Come un fulmine a ciel sereno, un paio di giorni fa Apple ha ufficialmente presentato la nuova gamma dei MacBook Pro di questo 2019. In merito ad essi ci sono state parecchie discussioni del caso che indubbiamente non possono passare inosservate e che sono figlie anche di alcuni problemi precedenti.
Entrando più da vicino i dubbi sui prodotti erano diversi. Avevamo visto come lo scorso anno, con i modelli già lanciati sul finire del 2018, si siano presentati dei problemi di throttling generale che mandarono in crisi la stessa Apple. Gli utenti ovviamente non perdonarono all’azienda quanto successo ma con questa generazione la situazione potrebbe essere cambiata, in positivo ovviamente.
Andando infatti ad analizzare quelli che sono stati i primi veri benchmark usciti in merito a questi nuovi portatili, si evince come sul modello da 15 pollici di diagonale le prestazioni siano nettamente migliorate. I nuovi processori di nona generazione di Intel, montati esclusivamente sui modelli più grandi dei MacBook Pro, hanno dato un bel boost in termini di performance generali. Il top di gamma montato, ovvero il nuovo i9-9980HK, è un modello ad otto core che è in grado di raggiungere la frequenza massima di lavoro pari a 4.8 GHz in Turbo Boost. Per chi poi giustamente non si fidasse delle semplici schede tecniche, come detto prima sono stati fatti anche dei benchmark con il più conosciuto software in questione, Geekbench, che ha confermato come soprattutto in multi core le prestazioni siano a dir poco aumentate. Nel caso specifico si parla di un punteggio complessivo totalizzato pari a 29000 punti circa contro i precedenti 22000 della generazione precedente. Per quanto riguarda invece il test in single core il punteggio si attesta sui 5800 contro i 5300 dei modelli del 2018, i quali però ricordiamo usavano un processore i9 8950HK da sei core. Giusto per confermare e scongiurare ogni dubbio, è stato anche confermato come il Mac utilizzato per questi test sia uno dei modelli appena presentati per via della presenza di ben 32 GB di memoria RAM dotati di memorie LPDDR4 di ultimissima generazione in grado di lavorare ad una frequenza di 2400 MHz.
A conti fatti si potrebbe quindi dire che questo cambiamento imposto da Apple stia funzionando e che la nona generazione dei prodotti di Intel sia meglio digerita dai portati della mela morsicata. Non tocchiamo l’argomento prezzi, ovviamente sempre molto alti, ma almeno dal punto di vista delle performance in questo caso non dovrebbero più esserci problemi e queste fasi iniziali vanno a confermare la sensazione generale che si era avuta su questi notebook.