Wi-Fi “libero” ed Hotspots Wi-Fi: a che punto siamo in Italia?

Dopo l’abrogazione -o meglio la mancata proroga- del famigerato decreto Pisanu, che sostanzialmente poneva un notevole freno alla diffusione dei punti di accesso pubblici alla rete wireless, ci si sarebbe aspettati un proliferare di Hotspots su tutto il territorio nazionale; ebbene, se qualcosa s’è mosso, dobbiamo anche dire che non c’è stata l’esplosione che in molti si sarebbero aspettati e che tutti ci saremmo augurati. Ma forse le cose non stanno proprio così.

Quello che tutti vorremmo è la possibilità di avere davvero internet in mobilità; e non sulle “traballanti” o quantomeno incostanti reti 3G ma con una rete stabilmente veloce ed affidabile. Il citato decreto Pisanu, obbligando l’internet provider a verificare l’identità di ogni cliente che voleva accedere alla propria rete, di fatto poneva un limite enorme al proliferare di Hotspots sul territorio; molte le problematiche connesse, non ultimo il fatto che la raccolta e la gestione di dati sensibili non è cosa banale (se siete interessati qui trovate informazioni più dettagliate).
Ora il tutto è diventato più semplice anche se non mancano le critiche ed i dubbi (qualche esempio su Punto Informatico e su Wired Italia); dubbi in particolar modo riconducibili ad una non assoluta chiarezza delle norme al riguardo.

In questo contesto già di per sè piuttosto confuso, cosa sta succedendo sul territorio italiano? A confusione si aggiunge confusione.
Se non siete proprio dei tecnici, magari direttamente interessati all’argomento per questioni professionali (nel qual caso potreste trovare in questo articolo anche alcune piccole imprecisioni … speriamo non troppe!), avrete come me la testa piena di dubbi; cominciamo con il chiarire subito il primo: il termine Free Wi-Fi -che si presta facilmente ad un equivoco dovuto alla traduzione dall’inglese- indica una rete Wi-Fi libera nel senso di accessibile a tutti e non (o non necessariamente) gratuita. Certo, a questo punto io stesso potrei raccontare di essermi trovato in un albergo di livello medio/alto di una importante città del centro Italia dove la tariffa per usare l’hotspot era di 10 euro ogni mezz’ora di navigazione (!) con addebito su carta di credito anticipato all’inizio della mezz’ora; ovvero 30 minuti e 1 secondo=20 euro. Definire libero questo hotspot, quale che sia il significato che si vuol dare al termine “libero”, è a mio avviso cosa ardita.

Secondo problema: ma questi hotspots quanti sono? E dove sono? Anche in questo caso la risposta non è così semplice come si potrebbe credere. Recentemente gli amici di Enter hanno pubblicato alcuni lavori al riguardo; secondo le loro fonti l’Italia avrebbe un totale di 5097 hotspots distribuiti però in modo molto disomogeneo sul territorio. A fare la parte del leone sarebbe la Lombardia (con 1328), seguita da Lazio, Emilia Romagna, Toscana e Veneto (solo 363), per non citare che le prime cinque. Ma nel complesso il Bel Paese si posizionerebbe solo al quattordicesimo posto di un ranking mondiale che vede in testa il Regno Unito (113.000 hotspots) ma che soprattutto ci vede dietro anche alla Turchia (circa 7000) ed alla ‘piccola’ Hong Kong (5327 … ma è poco più che una metropoli!). Il condizionale però è d’obbligo perché dare dei numeri è facile ma darli esatti è quasi sempre impossibile; si veda per esempio la piccata risposta di un professionista del settore proprio all’articolo che riporta questi dati e che li ritiene per nulla veritieri e -a suo dire- drammaticamente sottostimati (se volete, trovate qui l’articolo completo ed i suoi commenti). Io ho fatto una breve ricerca (breve perché in fondo i numeri oltre ad essere difficili rischiano di essere noiosi e piuttosto aridi) ed ho trovato dati sostanzialmente sovrapponibili a quelli citati (per esempio qui).

E allora proviamo a cambiare approccio: niente numeri o ricerche scientifiche, raccogliamo invece un po’ di esperienze e di pareri personali.
Per quanto riguarda me, io risiedo in un piccolo comune della Lombardia e vi posso dire che, per quello che verifico ogni singolo giorno -perché sì, io sono uno di quelli che hanno sempre l’iPhone in mano, per controllare le email, le previsioni del tempo o per fare fotografie- in provincia non si trova praticamente nulla (a tal proposito segnalo una curiosità: su uno dei Wi-Fi finder online che ho consultato veniva riportato come Free Hotspot anche la rete Wi-Fi della sede del mio piccolo comune: niente di più falso! Probabilmente è una rete che serve le macchine del comune stesso, interna ed assolutamente non free). In città mi capita (non così di frequente) di incappare in qualche rete Wi-Fi, mai gratuita, ma devo dire che è più frequente trovare una rete Wi-Fi domestica lasciata (volontariamente o non) priva di protezione e quindi accessibile da chiunque senza password piuttosto che un Hot Spot pubblico.
La mia esperienza dunque, per limitata che sia soprattutto da un punto di vista di estensione territoriale, è decisamente negativa -pur riguardando la “virtuosa” Lombardia- e concorderebbe con quanti hanno una visione oserei dire catastrofica dell’avanzamento del Free Wi-Fi in Italia.
A questo punto spero che voi abbiate da raccontarmi esperienze migliori … perché le vostre sono migliori, vero?

 

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