Come sta cambiando l’università italiana con le nuove tecnologie?

Da uno studio condotto da Future Concept emerge un generale malcontento degli studenti circa la dotazione tecnologica a loro disposizione: il 90% degli intervistati si dichiara non pienamente soddisfatto della dotazione tecnologica che il proprio ateneo mette a disposizione.

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Wi-Fi gratuito e sito ufficiale di facoltà a parte, infatti, secondo gli intervistati il resto della tecnologia e dell’offerta formativa digitale non sono sufficientemente sviluppati. Nello specifico, il 60% degli studenti lamenta la mancanza di computer per i docenti durante le lezioni e il 65% i pochi pc per gli studenti stessi: un disagio manifestato in modo particolare rispetto agli atenei del Centro Italia, dove le percentuali d’insoddisfazione salgono rispettivamente al 67% e 76% (contro il 60% e 58% del Nord e il 54% e 64,5% del Sud).

Inoltre, la maggioranza degli intervistati sottolinea la scarsità di accesso a corsi online (81%) e lezioni in streaming (86,5%), oltre che di lavagne digitali all’interno delle aule (77%). Anche in questo caso le regioni del Centro Italia sono quelle in cui gli studenti manifestano il maggiore malcontento: la disponibilità di corsi online e di lavagne digitali non soddisfa l’88% degli studenti e addirittura il 92% di loro si lamenta della mancanza di lezioni in streaming.

Una riflessione importante riguarda, inoltre, gli spazi dell’Università. Più della metà degli studenti li considera simili a quelli di un ufficio (54%), una percezione che raggiunge il 61% nel caso degli intervistati che studiano negli atenei del Nord Italia. Solo un esiguo 13% del totale, invece, definisce gli spazi universitari come luoghi capaci di stimolare la creatività e la condivisione. I luoghi maggiormente utilizzati dagli studenti al di fuori delle ore di lezione risultano essere la biblioteca – per i 44% degli intervistati, nonché il 49% di chi studia al Nord – e le aule studio – per il 36,5% del totale e il 47% degli studenti al Nord.

In questo contesto, secondo i risultati della survey, gli studenti vivono un vero e proprio “digital divide” tra il vissuto tecnologico all’interno dell’ambiente universitario e la loro vita personale, in cui al contrario la tecnologia è assoluta protagonista: l’85% degli intervistati possiede uno smartphone, il restante del campione un cellulare non smartphone, ben l’89% possiede un laptop e il 93% ha un profilo Facebook. Inoltre, a sottolineare la centralità della tecnologia all’interno della vita personale degli studenti, un terzo degli intervistati dichiara di non possedere ma di desiderare un tablet – con una prevalenza di risposte femminili (35%) rispetto a quelle dei colleghi uomini (31%) –, mentre per il 20% degli studenti è la Smart TV a rappresentare l’oggetto del desiderio tecnologico – in particolar modo al Sud Italia (26,5%) e tra gli uomini (23,5%).

Gli universitari italiani si immaginano un futuro in cui questo gap sarà colmato e la tecnologia farà parte anche della loro dimensione accademica. In particolare l’80,5% pensa che gli strumenti tecnologici serviranno sempre di più a migliorare l’educazione e l’apprendimento, una percezione sentita in modo particolare tra coloro che studiano al Nord (83%) e tra gli uomini (83%). Più della metà degli intervistati (62%) crede, inoltre, che la tecnologia aiuterà a semplificare la vita di studenti e docenti: questo è vero in modo particolare per chi studia al Sud (71%) e che sembra adottare, così, un approccio più pragmatico alla tecnologia rispetto ai colleghi di altre regioni. La metà degli studenti, inoltre, è convinta che gli strumenti tecnologici siano destinati ad annullare le distanze favorendo la collaborazione tra università di paesi diversi: se questo è vero per il 37% degli studenti al Nord, la percentuale sale fino al 63,5% di quelli al Sud. E mentre il 51% di coloro che studiano al Nord crede che la tecnologia renderà le università sempre più simili a cinema multisala, per gli studenti del Sud (62%) gli atenei del futuro saranno, invece, più simili a centri di ricerca spaziale.

In generale, la ricerca evidenzia una crescente propensione pragmatica degli studenti, che considerano la tecnologia soprattutto un’occasione per semplificare e migliorare la vita (44,5%), in particolar modo nell’opinione degli studenti uomini (48%) e di coloro che studiano al Nord (50%). Solamente il 14% degli intervistati – in particolar modo le donne, 16% – crede, invece, che gli strumenti tecnologici possano contribuire a esprimere se stessi o la propria personalità. Questo viene sottolineato anche dalla scelta delle caratteristiche di prodotto ritenute fondamentali, tra cui prevalgono le dimensioni della rapidità – per il 60% del totale, nonché il 63% degli uomini e il 75% degli studenti del Sud – e dell’infrangibilità – per il 51,5% del totale, il 57% degli uomini e il 65% di chi studia in atenei del Sud Italia -, dimostrando l’ormai avvenuta trasformazione dei dispositivi tecnologici in commodity quotidiane. Anche la leggerezza e la comodità di trasporto risultano fattori importanti nella scelta dei dispositivi tecnologici (44%), qualità apprezzate in particolar modo dalle donne (46%) e dagli studenti del Sud (62%). L’intuitività e l’immediatezza nell’utilizzo dei dispositivi tecnologici sono più importanti, inoltre, per gli studenti del Sud (63%) rispetto ai propri colleghi del Centro (49%) e del Nord (39%).

La ricerca è stata condotta dal 4 al 20 aprile 2013, con una metodologia quantitativa e con modalità mista. Si tratta precisamente di un’indagine campionaria realizzata sia con interviste telefoniche, sia con interviste personali face-to-face, per un totale di 600 giovani-adulti di 19-29 anni, tutti all’interno di un percorso scolastico terziario (università, dottorati, master, accademie, …). Il campione è stato costruito per quote, a partire dai dati Istat, e rappresenta la popolazione universitaria italiana totale, distribuita sull’intero territorio nazionale. Le 300 interviste personali sono state raccolte presso gli atenei di alcune importanti città di riferimento (Milano, Bologna, Firenze Roma Napoli e Palermo) e sono state integrate da 300 interviste telefoniche, al fine di completare le quote campionarie prestabilite per sesso, età, area geografica di residenza. Il campione finale così costruito rispetta le proporzioni della popolazione di riferimento, in termini di Atenei frequentati, distribuzione per tipologia di corsi universitari, oltre che sotto-classi di età (19-23 e 24-29 anni) degli studenti.

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