E’ in arrivo “The Town of Light”, un horror psicologico per Mac realizzato in Italia

Oggi vi parliamo in anteprima di un gioco molto interessante, che ha già suscitato l’interesse di Steam e di altre importanti realtà internazionali. Stiamo parlando di The Town of Light, un horror psicologico realizzato e prodotto interamente in Italia.

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The Town of Light è un gioco psicologico in prima persona, che porta con sé una serie di ambientazioni e personaggi ispirati ad eventi e luoghi reali. Il videogame è stato realizzato dallo studio indipendente Lka.it.

Lo scopo di questo gioco è quello di offrire al giocatore quelle che sono le esperienze, le angosce e i drammi che fino ad un secolo fa venivano vissuti dai pazienti ricoverati nei manicomi, dando all’utente tutti gli aspidi di un disagio della malattia mentale e degli orrori delle istituzioni totali che dovevano “curare” queste persone.

L’intero gioco è quindi ambientato in uno dei più grandi manicomi esistiti in Italia, che arrivò a contare fino a 5000 internati, situato nella città di Volterra. Insomma, non è solo un gioco, ma anche una denuncia reale alle situazioni vissute da tanti malati non più di un secolo fa. Basti pensare che i primi mesi di lavoro del team di sviluppo sono stati spesi per il lungo lavoro bibliografico e per frequentare le location reali in cui è ambientato il gioco.

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Come accennato all’inizio, questo gioco ha conquistato anche gli apprezzamenti internazionali come il Greenlit su Steam. Inoltre, questo gioco ha vinto l’award in “Story & Storytelling”  alla Game Connection Europe 2014 di Parigi.

Il gioco è un’esperienza psicologica in prima persona che ha come protagonista una giovane donna schizofrenica che passò buona parte della sua vita in un manicomio. La voce di Renèe accompagna il giocatore durante tutta la storia. Grazie al suo sguardo rivivremo la sua storia ed il suo dramma personale. Il compito del giocatore non è semplice, in quanto dovrà ricostruire la personalità della donna, esplorando liberamente l’ambiente, reperendo documenti, rivivendo le sue allucinazioni e cercando di interpretare quello che la sua voce via via cercherà di comunicarci.

Infatti, il ricovero nel manicomio in Italia, come in moltissimi altri paesi, comportava la completa perdita dei propri diritti, non si poteva più decidere per se stessi. Il ricovero avveniva in modo coatto, Il malato non poteva possedere più nulla, le terapie più pericolose venivano applicate senza bisogno del suo consenso, spesso le lettere che i pazienti scrivevano alle famiglie e viceversa non venivano recapitate. Il paziente dipendeva in tutto dalle decisioni dello medico che lo seguiva:

Il gioco ha diversi possibili finali e sarà affiancata da esperienze parallele, liberamente affrontabili che ci permetteranno di approfondire la conoscenza del manicomio e della protagonista.La storia di Renèe non è realmente accaduta, ma si basa comunque su fatti reali che prendono ispirazioni dai documenti dell’epoca. Non ci saranno zombie o aspetti paranormali: tutto l’aspetto “horror” del gioco deriva dalla realtà storica del manicomio.

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Il gioco è però ambientato nei nostri giorni, anche per denunciare lo stato di degrado in cui versano le strutture degli ex ospedali psichiatrici in Italia. Il giocatore visiterà gli ambienti nelle condizioni odierne, così da rivivere la storia della protagonista attraverso ricordi e flashback. Invece, la storia di Renée  è ambientata negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale)

Ecco cosa ci hanno detto gli sviluppatori:

The Town Of Light racconta la storia di Renèe, una giovane donna schizofrenica, che si svolge tra la fine degli anni 30 e l’inizio degli anni 40 a Volterra, questa scelta dipende essenzialmente da due fattori. Il primo è che quelli sono stati probabilmente gli anni più interessanti e controversi nella storia dell’istituzione manicomiale italiana, anni in cui non erano ancora arrivati gli psicofarmaci, in cui i manicomi erano sovraffollatissimi ed il trattamento dei ricoverati era particolarmente complesso, anche a causa della carenza cronica di personale. Il secondo elemento è la scelta del luogo: Volterra.

La scelta di Volterra è dovuta al fatto che il complesso ospedaliero è particolarmente affascinante e adatto da un punto di vista architettonico ad essere scelto come location per un videogioco, in quanto suddiviso in numerosi padiglioni di dimensioni relativamente ridotte, immersi in un grande e affascinante parco che sarà protagonista della storia al pari degli interni dei padiglioni. Ma questa storia si è verificata in tanti altri luoghi, non solo italiani.

I manicomi, soprattutto negli anni in cui la nostra storia è ambientata, erano sovraffollati e carenti di personale e questa situazione portava con sé condizioni igenico sanitarie inimmaginabili; gli psicofarmaci moderni con la loro capacità di “tranquillizzare” i più agitati non esistevano ancora, i reparti erano delle vere malebolge dantesche e questo costringeva spesso il personale ad adottare misure di contenzione e terapia estreme che oggi verrebbero definite senza dubbio “torture”: pazienti legati al letto per mesi, docce gelate, lobotomie, soffocamento.

Lo scopo di questo titolo è anche quello di far scoprire la terribile realtà dell’istituzione manicomiale in quegli anni. Onde evitare polemiche, gli sviluppatori hanno scelto di vedere i vari aspetti sempre l due punti di vista: da una parte quello del ricoverato che subiva la perdita dei propri diritti civili, veniva sottoposto a terapie violente da shock a cui non poteva sottrarsi, e viveva la terribile sofferenza della malattia mentale. Dall’altra quello di chi lavorava in questi ospedali in condizioni difficilissime, in numero non sufficiente, spesso con una preparazione inadeguata e frustrato dall’impotenza di fronte alla malattia mentale.

Il gioco sarà disponibile alla fine del 2015, e sarà integrata la compatibilità con Oculus Rift per creare una esperienza ricca di paura e tensione.

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