Anche Google farà la sua parte contro la pirateria

Alla lunga lista degli attori impegnati nella imminente guerra contro la pirateria, si aggiunge anche il colosso di Mountain View. Google accetta così un ruolo che fino ad oggi la vedeva “correa” dei download illegali, con le relative accuse di collaborazionismo di chi detiene i diritti delle proprietà intellettuali e di copia. Lo spettro di azione contro la pirateria allarga in questo modo il suo campo, cercando di intervenire non solo sui provider telefonici ma anche sui contenuti dei server e su chi porta l’utente su quei server stessi. E il ruolo di sentinella è delegato a un controllore privato, senza il ruolo giuridico dell’autorità.

Dopo Francia, Stati Uniti e Italia, arriva quindi la notizia del motore di ricerche numero uno al mondo. Google è diventata negli ultimi anni qualcosa che va oltre il motore di ricerca stesso, avendo aggiunto moltissimi servizi accessori e occupato campi che sono ormai di utilizzo comune di un qualsiasi utente di Internet.

Google interviene quindi sui risultati di una ricerca rivolta a contenuti illegali. Non sarà più così facile e automatico cercare torrent o siti Web sui quali depositare e scaricare contenuti multimediali protetti dal copyright.

Il motore di ricerca per eccellenza ha già affinato e migliorato il suo sistema di controllo dei contenuti protetti dalle licenze, perché in qualche modo è dovuta intervenire negli anni proprio su YouTube per rimuovere e vigilare su quei file video che non rispettavano e violavano i principi di legge. Erano stati, infatti, gli stessi titolari dei diritti di copia a pressare e minacciare interventi legali su Google in assenza di decisioni che permettevano a chiunque di violare i diritti altrui depositando sui server stessi di Google contenuti illegali.

Google aderisce quindi alle richieste dei proprietari del copyright in modo chiaro e preciso, assumendo un ruolo diretto e attivo nella vigilanza. In questo modo evita di essere coinvolta in azioni legali con relative richieste pesanti di danni e, probabilmente, verrà coinvolta anche nella spartizione della “torta”, ovvero di quanto viene recuperato dal sommerso mondo della pirateria (che si stima valga solo negli USA ben 16 miliardi di dollari).

Agli editori Google fornirà un tool in grado di gestire, segnalare e cancellare tutti quei contenuti illegali, e provvederà direttamente nella rimozione di contenuti non autorizzati. Un po’ quello che faranno gli stessi provider telefonici in Italia.

Il Presidente Eric Schmidt ha dichiarato che i tempi di intervento di Google dopo una “segnalazione” saranno di circa 4 ore per la rimozione di contenuti illegali.

Google ha già attivato due interventi strutturali sulle pagine che visualizzano i risultati delle ricerche, proprio per scoraggiare gli utenti-pirata. In pratica la ricerca di contenuti illegali dà come risultato contenuti originali spostando così gli utenti sui siti Web ufficiali. Nel mentre la”black list” dei contenuti illegali continua ad arricchirsi, filtrando sempre meglio le ricerche.

Google rimuoverà anche la presenza dei propri banner pubblicitari da quei siti coinvolti nei depositi di file non autorizzati, togliendo così una delle principali fonti di guadagno di un sito Web.

Con questa scelta di legalità, Google si prepara ad offrire nuovi contenuti multimediali con Google TV, Google Music e Google Books, offerta che non poteva vendere senza prima risolvere l’imbarazzo di essere uno dei principali motori di ricerca per contenuti pirata. In questo modo gli editori possono depositare tranquillamente contenuti multimediali, e Google risolvendo il “conflitto per interesse” partecipa al grande business dei canali digitali via Internet. La corazzata di Mountain View potrà così affittare film su YouTube, vendere musica in stile iTunes e affittare o vendere libri digitali.

Google si appresta a lanciare il suo canale TV, debuttando tra poco nel Regno Unito.

 

Fonte: NYT

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