Apple può dire addio alla segretezza?

Apple e la segretezza, un binomio non più perfetto come dimostrano le informazioni sui nuovi MacBook che abbiamo letto in questi giorni. Ma perchè la società di Cupertino ha perso questo suo importante valore?

Il fatto che si sia persa quella sensazione di stupore durante i keynote di Apple fa poco piacere anche a noi utenti, ed è un po’ come quando i bambini indovinano il ragalo di Natale prima di aprirlo e perdono gran parte dell’emozione. Il fatto è che sempre più spesso i rumor provenienti dalla Cina si stanno rivelando sempre veritieri: è successo con il nuovo iPad, ma anche con l’iPhone 5 e l’iPad mini (salvo clamorose sorprese per domani…).

ArsTechica ha provato a capire quali sono le sensazioni dei dipendenti Apple su questo punto e come la società potrebbe correggere il tiro per il futuro. Per i leaker, cioè coloro che fanno uscire le notizie “segrete”, l’emozione di poter far sapere al mondo le ultime novità sul mondo Apple è forte, e condividere queste informazioni con amici, parenti, investitori e giornalisti  dà un senso di “potere informatico” non da poco. Ma perchè Apple non riesce più a mantenere questi segreti sui prodotti in fase di sviluppo? Innanzitutto la segretezza si basa sulla fiducia, e la fiduca è tanto più alta quando ci si sente “dentro” l’azienda. Se questo vale per gli ingegneri che lavorano a Cupertino, lo stesso non può dirsi per le migliaia di dipendenti cinesi che fanno turni di 11 ore alla Fosconn: sentirsi nella famiglia “Apple”? Per carità, i problemi sono altri e ben più gravi. Ecco, quindi, che per loro divulgare una notizia è indifferente e, anzi, spesso ricevono anche denaro da siti e blog asiatici (e non solo) pur di far trapelare qualche foto.

E alcuni dipendenti Apple che lavorano negli USA sono d’accordo con questa disamina: semplicemente oggi è impossibile per qualsiasi azienda mantenere la segretezza, il tutto a causa della globalizzazione.  Tutti confermano che le politiche di sicurezza di Apple sono rimaste severe come sempre e, anzi, per alcuni sono addirittura diventate più restrittive con l’avvento di Tim Cook: i prototipi vengono spostati da una parte all’altra del Campus coperti da un panno nero e vengono visti solo dagli alti dirigenti, chi ha l’autorizzazione a portare fuori i terminali per fare dei test ha una serie di controlli e di limitazioni spaventose e squadre di sicurezza interne monitorano segretamente e costantemente la situazione, anche controllando le comunicazioni aziendali tra i dipendenti che lavorano al campus. Non si tratta di pratiche nuove, ma sembra che con Cook siano aumentati i licenziamenti o gli spostamenti ad altri gruppi per quelle persone che non rispettano le regole sulla segretezza.

Per cui, nessuna notizia potrà mai filtrare dal Campus Apple. Diverso, invece, è il discorso per le catene di produzione in Cina. Lì è impossibile attuare le stesse politiche restrittive, e far uscire le foto di un prodotto è sempre più facile. Secondo molti, Apple dovrebbe completamente rinnovare le sue politiche di controllo e modernizzarle per migliorare la situazione. Inoltre, come già scrivemmo su queste pagine, ora Apple preferisce presentare un prodotto e rilasciarlo pochi giorni dopo: in passato, invece, tra la presentazione e la produzione passavano mesi e questo consentiva ad Apple di controllare meglio le varie notizie, dato che le informazioni sul dispositivo venivano inviate alla Foxconn solo dopo la presentazione ufficiale.

Insomma, in Cina nessuno ha interesse a mantenere il segreto e tra migliaia di dipendenti, qualcuno che fa la spia ci sarà sempre, a meno che Apple non si inventi un metodo per evitare che questo accada. Non a caso è rarissimo leggere anticipazioni sulle nuove versioni di iOS, dato che il software viene sviluppato e visionato solo nel Campus Apple di Cupertino, anche se da centinaia di persone.

 

 

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