Oggi vi parliamo di JOBS, il film dedicato alla vita di Steve Jobs uscito in Italia il 14 novembre.
Ripercorrendo gli anni dal 1971 al 1991, Ashton Kutcher interpreta il cofondatore della Apple Steve Jobs nella storia che racconta del geniale e appassionato imprenditore la cui singolare visione ha inaugurato una rivoluzione digitale che ha cambiato il nostro modo di vivere e comunicare per sempre.
Il film parte con una scena che si vede anche nel trailer: Steve Jobs che, nel 2001, presenta l’iPod. Si tratta del momento più importante per Apple da quando il suo co-fondatore ha ripreso le redini dell’azienda, ma il film si concentra principalmente sulla prima parte della carriera di Steve Jobs: si parte dagli anni dell’università, abbandonata prima del tempo, si passa per la realizzazione del primo computer Apple in un garage insieme a Steve Wozniak e si arriva alla quotazione in borsa dell’azienda. Si arriva poi alla storica riunione in cui si decide la cacciata di Steve Jobs dalla società che lui stesso ha creato e, infine, viene ripercorsa la storia del suo ritorno in qualità di Amministratore Delegato. Insomma, la storia la conosciamo un po’ tutti e si interrompe qui, ma questo film vale la pena di essere visto?
L’idea di fare un film sul co-fondatore di Apple, per altro senza avere i diritti sulla biografia ufficiale (li ha acquistati Sony per farne un altro film…), è stata sicuramente coraggiosa, ma anche “furba” dal punto di vista del marketing, visto che le riprese sono iniziate pochi mesi dopo la morte di Steve Jobs.
Scelta coraggiosa, dicevamo, perchè non è facile per nessuno riuscire a trasmettere in un film il fascino, la genialità e i tanti difetti di un uomo che ha cambiato il mondo. Un film su di lui avrebbe dovuto avere qualcosa di geniale, magari di affascinante e fantasioso, ma in realtà non è niente di tutto ciò. Anzi, è prevedibile e a tratti frettoloso.
Ad onor del vero la colpa non è tanto dell’attore protagonista, un Kutcher che fa di tutto per sembrare plausibile e spesso ci riesce, soprattutto nella camminata “ingobbita” e nel gesticolare delle mani, ma anche nell’esprimere il suo temperamento esplosivo e il suo sguardo di ghiaccio. No, Kutcher riesce ad evocare immagini familiari per chi conosce Steve Jobs, anche nella presentazione dei prodotti. Il vero problema sta nella sceneggiatura.
Tutto è troppo piatto e freddo, quasi da documentario, e quelle che sono la genialità dell’uomo, ma soprattutto le sue tante contraddizioni caratteriali, non vengono esplorate sufficientemente. Tutto viene trattato in modo frettoloso, e gran parte del film è dedicato ai consigli di amministrazioni dell’azienda che prende questa o quella decisione. L’uomo Jobs viene esplorato in modo superficiale, ed è un peccato, perchè lui era Apple e se non si esprime in modo adeguato il suo carattere, allora lo spettatore non potrà mai carpire quale sia la vera anima dell’azienda.
Il film è una semplice narrazione di fatti uno dietro l’altro, stop. Interessante per chi ama Apple e vuole vivere su schermo alcuni momenti cruciali dell’azienda, ma per questo esistono già diversi documentari. Quello che volevamo da un film che si chiama “JOBS” era una trasposizione della sua genialità e del suo modo di intendere le cose.
Anche nella prima parte del film, sicuramente quella più riuscita, arriviamo al famoso garage senza vedere nulla in più rispetto ad una semplice narrazione dei fatti: Wozniak monta il computer, Jobs dà i consigli e cerca di vendere il prodotto alle fiere. Manca l’emozione dell’innovazione, manca quella sensazione che si prova quando si vede una vera presentazione di Steve Jobs.
Come accennato prima, la storia va avanti per aneddoti raccontati magari in modo preciso, ma anche freddi e spesso non legati uno all’altro. Il film sembra ossessionato dalle politiche dei consigli d’amministrazione, visto che oltre 45 minuti di film li passeremo in sale riunioni. Vedremo Jobs essere estromesso dalla sua Apple e, a pochi minuti dalla fine, in modo inspiegabilmente frettoloso, scopriamo che ha creato la Next (in 5 secondi) e che dopo qualche anno torna in Apple per guidarla al successo.
Insomma, la sceneggiatura sembra essere stata presa da Wikipedia, e solo in brevi momenti sono dedicati agli aspetti più intimi della vita di Steve Jobs. Ad esempio, non si fa nessun accenno alla guerra con Microsoft, se non in una breve telefonata che Jobs fa a Bill Gates dopo aver scoperto che il suo sistema operativo era stato copiato dalla concorrenza. Si racconta brevemente della sua prima vera fidanzata, la madre di quella bimba che Jobs riconobbe solo dopo anni (lo scopriremo in modo indiretto e ridicolo…), e ad un certo punto ce lo ritroviamo sposato con l’attuale moglie. Così, all’improvviso, malgrado il ruolo indispensabile che lei ha avuto negli ultimi anni di carriera e di vita di Steve Jobs. A differenza di un film come “The Social Network”, qui ci ritroviamo di fronte ad una serie di eventi senza averne capito il perchè, a meno che non abbiamo letto la biografia di Jobs. Insomma, la vita di Jobs va avanti e lo spettatore non capisce perchè si trovi in quella situazione o perchè ora parli con quel nuovo collega…
Steve Jobs meritava un ritratto a 360 gradi, che in questo film non troverete. Kutcher è stato bravo, ma il film non è all’altezza. Certo, per buona parte può anche interessare per chi vuole scoprire la storia di Apple, ma il voto finale non raggiunge la sufficienza.
I fan di Apple moriranno dalla voglia di vedere questo film, e il consiglio è di andare al cinema e gustarselo sapendo che si tratta di una pellicola leggera e, se presa in modo giusto, a tratti divertente. Ma non vi aspettate di carpire la vera essenza di Steve Jobs o di approfondire alcune dinamiche della sua vita.
L’impegno c’è, ma l’impressione è che questa sia una versione PC del film. Noi volevamo la versione Mac.
Se volete scoprire tutto di questo film, vi consigliamo la lettura del nostro speciale.
PS: ho visto il film sia in lingua originale che in italiano. Il doppiaggio di Steve Jobs non è all’altezza della prova originale di Kutcher, che con la sua voce ha colto diverse sfumature di Steve Jobs. Se riuscite, il consiglio è di guardare il film in inglese.