Accesso impossibilitato a download e funzionalità di sincronizzazione per un problema che sembra affliggere i server di ogni continente.
La tecnologia può e sa essere spietata se vuole: dopo lo storico down ai server BlackBerry che ha disseminato, letteralmente, il panico tra i fruitori del servizio email push di RIM, con conseguenze economiche e azionarie pesanti per la compagnia (senza considerare l’esodo di clienti verso altri lidi… ) a registrare problemi di entità non trascurabile è la compagnia di Cupertino, problemi con la piattaforma di archiviazione online per musica, documenti, file e libri iCloud.
Le prime segnalazioni, riportate da The Next Web, erano state prese in considerazione poiché non localizzate in aree specifiche degli States e, soprattutto, verificate direttamente dai membri dello staff ma si pensava ai classici down per manutenzione anche se l’assenza di comunicati ufficiali contribuiva a montare il sospetto che non fosse qualcosa di pianificato: è impossibile scaricare quanto archiviato sul proprio account iCloud per motivi non meglio specificati. iTunes, difatti, accedendo alla Nuvola mostra un messaggio di errore del tutto fuorviante…
… ma il problema, rassicuriamo i lettori, non è dei nostri, come si sarebbe indotti a pensare, bensì dei server Apple. Contattata, la compagnia di Jobs ha dichiarato:
“…siamo a conoscenza del problema ma al momento non possiamo fornire una tempistica per la risoluzione…”
Leggendo i feedback forniti dagli utenti nelle discussioni, alcuni affermano di non riuscire a scaricare nulla, altri che i file con dimensione inferiore a 15Mb si scaricano correttamente, altri ancora che il download si interrompe prima del completamento. Stiamo verificando se siano affetti da questo problema anche i server europei però era nostra premura informare tempestivamente che il problema è di Apple e non della connessione utilizzata.
Il futuro è davvero “in the cloud”? Ma soprattutto, la tecnologia attuale, le infrastrutture allestite, possono tollerare l’immane carico giornaliero richiesto da una popolazione di internauti sempre in costante crescita? Se a tutto aggiungiamo altri 3 potenziali milioni di nuovi utenti che con il l’ultimo iPad si troveranno forse per la prima volta dinanzi alla scelta se archiviare i propri dati in locale o remoto, prediligendo, secondo Apple, proprio quest’ultimo, non viene da chiedersi se non si stia forzando troppo questa migrazione?