Apple ha lanciato pochi giorni fa il primo atteso SoC della famiglia desktop Apple Silicon. Il nuovo chip M1 ha già fatto registrare benchmark e prestazioni davvero notevoli ma a raccontarci meglio tutte le fasi di lavoro ci pensano gli ingegneri Apple.
Poco dopo la conclusione dell’evento Greg Joswiak, Craig Federighi e John Ternus hanno rilasciato alcune dichiarazioni a The Independent. Craig Federighi si dice davvero sorpreso dalle performance raggiunte dal nuovo chip M1:
Funziona meglio di quanto si pensava inizialmente. Dopo aver testato la durata della batteria ho esclamato: “State scherzando? Pensavo avessimo persone che sapessero come stimare questo genere di questioni.
John Ternus ha rimarcato come le grandi prestazioni ottenute in fase di test abbiano fornito una grande motivazione per migliorare, ottimizzare sempre di più il prodotto. Federighi ha inoltre rimarcato come l’esperienza pregressa di Apple, acquista nella fase di transizione da Power PC a Intel, abbia consentito all’azienda di gestire al meglio questo passo epocale per la gamma Mac.
Lo abbiamo già fatto. Abbiamo osservato altri competitors del settore compiere lo stesso passo, ma non così bene. Abbiamo davvero perfezionato questo genere di transizioni, conoscendo esattamente come gestire gli strumenti per semplificare il lavoro degli sviluppatori.
Greg Joswiak ci racconta invece della nomenclatura di questo nuovo SoC:
M1 ha molto senso per un chip dedicato ai Mac. La serie A è stata creata per i nostri smartphone e da allora abbiamo cercato di utilizzare lettere che abbiano un senso.
Craig Federighi si è inoltre espresso circa le speculazioni riguardanti un nuovo Mac con display touch:
Quando abbiamo presentato Big Sur abbiamo iniziato a vedere questi articoli e ci siamo chiesti il perchè di queste speculazioni. Abbiamo progettato ed evoluto il look per macOS in un modo che ci è sembrato agevole e naturale, senza considerare minimamente un futuro supporto a display touch su Mac.
Federichi ha insomma confermato che i display touch rimarranno prerogativa di iPad, dispositivi pensati proprio per questo genere di interazione.
Anche gli ingegneri Tim Millet e Bob Brochers hanno rilasciato alcune dichiarazioni sui nuovi processori:
Anche per le app che non sono state tradotte in codice nativo ARM, la nostra aspettativa è che la maggior parte delle persone non vedrà una differenza evidente. Ma quando diventi un’app universale, quando costruisci direttamente su ARM, è allora che penso che gli sviluppatori avranno l’opportunità di ottimizzare e mettere a punto e sfruttare appieno un M1.
Se hai un’applicazione critica nel tuo flusso di lavoro e sei preoccupato per l’aggiornamento, è probabile che funzionerà alla grande e non te ne accorgerai. E quando la stessa applicazione ottiene un aggiornamento a ARM nativo, vedrai enormi vantaggi.
Tra pochi giorni saranno finalmente disponibili i nuovi MacBook Air, MacBook Pro e Mac Mini dotati del nuovo chip M1. Avete già ceduto alla tentazione o attenderete ulteriori test e recensioni?