimamente sistemi ibridi pensati da una parte per archiviare file di grosse dimensioni e dall’altra per eseguire le operazioni più comuni, come lancio di un’applicazione, modifica di file etc. Su Apple Store è espressamente riportato che, scegliendo una configurazione con un disco SATA ed un’unità SSD, sia il sistema operativo che tutti I programmi saranno pre-installati sul disco SSD mentre il disco meccanico sarà utilizzato esclusivamente per la memorizzazione di file di grandi dimensioni.

Che Apple abbia pensato di introdurre anche nei propri sistemi la tecnologia SRT? Sicuramente sarebbe un’ottima soluzione che permetterebbe un incremento notevole delle prestazioni generali del sistema. E voi che de dite?

Fonte: Anadtech, AnandtechZ68

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