Apple ha annunciato un miglioramento significativo al suo framework di virtualizzazione in macOS Sequoia, permettendo agli utenti di accedere a iCloud all’interno delle macchine virtuali su macOS.
Prima, questa funzionalità non era disponibile, limitando l’utilità del framework per sviluppatori e utenti che necessitavano di sincronizzare le loro app con iCloud. Ora, sia il sistema operativo ospitante che quello guest devono essere macOS 15 o versioni successive per abilitare questa funzione.
Questa novità è disponibile solo su Mac con chip Apple Silicon. Le VM create da un’immagine di installazione macOS 15 (.ipsw) possono utilizzare iCloud e i servizi associati all’Apple ID. Tuttavia, le VM aggiornate da versioni precedenti di macOS o che eseguono versioni precedenti non potranno accedere a iCloud.
Apple ha spiegato che quando si crea una VM in macOS 15 da un’immagine software di macOS 15, il sistema di virtualizzazione configura un’identità per la VM derivata dalle informazioni di sicurezza nel Secure Enclave dell’host. Se una VM viene spostata su un altro Mac e riavviata, il framework di virtualizzazione creerà automaticamente una nuova identità per la VM, richiedendo all’utente di ri-autenticarsi per consentire la sincronizzazione dei dati iCloud.
Parallels e VMware offrono software di virtualizzazione, con VMware Fusion recentemente reso gratuito per uso personale. macOS Sequoia è attualmente in beta per sviluppatori, con una beta pubblica prevista per luglio e un rilascio generale in autunno.
Questa mossa di Apple rappresenta un passo avanti importante, soprattutto per sviluppatori e power users che ora potranno sfruttare pienamente le potenzialità di iCloud anche in ambienti virtualizzati. È evidente che Apple stia continuando a spingere verso un ecosistema sempre più integrato e sicuro, ponendo al centro le esigenze degli utenti pro.