Apple ritiene “imperfetta” la denuncia a suo carico sui prezzi degli eBooks

All’interno di nuovi documenti depositati da Apple in risposta alle accuse sul cartello dei prezzi degli eBooks l’azienda definisce la denuncia a suo carico “fondamentalmente imperfetta”.

La notizia è stata riportata da Reuters e all’interno dei documenti Apple sembrerebbe definire la denuncia a suo carico “fondamentalmente imperfetta” affermando come l’uso dell’agency model abbia in realtà motivato una maggiore concorrenza opponendosi l’allora dominio di Amazon del settore in quanto avrebbe permesso di creare competizione dove in realtà questa non esisteva: “Rendere Apple oggetto di attacchi legali per una strategia di affari ben riconosciuta e perfettamente appropriata invia il messaggio sbagliato al mercato. […] La denuncia del governo contro Apple è fondamentalmente imperfetta, sia dal punto di vista fattuale che legale.”

Tra gli argomenti trattati all’interno dei nuovi documenti rientra un’email inviata da Steve Jobs, allora CEO dell’azienda, in cui venivamo incoraggiati gli editori a colludere nel tentativo di creare un mercato “mainstream” degli eBooks con prezzi da 12,99$ e 14,99$; in questo caso Apple ritiene che l’affermazione di Jobs non sia stata correttamente interpretata in quanto l’entrata della compagnia nel mondo degli eBooks non solo ha aumentato il volume di vendite, ma avrebbe addirittura spinto Amazon a competere in modo più aggressivo, suggerendo come tale concorrenza abbia inoltre portato ad un’avanzamento significativo della tecnologia degli e-readers. Questa linea difensiva riprende le affermazioni passate di Tom Neumayr, rappresentante di Apple, in cui venivano sottolineati i vantaggi ottenuti sia dagli utenti che dal settore stesso dell’editoria digitale in seguito all’arrivo della compagnia di Cupertino.

Si tratta di argomentazioni molto interessanti soprattutto vista la citazione degli e-readers. Per quanto riguarda gli altri editori coinvolti nella denuncia del Dipartimento di Giustizia statunitense ricordiamo che, mentre HarperCollins, Simon & Schuster e Hachette Book Group hanno optato per il raggiungimento di un accordo, Macmillan e Penguin Group continuano a difendersi dalle accuse a loro carico.

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