In un recente documento depositato da Apple il patteggiamento proposto dal Dipartimento di Giustizia agli editori viene definito dalla compagnia “illegale”, chiedendo invece che si vada a processo.
Il documento depositato dall’azienda californiana è una risposta al memorandum del Dipartimento di Giustizia in merito al patteggiamento proposto alle case editrici in cui si chiede alla corte distrettuale di New York di emettere un verdetto senza ulteriori udienze in quanto si ritiene che un giudizio conclusivo possa essere sia nell’interesse dei consumatori, sia nelle parti che hanno siglato l’accordo, viste le spese legali da loro sostenute per la disputa in corso.
Tuttavia Apple non intende accettare questa richiesta, affermando che il verdetto richiesto potrebbe terminare e riscrivere i contratti firmati di Apple, prima ancora che vengano esaminate a processo prove, testimonianze e fatti. In caso la richiesta del Dipartimento di Giustizia venisse accolta, la decisione del tribunale sarebbe finale e irreversibile, senza lasciare alcuna possibilità alla compagnia di reintegrare tali contratti in futuro.
Apple non ha patteggiato con il Governo; nega le accuse contro di lei e sta attivamente difendendo il caso. Apple non ha mai partecipato, incoraggiato o cercato di ottenere benefici da tale collusione. Non ha obiezioni in merito ad un giudizio sulla collusione. Ma il Governo propone di andare molto oltre. […] Annullare i diritti di un contratto negoziato dell’imputato con un altro accordo è fondamentalmente ingiusto, illegale e senza precedenti. Il Governo non cita un singolo caso con tale esito senza che ne siano stati determinati i meriti in un processo.
Ricordiamo come alla base delle accuse ci sia l’agency model, che permette all’editore di impostare i prezzi dei propri eBooks secondo un accordo “most favored nation”, che gli impedisce di offrire il medesimo contenuto presso un altro rivenditore ad un prezzo minore. Questo modello sarebbe quindi stato utilizzato da Apple ed i suoi partners per aumentare illegalmente il prezzo degli eBooks, danneggiando conseguentemente i consumatori.
Apple però non intende accettare che la disputa si concluda senza un processo equo, ritenendo che una conclusione prematura sia non solo illegale, ma che possa anche causare una quantità inestimabile di danni. In una nota Apple attacca anche Amazon, colosso dell’e-commerce, per il suo ruolo nella disputa:
Ad esempio, molti hanno espresso preoccupazioni in merito alla possibilità che il Governo abbia deciso di favorire Amazon, il monopolista dell’industria. Amazon era la forza principale dietro le indagini del Governo ed ha raccontato una storia al Governo che deve essere ancora esaminata. Amazon ha parlato più volte con il Governo durante le indagini, tenendo anche una riunione di due giorni presso il suo quartier generale di Seattle. In tutto, il Governo si è incontrato con almeno 14 impiegati di Amazon – tuttavia non ancora sotto giuramento. Il Governo richiede che Amazon consegni solamente 4.500 documenti, una frazione di quelli chiesti alle altre parti.
Infine, l’azienda di Cupertino chiede che il tribunale rinvii il verdetto alla fine del processo, previsto per giugno 2013.
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