L’arrivo di Mavericks è, già di per sé, un toccasana per i nostri Mac, grazie a una migliore gestione della memoria che ne ottimizza le prestazioni. Molti utenti però hanno scelto, anziché limitarsi ad aggiornare, di effettuare una installazione “pulita”, così da eliminare eventuali strascichi degli ultimi anni ed avere un sistema in perfetta efficienza. Perché non approfittare allora dei “lavori in corso” per ridare, con poca spesa, nuova vita ai nostri iMac e Macbook più vecchi? Ecco alcuni suggerimenti per un upgrade economico ma sostanziale.
OS X Mavericks si sta rivelando il sistema operativo con la diffusione più rapida di sempre. Probabilmente questo è dovuto soprattutto al fatto che l’aggiornamento è gratuito: si tratta della prima volta per una major release. Le precedenti costavano poco, 19 o 29 euro, ma avevano comunque un costo.
Sicuramente, però, in questa velocissima adozione del nuovo sistema operativo, incidono anche le maggiori performance che la decima incarnazione di OS X garantisce, grazie ad una migliore ottimizzazione dei processi e della memoria. Le tecnologie evolute la fanno da padrone: l’attività della CPU è stata ridotta del 72% grazie all’introduzione del “timer coalescing” che raggruppa le operazioni di basso livello in modo da lasciare la CPU più spesso a livelli di consumo energetico più bassi; altre novità di rilievo sono la “memoria compressa”, che ottimizza l’utilizzo della RAM e velocizza il riavvio dalla modalità stand-by, oppure “App Nap” che permette di ridurre l’utilizzo della CPU ad applicazioni non visibili a schermo, riducendo quindi il consumo energetico.
E’ chiaro, quindi, che già solo con il semplice aggiornamento, nella gran parte dei casi, il nostro Mac, anche non recentissimo, acquisterà maggiore velocità nelle operazioni di tutti i giorni, rivelandosi più scattante e reattivo. Nonostante questo molti utenti optano per una installazione “pulita”: a differenza di quanto avviene formattando su Windows (una necessità inderogabile ogni X mesi) le prestazioni non cambiano radicalmente, ma di certo il sistema risulta più pulito. Preferenze di vecchi programmi, pannelli di sistema non più compatibili o usati, vecchi widget: magari pesano poco (sia in termini di risorse che dimensioni), ma anche psicologicamente è piacevole ritrovare il proprio Mac “come nuovo”.
Ma se dobbiamo “fare lo sporco lavoro” di salvare tutto (o affidarci alla nostra Time Machine), installare e poi importare ciò che ci interessa, perchè non approfittare del “pit stop” per un piccolo upgrade del nostro fido iMac o Macbook? Gli aggiornamenti più intelligenti da fare sono due: aumentare la ram e installare un hard disk a stato solido, o SSD. Non costa molto, si può affiancare all’hard disk già esistente (magari in Fusion Drive) e aumenta parecchio le prestazioni.
Ma come fare? Ecco la nostra guida.
1. Creare una pendrive di installazione di OS X Mavericks
Per prima cosa diciamo questo: non avete bisogno di creare una pendrive di installazione. Teoricamente, basta avviare il nostro Mac tenendo premuta la combinazione di tasti Command-R per avviare OS X Internet Recovery: il Mac cercherà una rete Lan o Wifi, chiederà l’eventuale password e quindi si connetterà ai server Apple, permettendo l’installazione di Mavericks scaricandolo direttamente da internet. Sicuramente molto pratico, ma se qualcosa andasse storto? Inoltre è un sistema lento: il download può richiedere anche molte ore, in cui il nostro Mac risulterà inutilizzabile.
Ecco allora che probabilmente creare una pendrive si rivela la scelta migliore: possiamo scaricare Mavericks mentre utilizziamo regolarmente il computer, creare la pendrive e procedere all’installazione pulita avendo già il sistema operativo a disposizione, diminuendo drasticamente i tempi dell’operazione.
In rete esistono molte guide per creare una pendrive, anche da terminale: noi consigliamo di utilizzare DiskMaker X. Fa tutto in automatico, impiega pochi minuti ed è gratuito. Basta scaricare Mavericks da Mac App Store, avviare DiskMaker X, e il programma troverà automaticamente il file di installazione. Una volta selezionata la pendrive usb di destinazione (attenzione: deve avere dimensione minima 8 GB, verrà formattata e perderete tutti i dati all’interno), qualche minuto d’attesa e la chiavetta sarà pronta.
2. Procedere al backup
Sembra superfluo dirlo, ma con una installazione pulita perderete tutto il contenuto dell’hard disk. Prima di procedere accertatevi di salvare i dati sensibili, oppure di avere una copia di sicurezza dell’hard disk fatta con SuperDuper, oppure più semplicemente verificate che il vostro backup di Time Machine sia recente e funzionante.
3. Installazione di un disco SSD
Gli hard disk SSD, se paragonati a quelli tradizionali, sembrano fantascienza. Incredibilmente più rapidi e reattivi, permettono di eliminare quello che ormai è il vero collo di bottiglia di un computer: la velocità di lettura e accesso ai dati. Due le alternative: sostituire il proprio hard disk con una SSD capiente, oppure affiancare al disco esistente una unità a stato solido di piccole dimensioni. Se nel primo caso i prezzi continuano a mantenersi impegnativi (un disco da 1 Tb sfiora i 500 euro), la seconda opzione ormai è a portata di tutte le tasche. Nel momento in cui scriviamo, l’opzione migliore per rapporto qualità prezzo è rappresentata dalle SSD Samsung 840 Evo: su Amazon l’unità da 250 Gb ha un costo di 148 euro, quella da 120 Gb di appena 79 euro. Sono veloci, affidabili e costano poco.
Installare il disco nel nostro iMac o Macbook è un’operazione delicata, ma non complicata. Il procedimento è differente ovviamente a seconda che si tratti di un portatile o un desktop, ma anche l’età della macchina (e quindi le componenti e la tecnologia costruttiva) comportano lievi differenze. A questo proposito ci viene in soccorso iFixit: in questa pagina tutte le guide riguardanti gli iMac, in quest’altra quelle riguardanti i portatili.
Se desiderate sostituire l’hard disk attuale con un SSD capiente, basta cercare la guida per “Hard disk replacement” e procedere alla sostituzione. Le cose si fanno più complesse (ma più interessanti) se invece desiderate affiancare l’SSD all’hard disk attuale. Se sugli iMac più recenti (quelli da 21,5 e 27 pollici, per capirci) basta sfruttare il secondo slot all’interno (già predisposto da Apple, quindi in sostanza basta aggiungere l’SSD e collegarlo), negli altri casi esiste una sola soluzione: installarlo al posto del Superdrive. Dovete seguire la guida intitolata “Dual Hard Drive”: vi occorrerà un adattatore che permetta di montare il disco a stato solido all’interno dell’optical bay. In rete ne esistono diversi, alcuni molto economici, altri di marca parecchio costosi. Noi vi consigliamo quello di TheNatural2020 su Amazon: è uno dei più economici (costa solo 19 euro) ma ha ugualmente una qualità costruttiva adeguata. Esiste sia in versione Macbook che per iMac di ogni taglia, ed è possibile acquistare insieme all’adattatore un case, dall’estetica identica a quella del Superdrive esterno di Apple, in cui “riciclare” il nostro masterizzatore smontato dal Mac. In questo caso il prezzo può salire fino a 36 euro.
Giusto per fare un esempio, noi abbiamo testato il montaggio dell’SSD Samsung da 120 Gb su un iMac 24 pollici early 2009, utilizzando l’adattatore appena citato: è bastato seguire questa guida di iFixit, puntuale e precisa, e in 10 minuti di lavoro abbiamo potenziato un iMac di 4 anni e mezzo fa con una tecnologia recentissima. Spesa: 115 euro.
4. Installazione della RAM
Già che stiamo smontando il nostro Mac, potremmo aumentare il quantitativo di RAM a bordo. Su alcune macchine basta smontare uno sportello, mentre su altre è più complesso: ragione in più per approfittarne e fare tutto in una volta. Come al solito, le istruzioni le trovate su iFixit.
Il difficile è capire quale e quanta RAM potete installare. Un metodo semplice è andare sul sito della Crucial ed utilizzare il “Memory Advisor” in home page: basta scegliere Apple come produttore ed indicare il tipo di Mac per vedersi indicare l’upgrade raccomandato, che altro non è se non la quantità massima di RAM del tipo giusto. In alternativa vi viene in aiuto mamma Apple: a questa pagina trovate tutte le specifiche per iMac, a questa tutte quelle per MacBook.
A quel punto basta annotarsi le caratteristiche e poi cercarla su Amazon, dove probabilmente troverete i prezzi più bassi: il sito americano, oltre alle Crucial, propone anche Kingston e Corsair, e se volete risparmiare Komputerbay (ma in questo caso i feedback degli acquirenti non sono altrettanto positivi).
Nel nostro caso, ad esempio, per un iMac early 2009 abbiamo acquistato questo kit della Kingston, due moduli da 4 GB l’uno a 1066 Mhz: a 8 euro in più della Komputerbay, e a 10 in meno della Crucial, abbiamo portar a casa una ram di sicura qualità.
5. (opzionale) Creazione di un Fusion Drive
Questo passo è opzionale, perché in realtà potreste benissimo mantenere i due dischi separati. Un po’ come accade su Windows nei PC con un disco C per il sistema operativo e un D per i dati, potreste installare il sistema operativo sulla SSD e poi tenere app e dati a vostra scelta su SSH o HD a mano. E’ la scelta “per smanettoni”: meno pratica, ma dall’efficacia garantita, soprattutto se avete optato per un SSD da almeno 250 GB. Se invece avete scelto quello da 120 GB, potreste sentirvi presto un po’ “stretti”.
L’alternativa si chiama Fusion Drive, la nuova tecnologia di Apple, disponibile sulle macchine più recenti, che combina velocità e capienza, affiancando a un hard disk tradizionale una SSD ad alta velocità. Esattamente quello che abbiamo appena fatto noi… ma come creare un Fusion Drive?
In un Fusion Drive, in sostanza, il nostro Mac “vede” i due dischi come se fossero uno solo, la cui capienza è la somma dei due. Sta poi al sistema operativo scegliere dove tenere i dati: in questo modo il sistema operativo risiederà sempre sulla SSD, insieme ai file più utilizzati, mentre il resto andrà sul “vecchio” hard disk. E’ un modo “automatico” di avere il meglio delle due tecnologie: il nostro Mac avrà una velocità simile ad un computer munito solo di SSD, ma manterrà l’elevata capienza a basso costo degli hard disk normali (per avere la stessa capienza solo con SSD, come abbiamo visto, si deve essere pronti a sborsare diverse centinaia di euro).
Per creare un Fusion Drive con la nostra SSD nuova fiammante, dobbiamo avviare il Mac dalla pendrive creata in precedenza, premendo il tasto Opzione durante l’avvio e selezionando la chiavetta. In Applicazioni/Utility trovate il terminale: lanciatelo e date il comando
diskutil list
Otterrete l’elenco dei vostri dischi: quello vecchio, il nuovo SSD, uno o più dischi sulla chiavetta. Sono tutti contrassegnati da un numero, /dev/diskX (dove X va da 0 in avanti). Individuate i due dischi da fondere (vecchio hard disk e SSD) e appuntatevi il numero (nell’immagine d’esempio, /dev/disk0 è l’SSD e /dev/disk1 è il vecchio hard disk).
Ora lanciate il comando (facendo attenzione a maiuscole e minuscole):
diskutil coreStorage create myLogicalVolGroup /dev/disk0 /dev/disk1
Sostituite ovviamente disk0 e disk1 dell’esempio con i numeri che avete annotato in precedenza! Otterrete, dopo qualche minuto, le informazioni riguardanti l’unità logica appena creata. Tra le varie informazioni, troverete una riga di questo tipo:
Core Storage LVG UUID:
seguita da un codice alfanumerico in cinque blocchi (ad esempio EE68F5E2-75E1-38EF-B6C6-EF01D1942792). Copiate il codice e incollatelo nell’ultimo comando:
diskutil coreStorage createVolume EE68F5E2-75E1-38EF-B6C6-EF01D1942792 jhfs+ “Macintosh HD” 100%
Ovviamente sostituite il codice alfanumerico di esempio con il vostro. Otterrete il vostro Fusion Drive, pronto per l’installazione.
6. Installare Mavericks
Non vi resta che procedere all’installazione vera e propria. Pochi click e qualche minuto, ed avrete un Mac “nuovo fiammante”, come appena tirato fuori dalla scatola, con le tecnologie più recenti. Il tutto con una spesa intorno ai 200 euro. Volete mettere la soddisfazione?