Mac M1 e videomaker: si lavora BENE anche con un entry-level?

L'approfondimento dedicato ai videomaker che vogliono usare Apple Silicon per i propri progetti.

Apple Silicon sta cambiando il modo in cui vediamo e usiamo i computer, almeno per una gran parte degli utilizzi più comuni. Ma cosa succede al workflow di un videomaker se passa da un modello Intel ad un Mac M1?

MacBook M1

Ho cercato di rispondere a questo enorme quesito nel corso di questo mio primo mese con un MacBook Pro M1 e, credo, dopo una buona dose di progetti ed esperienza, di aver trovato finalmente le parole giuste da usare.

Contestualizziamo innanzitutto i test e lo scopo di quest’approfondimento. I test sono realizzati in condizioni di uso reale e non sono pre-confezionati in modo scientifico e/o in ambienti di test asettici o controllati. Questo significa che le analisi che ho potuto effettuare sul mio MacBook Pro M1 potrebbero non essere totalmente indicative per ogni utente, utilizzo o progetto. Non ho, volutamente, creato dei file da usare per dei meri test di velocità: l’esperienza del video-editing comporta una serie innumerevole di variabili e, proprio per questo, ho preferito un approccio più empirico.

Ho suddiviso, inoltre, le valutazioni in categorie differenti; tutte ugualmente importanti per una completa valutazione dell’esperienza di editing video.

Lettura e scrittura dell’unità SSD integrata

Mac m1 videomaker

Il primo punto da tenere presente quando si lavora con grandi quantità di materiale è il valore di lettura e scrittura dei dati sul disco integrato e/o sul disco di lavoro. L’unità SSD del MacBook Pro M1 che ho acquistato è da soli 256GB quindi per progetti più corposi ho scelto di usare in combinazione una unità SSD NVMe PCIe M.2 2280 da 1TB esterna con un box di collegamento Thunderbolt 3 per avere pressoché le stesse performance del disco interno. Non influisce quindi sui dati del test ma volevo specificarlo perchè può essere una soluzione interessante per i videomaker che lavorano su più macchine e che possono usare un’unità SSD esterna velocissima senza perdersi in ulteriori trasferimenti.

La velocità di lettura e scrittura è stata così rilevata, su un campione di diversi test sul disco di sistema:

  • 2001MB/s in scrittura
  • 2862MB/s in lettura

Si tratta di valori più che validi per tutte le esigenze di montaggio che prevedano l’uso di un computer portatile o desktop che sia, non considerando le workstation dei grandi studi. Punto positivissimo, quindi, che offre un’ottima velocità di download dei file delle videocamere e fotocamere e che ne permette una facile gestione.

A dirla tutta, in alcuni casi si monta – e lo faccio anche io per progetti minori o con poco budget – direttamente sulle unità SSD esterne con connessione USB-C che non superano i 500MB/s e questo fa capire che il valore del disco integrato è straordinariamente elevato.

Importazione dei file video nei software di montaggio

mac m1 videomaker

Una volta che abbiamo i nostri file sul disco di lavoro e andiamo ad importarli nel software di montaggio preferito (Final Cut Pro, DaVinci Resolve, Adobe Premiere Pro) noteremo come l’importazione è davvero rapida e fulminea. Su Final Cut Pro non ci si rende nemmeno conto dell’operazione data l’estrema velocità. Ovviamente tutto dipende dalle esigenze di importazione, di seguito i casi più comuni in cui la velocità dipende da altre variabili:

  • Importazione da altro disco oppure da schede di memoria
  • Analisi del colore o dell’audio
  • Copia dei file originali
  • Realizzazione di file proxy

Giusto per non farvi mancare nulla, ho lavorato su alcuni file proxy, generati a partire dai file originali di Sony A7 III e di Sony A7R III (XAVC S 4K) e di Blackmagic Pocket Cinema Camera 4K (ProRes 422HQ) e la loro conversione non ha richiesto molto tempo, almeno su Final Cut Pro:

  • XAVC S 4K 30fps (file di 6 minuti) convertito in ProRes Proxy in 1 minuto e 31 secondi
  • ProRes 422HQ 4K 60fps (file di 1,23 minuti) convertito in ProRes Proxy in 1 minuto e 40 secondi

Ovviamente bisogna considerare il peso che i vari codec e formati hanno e i dati che compongono i due file, compresi anche i frame per secondo. Considerando il peso del file in ProRes 422HQ, registrato inizialmente in formato BRAW 3:1 con codec Blackmagic, i risultati sono più che soddisfacenti.

Fluidità di montaggio: Mac M1 se siete videomaker dediti a Final Cut Pro

Final Cut Pro

Parlando di montaggio vero e proprio, gli scenari cambiano in base al software in uso. Su Final Cut Pro – è inevitabile – si lavora decisamente meglio in termini di fluidità e di rendering in background. Durante l’editing di un progetto da venti minuti di video in 4K – con output fissato in Full HD – ci sono stati praticamente zero blocchi e zero frame persi durante il playback. Il progetto è stato arricchito poi in modo molto consistente, con un livello di color correction e tre livelli di color grading, titoli e animazioni, nonché transizioni con maschera applicata e solo in questo caso c’è stato qualche frame perso e qualche piccolo lag.

In una seconda produzione, invece, ho notato quanto la mancanza di spazio su disco infici le performance complessive di Final Cut, il quale smetteva di riprodurre l’audio quando il carico di lettura e scrittura si faceva pesante. Se non usano dischi esterni, il consiglio è di prendere la variante più corposa, con più storage.

Premiere Pro

premiere pro

Con Adobe Premiere Pro il risultato è stato decisamente differente e per poter montare con agilità le riprese, realizzate sempre da Sony A7R III con codec XAVC S in risoluzione 4K con 30fps, è stato necessario ridurre la qualità delle anteprime ad 1/4 e, nei punti più complessi anche ad 1/8. Con un po’ di pazienza ci si può adattare nel lavorare ad 1/2 della risoluzione ma non ci sarà tutta quella reattività che Final Cut invece offre, eseguendo anche il rendering in background.

Spezzando una lancia in favore di Adobe, c’è da dire che Premiere Pro CC non è ancora stato aggiornato con compatibilità completa ad M1 (al momento c’è solo la versione beta) e quindi questi risultati sono frutto della “traduzione” di Rosetta 2. Visti da quest’ottica, i risultati offrono un chiaro quadro della situazione: le app Intel girano anche piuttosto bene rispetto alle previsioni ma è necessario ricompilare i software per architettura ARM per poter sfruttare appieno il nuovo processore realizzato da Apple che, ricordiamo, gestisce questa enorme mole di pixel e dati con soli 8GB di RAM (o memoria unificata), almeno nella versione che ho provato io.

AGGIORNAMENTO: Ora che Premiere Pro è stato finalmente aggiornato per i processori Apple Silicon, le performance risultano decisamente migliori e si avvicinano tantissimo a quelle offerte da Final Cut Pro. Dai nostri test abbiamo notato che si lavora con estrema fluidità anche con anteprime più corpose e con strumenti pesanti. Un ottimo lavoro da parte di Adobe.

DaVinci Resolve

Caso a parte è DaVinci Resolve, da anni ormai il miglior amico delle performance complessive. Si può lavorare facilmente a tutti i progetti, magari con la timeline impostata ad un solo scaglione in meno della risoluzione finale, anche se parliamo di file pesantissimi come i Blackmagic RAW. Certo, molto di questo merito va al codec in uso sulle videocamere di Blackmagic e sul metodo che DaVinci usa per elaborare i dati presenti nel file grezzo delle camera, eppure anche riprese estremamente pesanti, con qualità incredibilmente elevata e profili colore professionali vengono processati estremamente bene. Insomma, come Final Cut Pro ma con il supporto ai file BRAW.

Certo, dal punto di vista della mia esperienza, posso dare solo giudizi positivi al montaggio con i file BRAW ma ricordo che il grezzo proviene da una Blackmagic Pocket Cinema Camera 4K che, ovviamente, ha meno pixel rispetto alla sorella più desiderata, la Pocket Cinema Camera 6K (o Blackmagic Pocket Cinema Camera 6K Pro).

Rendering ed esportazione dei contenuti

Tra tutte le variabili in gioco, a partire dal software fino ad arrivare alle specifiche del progetto e alle altre operazioni in corso sul Mac, il rendering è chiaramente più intuitivo su Final Cut Pro poiché avviene velocemente ed in background. Premiere CC invece, soprattutto per progetti lunghi, richiede del tempo per renderizzare un video e quindi ci obbliga a fare una pausa dal lavoro.

L’esportazione è molto efficiente su Final Cut Pro e raggiunge ottimi risultati di velocità, sebbene faccia partire l’unica ventola disponibile su questo MacBook Pro. Premiere è più lento ma non ha mai fatto partire la ventola se non nel pre-rendering degli effetti video durante il montaggio. DaVinci invece esporta in modo più o meno bilanciato.

I risultati (empirici registrati) sull’esportazione 4K:

  • Final Cut Pro, export in H.264 4K 30fps da 1,23 minuti + color correction: 2,22 minuti
  • Final Cut Pro, export in H.265 (HEVC) 4K 30fps da 1,23 minuti + color correction: 57 secondi
  • Premiere Pro, export in H.264 4K 30fps da 11 minuti + color correction: 21 minuti
  • Premiere Pro, export in H.264 4K 60fps da 1,37 minuti + color correction: 1,45 minuti
  • Premiere Pro, export in H.265 4K 60fps da 1,37 minuti + color correction: 1,35 minuti
  • DaVinci Resolve, export in H.264 4K 60fps da 1,23 minuti + color correction: 4 minuti – Stesso risultato con la variante H.265
  • DaVinci Resolve, export in ProRes 422HQ da BRAW 3:1 4K 60fps da 1,23 minuti: 3,41 minuti

App e software: cosa manca all’appello per i videomaker su Mac M1?

Sempre più applicazioni e software professionali si aggiornano per supportare al meglio i chip Apple Silicon. Tra quelle più usate nel mondo del video editing e del sound design per i video, manca solo Adobe con Premiere Pro e After Effects. In ogni caso ecco un rapido elenco delle principali:

  • Final Cut Pro – Apple Silicon
  • Motion – Apple Silicon
  • Compressor – Apple Silicon
  • DaVinci Resolve – Apple Silicon
  • Adobe Premiere Pro CC – Intel
  • Adobe After Effects – Intel
  • Media Encoder – Intel
  • Garageband – Apple Silicon
  • Logic Pro – Apple Silicon
  • Adobe Audition – Apple Silicon

Ci auguriamo che presto anche le app mancanti possano arrivare a supportare al meglio Apple Silicon.

Insomma, c’è chiaramente già molto spazio di manovra ma se le massime performance sono la priorità e si usa solo la suite video di Adobe, il consiglio è di attendere ancora prima di passare ad M1.

Se usate i plugin o restate su Intel o siete videomaker molto fortunati su Mac M1

plugin final cut pro x

Attenzione: argomento estremamente soggettivo! Se siete soliti usare plugin di terze parti per i software di montaggio ed editing video e audio, sappiate che la strada è ancora – enormemente – in salita. Senza stare a disquisire tra quali sono i migliori plugin e quali sono quelli più frequentemente aggiornati, consideriamo l’enorme parco di software aggiuntivi per le più popolari piattaforme quali Final Cut e Premiere Pro.

Se i plugin fanno parte integrante del vostro lavoro ci sono due strade davanti a voi:

  • La strada “fortunata”: i plugin che usate sono già stati convertiti per Apple Silicon e potete tranquillamente sfruttarli al meglio
  • La strada “dissestata”: i plugin che usate non hanno previsioni di aggiornamento ad Apple Silicon e per passare alla nuova architettura dovreste acquistarne di nuovi oppure attendere tempo indefinito

Le scelte personali poi, stanno a voi, ma un conto è se si parla di plugin gratuiti o costati poche decine di euro e un discorso totalmente opposto è quando si parla di plugin costati centinaia, se non migliaia, di euro.

In questi casi vale sempre una semplice regola: se il lavoro richiede il massimo apporto di plugin e software esterni, le novità hardware vanno sempre prese con le dovute distanze.

La batteria viene da un altro pianeta!

M1 tdp

La batteria, è un vero game changer. Si può montare per ore e ore ininterrottamente senza dover ricaricare la batteria del MacBook Pro M1. Chiaramente, con le dovute variazioni, si tratta dello stesso tipo di efficienza che si può riscontrare su MacBook Air M1 e su Mac mini M1. Le richieste sono davvero contenute e se sui portatili questo aiuta a mantenere la batteria in ottimo stato anche per giornate intense lavorative, sui modelli fissi – compresi gli iMac M1 in arrivo – questo ha un impatto non indifferente sui consumi energetici, soprattutto se messi in relazione alle richieste energetiche delle workstation desktop.

Con un Mac M1 si lavora bene come videomaker ma attenzione al carico!

mac m1 videomaker

Ovviamente in base all’intensità del vostro lavoro di videomaker si potrà capire quale sistema è più adatto alle singole esigenze, Intel o Mac M1 che sia. I videomaker che realizzano contenuti per il web, YouTube o per i social network non avranno nulla di cui lamentarsi con M1. Se si iniziano, invece, a produrre cortometraggi o video pieni di effetti speciali (che richiedano anche un utilizzo massivo di After Effects) forse questa prima generazione non è ancora consigliata ed è meglio puntare su Intel.

Non a caso, per i grandi lavori di montaggio e di editing video, continuo e continuerò ad utilizzare i Mac con processori Intel nei prossimi anni, sebbene per l’uso in mobilità o per progetti senza effetti o editing particolari, il MacBook Pro M1 soddisfi appieno le mie esigenze.

In buona sostanza, rispetto al mio vecchio MacBook Pro 15″ con processore Intel i9 octa-core, 16GB di RAM e grafica dedicata, questo MacBook M1 mi offre performance quantomeno simili e una batteria decisamente più performante.

I miti da sfatare su Apple Silicon M1

  • La ventola sul MacBook Pro M1 c’è e si sente se si usa in modo stressante la CPU e la GPU
  • Anche questi computer si riscaldano se usati in modo intenso, sebbene con temperature decisamente più accettabili rispetto alle controparti Intel
  • Gli 8GB di memoria unificata sono validi e, spesso, non è necessario investire in un modello con 16GB
  • Non è vero che con una spesa minore si ottengono le stesse performance di un Mac di fascia alta Intel

I punti “sorprendenti” di M1

  • Il consumo energetico è davvero irrisorio
  • Le app ottimizzate sono così fulminee da non sembrare vere
  • Si può fare davvero di tutto con un modello entry-level
  • Siamo solo alla prima generazione e chissà cosa ci aspetta di bello in futuro!

Queste quindi erano le considerazioni su come si lavora con i Mac M1 da videomaker. Chiaramente le esigenze variano da utente ad utente ed è per questo che questo approfondimento è più un racconto di un’esperienza che un dato da prendere senza contesto. Se volete approfondire potete dare un’occhiata alla nostra recensione completa, la quale affronta anche tante altre tematiche.

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