Si odia o si ama. La Dock in OSX può essere il centro di tutto o un fastidio: c’è chi trova piacevoli i vari effetti durante l’apertura delle finestre, o al passaggio del mouse, chi la riempie di icone e programmi, ma anche chi non la degna di uno sguardo, nascondendola quasi come una vergogna, fiero utilizzatore di spotlight come unico punto di accesso a tutte le risorse di sistema, che siano app, mail o documenti. Anche senza essere estremisti e negare i pro e contro dei diversi approcci, penso che esista anche una via di mezzo: nella mia esperienza ho imparato che ogni strumento dà il meglio di sé in determinate situazioni e trovare il giusto compromesso può agevolare molto il lavoro quotidiano. In questo caso più che in altri il gusto e lo stile personale influiscono sulle scelte, per cui senza alcuna presunzione che un approccio sia migliore di altri ecco come solitamente configuro la Dock sui miei Mac.
Posizionamento
L’estetica conta, ma la gestione dello spazio di più: dall’introduzione dei monitor in formato 16:9 la mia Dock è sempre sul lato del mouse (nel mio caso a destra) impostata come visibile. Avendo molto più spazio in orizzontale, spesso sovradimensionato per l’app attiva (ad esempio il browser) questa è un’opzione da valutare come alternativa al mantenimento della dock in basso con la funzione di nascondimento automatico abilitata per non rubare spazio alle applicazioni.
Scelta dei programmi
Inutile aggiungere e cablare nella dock ogni programma che apriamo: meglio inserire programmi di utilizzo quasi quotidiano, che vogliamo sempre a portata di click. Per il resto c’è spotlight o il menu Applicazioni
Folders
Il paradigma del desktop come spazio di “confusione organizzata” è lontano anni luce da me (ripeto è solo una questione di stile di lavoro): tutti i miei documenti sono organizzati gerarchicamente in folder ordinati. Ecco perché nella mia dock c’è sempre spazio per le cartelle Applicazioni Utilità Documenti e Download, tutte impostate con icona a cartella e visualizzazione ad elenco. Niente fronzoli inutili tipo ventaglio, ma grafica e menu chiari per una veloce consultazione ed accesso. E’ inoltre possibile aggiungere un folder nascosto che visualizza gli elementi aperti di recente, è sufficiente lanciare da terminale il seguente comando:
defaults write com.apple.dock persistent-others -array-add ‘{ “tile-data” = { “list-type” = 1; }; “tile-type” = “recents-tile”; }’
riavviando poi la dock con
killall Dock
Gestione delle finestre
Se avete più finestre aperte per la stessa applicazione (tipicamente il browser o il terminale) l’impostazione di default in caso di minimizzazione è di creare un icona per ogni finestra aperta. Nelle preferenze della dock è possibile spuntare l’opzione che minimizza le finestre direttamente nell’icona applicazione, evitando di intasare la dock
Indicatori luminosi
Apparentemente possono sembrare distrazioni inutili. Ma trovo comodo avere la percezione di cosa sta girando sul mac a colpo d’occhio: raramente spengo il mac e alcune app possono essere running da molto tempo e sapere al volo cosa sia attivo aiuta a tenere sottocontrollo la situazione. E’ immediato disabilitarle rimuovendo la spunta sull’opzione corrispondente.
Effetti
Si pensa che siano solo questioni estetiche, ma ogni animazione chiede risorse. La questione non riguarda solo la dock, ma l’approccio complessivo al sistema: personalmente tendo a spegnere tutto quanto non mi dia valore aggiunto, ma confesso che molto dipende dalla vecchiaia dei miei sistemi (il più scattante è un Macbook Pro Late 2008). In ogni modo lungi da me effetti genio, ingrandimenti delle icone al passaggio del mouse, immagini pesantissime e coloratissime come sfondo del desktop o salvaschermo ipnotici.
Altre customizzazioni sono impostabili modificando sempre da terminale alcune impostazioni, che personalmente non utilizzo ma in casi molto specifici potrebbero essere interessanti, ecco un elenco:
defaults write com.apple.dock static-only -bool TRUE
(dock in 2D, FALSE per disabilitare)
defaults write com.apple.dock pinning -string start
(Dock allineata a sinistra; “end” per destra; “middle” per centro)
defaults write com.apple.dock persistent-apps -array-add ‘{“tile-type”=“spacer-tile”;}’
(aggiunge degli spazi, trascinabili sulla Dock per separare gruppi di icone, ripetere le volte che serve; si rimuove come qualsiasi altra icona del Dock per trascinamento o selezionando l’opzione relativa)
defaults write com.apple.dock static-only -bool TRUE
(visualizza solamente le icone delle app attive, FALSE per disabilitare)
in tutti i casi lanciare
killall Dock
per attivare l’opzione scelta.
Conclusioni
Quello che vi invito ad evitare è la confusione e la disomogeneità: perdete un po’ di tempo per provare diversi approcci e scegliete quello che più si adatta a voi e che vi sembra velocizzare le attività più frequenti, ma se per voi l’estetica ha un valore non trascurate troppo questo aspetto: un lavoro noioso sembra meno fastidioso se svolto in un ambiente gradevole.
Fonte e Immagini: TekRevue e iDownloadBlog