Annegare nei files: che fare ? Niente (più o meno)

La premessa è che amo avere un Desktop pulito, senza millemila file sparsi qua e là solo in modo caotico per un presunto accesso immediato: i miei doc sono catalogati per tipologia (immagini, video, musica, documenti) e per ambito (lavoro, personali, condivisi…). Ma non tutto è divisibile e duplicare è uno spreco (un doc personale può essere condiviso e una immagine può servirmi sia per lavoro che per fini personali). Tendo a mantenere un versioning delle cose importanti e che hanno avuto un’evoluzione temporale sofferta, per cui devo poter andare indietro nel tempo. Ho più Mac e tendo a conservare software o download che ritengo possano servirmi nuovamente. Per il resto c’è (l’ottimo) spotlight.

spotlightCiò che non capisco dei numerosi post e articoli circa la manutenzione, la pulizia e l’organizzazione del file system su OSX (stendiamo, questo si, un velo pietoso sulle performance in generale di HFS+) è il punto di vista scelto per analizzare il problema.

E’ ovvio che uno stile di lavoro pulito, che attivi periodicamente un “garbage collector” (che dovrebbe essere caricato di default nel cervello di ogni informatico), per rimuovere spazzatura, file obsoleti e software di dubbia utilità, non fa altro che agevolare e snellire le procedure di sistema che indicizzano e ricercano le informazioni.

Ma OSX, nelle sue ultime versioni, ha scelto come suo approccio quello di nascondere la polvere sotto il tappeto, per mostrare sempre un ambiente splendente e accogliente all’utente ed occupandosi lui, dietro le quinte, di organizzare, catalogare, indicizzare tutto quanto serve per erogare al meglio servizi e funzionalità. L’idea non è più di ricercare attraverso folder annidati secondo la propria logica, ma di richiedere un file o una versione dello stesso, con riferimenti temporali (versioning integrato nel finder), tag (introdotti con Mavericks), tipologia (immagini, musica…) e location (Mac o iCloud).

  1. Decidere improvvisamente di fare le “pulizie di primavera” per poi riprendere come prima è inutile: alti costi per ottenere risultati parziali (come la mettiamo con una libreria iPhoto di quasi 100GB, tra master, modifiche multiple, cestino, per esempio ?) e pochi decimi di secondo in meno nella risposta. O sposiamo la logica Apple (ci penso io a darti quel che ti serve) oppure l’approccio da seguire (che personalmente ho scelto) è drastico:
  2. definizione un nuovo stile di lavoro, con regole da seguire nella gestione di cosa tenere e dove salvarlo (in locale o su un NAS centralizzato ?)
  3. salvataggio dei blocchi principali di dati/documenti (libreria iPhoto, iMovie, iTunes Media, Documenti e simili) senza entrare troppo nel dettaglio dei singoli archivi
  4. reinstallazione del sistema e delle applicazioni/utility davvero utili
  5. ripristino dei blocchi di dati salvati al punto 2
  6. full backup via Time Machine (o altro sistema di propria scelta/fiducia)
  7. scrupoloso rispetto di quanto deciso al primo punto
  8. ora sì, finalmente, fiducia e fede cieca in spotlight (o launcher di fiducia)

Nessun compromesso, scelta di comodo o utility “magica” può sostituire una buona pianificazione costante, che si appoggi ad un buon sistema di backup e versioning.

Il resto è tempo sprecato.

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