Ciao a tutti. Mi chiamo Giovanni Longo, sono un blogger del network Spingblog e, da quando avevo più o meno 12 anni, ho un problema con l’alcool Windows. Ho cominciato per gioco, con Windows 98 e tutto sembrava così bello, facile e semplice. Mi dicevo… ma sì, tanto smetto quando voglio. Poi arrivò Windows 98 SE, Windows ME, Windows XP con i suoi mille problemi iniziali. Scoprì che per ogni problema esisteva una soluzione, almeno così dicevano, e la chiamavano Service Pack. Arrivò Vista, che ho ancora, insieme a Windows 7. Poi arrivò Windows 8 e realizzai di avere un problema. Il 3 dicembre ho ordinato il mio primo Mac, arrivato qualche giorno fa, qui vi racconto le prime mie 48 ore di utilizzo con Mac OS X e le prime impressioni, contando di tenervi aggiornati su tutte le valutazioni, impressioni e giudizi sul passaggio da un PC ad un Mac.
La pressoché totalità dei miei colleghi blogger (su iPhoneitalia.com e iPaditalia.com) e dei maggiori appassionati del panorama Apple hanno fatto il salto inverso. Dapprima conquistati dal mondo Mac, hanno poi deciso di fare il grande salto su iPhone e iPad, un non-salto in realtà, vista l’assoluta contingenza dei due mondi.
La mia storia è un po’ diversa. Sono sempre stato appassionato di tecnologia, che quotidianamente oramai impegna le mie giornate. Mi sono avvicinato al mondo Apple quasi per curiosità, attratto dall’uscita del “mitico” iPhone 4. Ho sempre visto il mondo Apple come una nicchia di utenti fedeli, spesso dipinti in modo ingeneroso come semplici “adepti” di un qualcosa che non esiste, di un concetto di tecnologia stigmatizzato dai fatti. L’utilizzo di iOS, invece, mi ha dapprima spalancato le porte di un concetto di tecnologia meno elitario, meno legato alla conoscenza in senso stretto di macchine, architetture e protocolli, ma più orientato all’utente ed alla sua esperienza d’uso. Ho capito che un prodotto Apple va necessariamente provato con mano per poterlo apprezzare (o meno) ed ho capito che i giudizi aprioristici che arrivano su Apple ed i propri prodotti sono spesso frutto della non-conoscenza. Ho imparato che ogni prodotto viene costruito con una propria filosofia, più o meno nobile, più o meno azzeccata, più o meno rivolta alla qualità piuttosto che alla produzione a bassi costi, più o meno in linea coi nostri bisogni. Ho imparato a provare prima, e poi giudicare.
Ed è così che, complice l’uscita di quello che ritengo un sistema operativo non all’altezza (Windows 8) e di una crescente passione per il mondo iOS ho deciso di fare il grande passo.
Ho ordinato un MacBook PRO con retina display da 15″ e ho cominciato quest’avventura. Questo è solo il primissimo post di una serie in cui vorrei raccontare le mie impressioni e le mie valutazioni sul passaggio tra un sistema Windows ed un Mac. Nessuna pretesa di dipingere una realtà che, come detto in precedenza, varia necessariamente a seconda dei nostri bisogni e del nostro concetto/bisogno della tecnologia. Solo una storia, che ho il piacere di condividere con voi; ed è per questo che, ovviamente, le vostre impressioni, pareri e soprattutto consigli, saranno estremamente apprezzati.
Dopo il “wow” iniziale davanti allo schermo retina la configurazione iniziale è stata pressoché immediata. Apple ID, pochissimi passi ed il Mac è già pronto all’uso. Il fatto di essere ormai utente iOS da un po’ di anni mi ha facilitato le cose. L’account iCloud ha sincronizzato al volo la mia rubrica, il mio calendario, le mail, iMessage, le note (che utilizzo molto).
Pages contiene già alcuni documenti editati su iPhone e, soprattutto, Safari conosce già, grazie alla nuovissima funzionalità di iCloud Keychain, tutte le mie Password. Senza considerare che iPhoto, appena aperto, mi proponeva già tutte le ultime foto scattate su iPhone grazie allo streaming foto. Lo stato dell’arte, magnifico. iCloud è una delle funzionalità migliori dell’intero ecosistema di prodotti Apple.
Automaticamente mi vengono proposti i primi update da fare.
Parola d’ordine: dimenticare Windows
La cosa migliore nell’imparare al meglio la filosofia dietro la quale si cela tutto il lavoro degli ingegneri Apple nella costruzione di MacOSX è dimenticare Windows. Dimenticare “Risorse del Computer”. Dimenticare il pulsante “Start”.
Il desktop solo apparentemente è lo stesso. Sotto appare l’utilissima Dock, che racchiude tutte le Applicazioni principali. Ma la magia è la barra superiore. Quando sarete in difficoltà è lì che troverete le risposte.
Oltre ai classici controlli in alto a destra c’è la sezione notifiche, molto comoda, che raccoglie menzioni su Twitter e Facebook, mail, messaggi ecc.. Il resto ricorda Windows e tutti i sistemi operativi, per cui l’imbarazzo è zero.
La cosa che spiazza molto all’inizio un utente Windows è la barra superiore che “cambia” a seconda delle applicazioni che utilizziamo e che contiene tutti i menù relativi all’applicazione, mentre in Windows il tutto è contenuto nella finestra dell’applicazione. Nonostante sapessi perfettamente di trovarmi su un sistema Unix in cui interfaccia e “core” del programma sono due cose ben distinte (differentemente rispetto a Windows) anni di utilizzo del sistema Made in Microsoft spiazzano comunque. Capita sovente, all’inizio, di dover chiudere un’applicazione e di cliccare sulla “x” rossa in alto a sinistra. L’utente windows immaginerà di aver chiuso il programma in toto, ed invece abbiamo chiuso solo la “finestra”, l’interfaccia grafica di quel programma. Il programma, invece, sta continuando a girare in backgroud, e la lucina sotto all’icona corrispondente nel dock e lì a ricordarcelo. Per chiudere completamente il programma occorre selezionare in alto “chiudi” nella barra corrispondente.
Il perché di questo comportamenti apparentemente bizzarro è semplice. Per la stragrande maggioranza delle applicazioni ciò che “consuma risorse” è tutta la parte dell’interfaccia grafica. Chiusa quella, il risparmio di risorse (RAM) sarà immediato. Si può scegliere quindi di lasciare un folto gruppo di applicazioni in background preservando il consumo di risorse del sistema.
Peculiarità rispetto a Windows
Siamo onesti, dare un giudizio dopo sole 48 ore di utilizzo sarebbe anacronistico, una valutazione priva di significato.
Però alcune funzionalità sono già immediatamente apprezzabili tanto da sentirne già la mancanza quando messo nuovamente di fronte ad un PC.
Di iCloud ne abbiamo già parlato, adesso tocca alle gesture di sistema. Il trackPad di un MacBook è probabilmente una delle cose meglio realizzate dell’intero sistema e l’integrazione con OSX Mavericks, divina. Exposé (slide di 4 dita in alto), la modalità che raggruppa le stesse finestre e le organizza sul desktop, la possibilità delle scrivanie multiple, (slide di 4 dita verso destra o sinistra), il pintch to zoom con due dita, sono funzionalità estremamente comode e ottimamente realizzate.
Tuttavia le mie preferite sono indubbiamente lo scrolling a due dita, la possibilità di effettuare il tasto destro con un tap a due dita e la possibilità di trascinare oggetti e finestre con tre dita (non abilitata di default ma che se non si usa un mouse ritengo imprescindibile). Il tutto funziona incredibilmente bene. Solo in qualche rara occasione di scrolling veloce ho spostato troppo le due dita verso destra o sinistra e tornato rispettivamente avanti o indietro con la navigazione delle finestre (ovviamente la funzione è disabilitabile ma la trovo troppo comoda per rinunciarvici), di fatto dopo sole 24 ore di utilizzo si riesce a controllare il Mac con dei gesti semplici e molto veloci. Sistema delle gesture 10 e lode.
Scorciatoie da tastiera
Anche qui, un utente Windows si chiederà come mai i pulsanti come Command o Alt abbiano raffigurate sulla tastiera i rispettivi simboli. E’ una cosa di cui ci si accorge subito ma che si comincia ad apprezzare, per la verità, solo quando vedi altri utenti mettere un decimo del tempo ad eseguire operazioni tramite scorciatoie da tastiera rispetto a te. Le scorciatoie da tastiera su Mac sono ovunque e sono quasi certo che nemmeno i più incalliti ingegneri Apple le conoscano e le utilizzino tutte.
Sembrerebbe una cosa quasi antidiluviana, a me personalmente rimanda molto i primi tempi dell’era informatica e sembra quasi un controsenso elogiare il sistema di scorciatoie da tastiera dopo aver menzionato l’efficacia delle gesture su TrackPad. In realtà sono due facce della stessa medaglia.
Tutti i sistemi dispongono di queste scorciatoie, la cosa fantasticamente semplice su un Mac è che molto spesso esse siano esplicitate nei menù, senza che quindi un utente debba andare alla ricerca di questa o quella scorciatoia sulla funzione che cerchiamo. Ne utilizzeremo probabilmente un millesimo di quelle presenti, ma se facciamo operazioni standard ripetute (coi menù soprattutto) è un’altra cosa di cui non potremo fare a meno. ScreenShot? Cmd-Shift-3 (ScreenShot dell’intero schermo direttamente in un file sulla scrivania). Cmd-Shift-4 (ScreenShot di una parte da selezionare dello schermo) e, chicca, Cmd-Shift-4 e poi Spazio per selezionare le varie finestre e farne uno screen. Bellissimo. E semplice.
Qui sulla relativa pagina del sito di supporto Apple, potrete trovare tutte le scorciatoie da tastiera presenti su Mac OS X.
Gestione del sistema
Terminale, Monitoraggio attività, Network Utility. MacOSX Mavericks è un sistema semplice, le mail si configurano in un attimo (stavo utilizzando l’account gmail e in un attimo la configurazione automatica mi ha configurato l’apposito account in Mail) tuttavia a volte si può avere bisogno di un sistema più avanzato e di qualche informazione in più.
Nella fattispecie avevo bisogno di monitorare la mia connessione perché avevo il sospetto che il mio router bloccasse la comunicazione su alcune porte. E qui il fatto di avere un kernel unix si rivela un’arma efficace. Il controllo è pressoché totale. Terminale, comando netstat, ed il gioco è fatto.
In monitoraggio attività è possibile avere una panoramica completa dei processi attivi sul Mac, dell’occupazione della memoria e, lieta sorpresa, anche della gestione che i processi fanno dell’energia. Avete un’app troppo avara di risorse? Lo scoprirete in un attimo.
Notifiche e integrazione dei servizi
Altra piccola grande utility è il sistema di notifiche integrato in Mavericks. I miei messaggi su iMessage vengono immediatamente visualizzati con un banner che ricorda molto iOS 6 (come molte delle funzioni mutuate da iOS). Facebook, Twitter e Flickr sono sincronizzati ed è possibile ricevere le notifiche dai siti web che le supportano (ancora pochissimi e, onestamente, non ne ho ricevuta ancora nessuna quindi questo è in attesa di giudizio).
Consumo di risorse
Ultimissima considerazione, che approfondirò nella prossima review del MacBook, riguarda il consumo di risorse e, di conseguenza, della batteria.
Mavericks sembra essere veramente estremamente leggero e flessibile. La batteria sembra avere una durata incredibile.
Note negative
Per ora l’unica nota negativa riguarda Mail. Tutto funziona egregiamente tranne la possibilità di ricevere le notifiche Push dal mio account Hotmail (iCloud e Gmail funzionano correttamente). In più ho sperimentato due crash dell’applicazione (gli unici avuti). Il problema è ancora presente su MacOSX 10.9.1 sebbene i miglioramenti su account Gmail sono evidenti.
Adesso vado… Mac in Sleep (altra grande chicca di MacOSX)… Alla prossima puntata…