“Mollo tutto e passo a Mac” è la storia di un blogger stanco e frustrato dalla sua decennale esperienza in Windows che ha deciso di fare “il grande passo” ed effettuare il passaggio ai sistemi della mela. Qualora ve la foste persa, questa la “prima puntata” che raccoglie le sensazioni del primissimo approccio al “nuovo mondo”. Qui di seguito le impressioni e il racconto a due settimane dal passaggio.
Innanzitutto volevo ringraziare tutti gli utenti che, nella scorsa prima edizione dalla mia rubrica, hanno dato il loro prezioso contributo di idee e suggerimenti. Volevo ringraziare, inoltre, tutti quegli “old adopter” che, con tenerezza, ci hanno guidato nella nostra dolce scoperta che, per molti di loro ormai, sarà semplicemente sembrata dell’acqua calda.
Ma perdonateci, visto che l’adozione verso i sistemi Mac continua a crescere, ci sembra doveroso affrontare anche “problematiche” connesse all’utilizzo di sistemi Mac da parte di utenti che, come me, hanno vissuto nella giungla informatica fatta di pulsanti start, schermate blu e file .exe. Abbiamo passato tante brutte cose, lo so.
Grazie ad alcuni utenti ho scoperto un po’ di altra “acqua calda” che vorrei riassumere e riprendere un attimo, perché credo possano essere consigli veramente utili a molti.
Ho scoperto, ad esempio, che per trascinare un oggetto non è non è indispensabile effettuare una gesture a tre dita ma che è possibile, attraverso il menu accessibilità, abilitare la modalità di trascinamento con un semplice doppio clic. (Preferenze di Sistema->Accessiblità->Mouse e TrackPad->Opzioni TrackPad e “Abilitare il trascinamento con blocco Trascinamento”).
In questo modo basterà effettuare un doppio click (continuando a tenere premuto sul secondo click, per trascinare qualsiasi elemento). Mi dicono che era una opzione di default nelle passate versioni di Mac OS X, personalmente la reinserirei (Grazie Ettore Cattoli).
Ciò che mi manca di Windows, probabilmente sarà anche un po’ bizzarro, è il tasto cancella [Canc]. In realtà Google mi ha semplicemente suggerito di utilizzare Fn+Del ed il gioco è fatto.
Inizialmente ho sentito anche la mancanza dello strumento del taglia e incolla per poi scoprire che bastava selezionare un file e fare Cmd+C e poi Cmd+V per copiarlo (e fin qua…) o Cmd+Alt+V per spostarlo. La verità è che molto spesso, per spostare un File, spesso e volentieri si ricorre ad un semplice drag and drop e, il sistema di “Cartelle ad Impulso” del Finder è veramente una chicca.
Altra piccola “mancanza” iniziale è stata l’impossibilità di sfogliare le foto presenti in una cartella semplicemente premendo avanti indietro all’interno del classico visualizzatore delle immagini di Windows. Ma si può ovviare facilmente: basta selezionare tutte le immagini che vogliamo “passare in rassegna” e… fare un click. In anteprima si aprirà la prima immagine e dalla colonna di sinistra sarà possibile sfogliare le immagini selezionate una per una semplicemente scorrendo in giù. E’ anch’esso un buon sistema ma onestamente continuo a preferire l’immediatezza del sistema utilizzato in Windows. Ovviamente se, invece, la cartella è presente nella vostra libreria di iPhoto il gioco sarà tutto molto più semplice.
iPhoto
In un Mac, per una gestione ottimale dei nostri file multimediali (in particolare per le foto) iPhoto è veramente uno strumento tanto semplice quanto immediato e versatile; Sono riconosciuti gli account Facebook, Twitter, Flickr; l’integrazione con iCloud è paradisiaca e sfiora la perfezione. Lo streaming foto, automaticamente scaricato, consente di importare in libreria le foto scattate da iPhone o iPad.
Le possibilità di ritoccare i nostri scatti variano in maniera molto limitata ed essenziale, tuttavia per un uso casual vanno più che bene. E, se si ha Aperture, è possibile immediatamente importare uno scatto nell’apposito programma per un editing più importante.
Anteprima dei file, mai più senza.
Anche la funzione anteprima è uno strumento molto molto potente e versatile, in quanto, con una semplice pressione della barra spaziatrice su un file selezionato, è possibile visualizzare il contenuto veramente di una miriade di formati diversi di file. Non occorrono visualizzatori di file PDF, Word, per leggere un docx, ecc ecc…
Si preme sulla barra spaziatrice e la visualizzazione del contenuto del file è pressoché istantanea.
E’ possibile poi aprire il file selezionato con il relativo programma grazie all’apposito pulsante in alto a destra. Altra piccola chicca è costituita dalla possibilità di ascoltare un file direttamente cliccandoci sopra (spunterà un mini controllo in grado di riprodurre il brano) oppure se magari siamo immersi in una cartella di presentazioni diverse è possibile semplicemente sfogliare avanti e dietro all’interno della stessa icona (se è impostata come grande è meglio) ed andare a “pescare” il file che cercavamo.
Un’altra cosa che spiazza un po’ un utente Windows nel passaggio tra la giungla ed il giardino dell’eden dell’informatica (sì, sto esagerando, lo so) è costituito dall’installazione di alcuni pacchetti. Se, infatti, la ricerca e l’istallazione di programmi attraverso l’AppStore si rivela essere un’operazione alquanto banale ed immediata lo stesso non può dirsi di pacchetti comunemente scaricati da Internet. Spesso in forma di file.dmg essi non sono altro che dei “file contenitori” (i comuni file immagine .iso su Windows, per intenderci) i quali vengono trattati come delle vere proprie periferiche virtuali. All’inizio scaricare un programma e trovarsi un lettore virtuale sulla scrivania spiazza, ma nel momento in cui si realizza che quello è semplicemente un file immagine si comprende che in realtà si sta compiendo in maniera semplice un’operazione che ho compiuto milioni di volte in passato (Tasto destro su Daemon Tools, “Monta un’immagine Disco”).
Nel pacchetto c’è il file che permette di installare l’applicativo o, molto più spesso, semplicemente l’applicazione che poi va spostata nella cartella Applicazioni e… il gioco è fatto.
Errore da principiante: spostare l’app sul dock invece che in Applicazioni. Non fatelo, perché non appena smontate la periferica virtuale (Classico tasto Espelli nel Finder) l’applicazione semplicemente sparisce.
Disastro Mail… Apple, ma perché?
Nel giardino dell’eden non potevano mancare le mele bacate. E in Mac OS X Mavericks la mela bacata, la ciambella senza buco, è Mail. Chiariamo sin da subito: Mail è un’applicazione bellissima, la gestione delle mail, la visualizzazione, la possibilità di spostare allegati con semplicità semplicemente trascinandoli è realizzata davvero bene. La visualizzazione di un flusso di mail, mailing list lavorative, è implementata a meraviglia (ho anche scoperto che sia iOS che Mail riconoscono automaticamente i codici di tracciamento delle spedizioni UPS, e basta un click per far aprire la finestra con i relativi dettagli di spedizione, tanto per restare in tema di “chicche”). Ma qui il punto è un altro.
Oltre a diversi crash (in parte risolti in Mac OS X 10.9.1) sperimentati mentre cercavo di far andare in IMAP la mia casella Hotmail (che funziona quando pare a lei, per altro spesso, ma non sempre, le notifiche non sono in push) gli utenti hanno riscontrato difficoltà enormi con la configurazione degli account Gmail e le lamentele continuano ad arrivare tanto che, ancora nella buglist della beta di Mac OS X 10.9.2 leggiamo di ulteriori lavori ancora sull’applicazione in questione, segno che in fase di sviluppo si è commesso qualche errore e come molti sviluppatori sanno, a volte mettere la pezza è peggio che riscrivere qualcosa da zero.
Ma la cosa che mi ha lasciato perplesso è che Mail non ha un proprio daemon che in background che controlla e sincronizza le mail, ma che occorre necessariamente tenere aperto il programma per tenere sincronizzate le mail. Certo, qui siamo su un PC e non su un dispositivo mobile, programma aperto funziona, programma chiuso no. Semplice. Ma da Mac OS X che, in backgroud scarica foto, aggiorna contatti, calendari, ecc ecc… mi aspettavo questa ulteriore possibilità. E’ anche vero che, mettendo il Mac praticamente quasi sempre in sleep il problema quasi mai si pone, essendo mail perennemente aperto sul mio Mac.
Al di là di questo, speriamo che Apple possa risolvere tutti i problemini che affliggono quest’applicazione, perché per il momento non l’ho trovata all’altezza della “perfezione” dell’intero pacchetto di App Apple.
DashBoard, ma a che serve?
Un’altra “cosa carina” ma abbastanza raffazzonata e non proprio in perfetto stile Apple è la Dashboard. E’ uno spazio in cui si possono caricare dei Widget (tra l’altro una lista è compresa in una pagina sperduta dell’immenso sito di Supporto Apple (ma una sezione in AppStore?) ma che fondamentalmente non ho mai ancora utilizzato (o trovato il modo di utilizzare).
Alcuni widget presenti (tipo quello della borsa e meteo), contenuti in iOS fino ad iOS 6, non sono stati aggiornati. In realtà è tutta la grafica di questo spazio, per quanto in realtà dovrebbe essere uno spazio altamente customizzabile, ad apparire alquanto approssimativa se non proprio antiquata.
La prossima puntata?
Conclusa la fase “scusate se mi stupisco con poco” ma che in realtà non è altro che un racconto rigoroso di impressioni da chi per anni ha mangiato pane e Windows, passerò all’utilizzo di Mac OS X in dual monitor (che sto testando in questi giorni), compresa la gestione delle risoluzioni retina, qualche considerazione su Foto e Audio editing, gestione dei processi, ecc…
Attendo con impazienza i vostri commenti, suggerimenti e impressioni.
Buon Mac a tutti.
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