Things è un ottimo software di gestione dei to-do, secondo la formula GTD (Getting Things Done). Rimandandovi a questo articolo per una descrizione più dettagliata delle funzionalità di questa applicazione, in questo articolo vi spieghiamo come risolvere la più grave mancanza di Things, cioè la sincronizzazione tra diversi Mac. Ancora una volta, Dropbox è la soluzione.
Partiamo dal problema. Things permette la sincronizzazione via Wi-Fi tra le versioni iPhone, iPad e Mac. Ma se si usano due Mac (ad esempio un iMac e un MacBook)? Things non prevede un metodo automatico per sincronizzare i database delle applicazioni tra due versioni Mac. Sicuramente è un problema non da poco, visto che se si inseriscono delle attività o dei progetti sull’iMac, non compariranno sul MacBook, e viceversa.
Dropbox, con le sue strabilianti potenzialità, viene ancora una volta in soccorso e risolve (o quasi) il problema. Come si legge su questa pagina, è possibile fare in modo che le diverse versioni di Things installate usino una libreria comune, presente in una cartella DropBox, in modo che i database saranno sempre sincronizzati in tempo reale. Ecco il procedimento da eseguire, dopo essersi assicurati di aver installato Things e DropBox su tutti i Mac.
- Scegliere il database “master”, cioè il database di partenza da replicare sugli altri Mac
- Copiare la cartella <utente>\Libreria\Application Support\Cultured Code\Things all’interno di una cartella di DropBox
- Lanciare Things tenendo premuto il tasto Alt in modo che compaia il prompt di selezione database (vedi immagine)
- Selezionare il database appena inserito nelle cartelle di DropBox
- Ripetere l’operazione su tutti i Mac in cui si intende utilizzare Things con database condiviso
E’ bene sottolineare che questa procedura ha un effetto collaterale: l’impossibilità di usare contemporaneamente versioni di Things presenti su diversi Mac. Questo per evitare che avvenga una sovrascrizione continua (e non desiderata) dei file del database, che comporta poi la perdita dei dati aggiunti.
Questa soluzione risolve dunque solo parzialmente il problema. Ma è una procedura molto utile in attesa che gli sviluppatori di Things implementino (finalmente!) una procedura di sincronizzazione automatica, alla quale stanno lavorando da tempo.