Non ce ne vogliano i fanatici a senso unico del noto social-network ma quando è troppo è troppo…
Questa volta il +1 non è un like, non è un un-like, né tantomeno un nuovo contatto alla nostra lista: è l’ennesimo tentativo, mascherato nel modo piu’ subdolo, ovvero la totale “trasparenza”, quell'”oggi non c’è domani chissà” a cui spesso, senza volere, diamo il nostro assenso accettando le condizioni di licenza dalla lunghezza chilometrica che, prima di entrare, con “religioso rispetto” di leggi e privacy, ci invitano ad accettare.
Dopo la mesta vicenda della quotazione in borsa, su cui le class-action fioccano come nei piu’ invidiabili inverni, il social network fondato da Mark Zuckerberg, ci prova di nuovo e nonostante 8 anni di vita avrebbero dovuto insegnare che non si scherza con la privacy degli utenti, né tantomeno con i cavilli degli agreement, riesuma la “vecchia” email @facebook.com, servizio lanciato con la medesima enfasi della quotazione di cui sopra (o viceversa vista la timeline…), sostituendola arbitrariamente al nostro indirizzo email pubblico.
Facebook è un social-network che ha molti pregi, ha contribuito e contribuisce giornalmente a mantenere in comunicazione persone agli antipodi del pianeta, vicine di casa ma magari lontane distanze siderali per il non “incontrarsi mai”, per i ritmi della vita, per l’impossibilità di fermarsi, guardarsi attorno, e disquisire anche del nulla per il mero gusto di stare insieme… ha un valore non indifferente anche per il nostro servizio, le notizie possono librarsi nell’etere, raggiungere Diari di amici, collaboratori, altre redazioni, essere commentati e a loro volta condivisi, insomma ha molto da offrire ma come un motore, non richiedendo direttamente il nostro intervento, necessita di essere alimentato, e non disponendo di fonti energetiche tradizionali, il lubrificante per antonomasia è la pubblicità, sono, inutile girarci attorno, i nostri dati.
E’ evidente, tuttavia, che gli insegnamenti del Vico non intaccano le visioni dei piani alti e quindi, come la classica disfatta tedesca nel gelido inverno russo, la tecnica della “terra bruciata” non paghi e ci troviamo, come accaduto in passato, a dover cambiare qualcosa di personale che non abbiamo deciso autonomamente.
Una prova? Il mio profilo in cui ho trovato gli effetti dell’aggiornamento…
Possiamo ripristinare il nostro account email per la posta pubblica accedendo al profilo e modificando le informazioni nella sezione Informazioni di contatto. Nel caso in cui si desideri un intervento piu’ radicale, l’indirizzo di contatto può essere nascosto cliccando sulla freccia blu presente vicino all’indirizzo di Facebook quindi abilitando la voce Non visibile sul diario.
E’ davvero questo il prezzo della nostra privacy? Certo, vivendo sulla Rete se ne accettano le regole, implicite e non, ma anche il caos ha un suo ordine e Facebook con i suoi numeri, dovrebbe essere un microcosmo, con un open-space su cui dover barattare i nostri dati per una finestra sul mondo…