Computer “ad hoc” per i social network, è questo il nuovo progetto di Facebook

Zuckerberg ha deciso che Facebook non dovrà più limitarsi al solo social network, ma dovrà entrare nel mercato dei computer e dei server in particolari.

E’ lo stesso Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato del social network per eccellenza, ad annuncialo nel corso di una conferenza a Palo Alto in California.

Il progetto si chiama “Open Compute Project” e verrà sviluppato con la collaborazione di alcune delle più grandi aziende al mondo produttrici di computer, come Hewlett Packard, Dell ed Intel.

Gli ingegneri di Facebook ci stanno lavorando da più di un anno e mezzo, e la stessa azienda ha già investito nel progetto decine di milioni di dollari. L’obiettivo è quello di arrivare a produrre nuovi tipi di server e di centri dati (le “sale macchine”), progettati per una efficienza generale migliorata, un eccellente utilizzo di Internet ed un impatto energetico minimo.

Molti prodotti che oggi vengono venduti sul mercato non hanno, per Zuckerberg, nessuna di queste caratteristiche e nemmeno uno dei servizi e delle applicazioni che abbisognano appunto al social network.

Questa scelta è destinata ad influenzare la futura produzione di computer, perché Facebook ha più di 500 milioni di utenti, che contano sul mercato come gli elettori per un partito politico prossimo alle elezioni.

L’infrastruttura odierna di Facebook gestisce 30 miliardi di file video, audio e foto al mese. Ma grazie a questo progetto futuro, i nuovi server aumenteranno di quasi il 40% l’efficienza nello scambio dei contenuti, abbassando contestualmente il costo di queste operazioni del 24%.

L’Open Compute Project, iniziativa il cui scopo principale è quello di fornire all’intera industria informatica una collezione di informazioni su come ottimizzare la gestione ed i consumi dei data center, sarà accessibile da chiunque, promuovendo gli stessi concetti che hanno portato alla nascita dell’open source, spostando però l’attenzione questa volta sull’hardware.

Le tecnologie, le conoscenze e l’esperienza accumulata nel corso delle sperimentazioni sono ora disponibili online gratuitamente. Abbiamo appreso così che il centro dati di Facebook ha un  costo di 50 milioni dollari l’anno per servire 500 milioni di utenti, ovvero un “costo utente” di 10 centesimi per le spese relative soltanto ai centri dati (cioè sono esclusi gli stipendi degli ingegneri, sicurezza, ecc…).

I dati di schede madri, hard disk, case, sistemi di alimentazione e quant’altro sono tutti disponibili nelle pagine ufficiali del progetto, così come sono state pensate e progettate dagli ingegneri che hanno lavorato al nuovo data center di Facebook di Prineville, nell’Oregon. Qualsiasi azienda può così costruire un proprio data center sul modello del social network di Palo Alto, che è riuscito a ridurre in questo modo i consumi energetici e i costi generali.

Ogni aspetto è stato curato nel minimo particolare, con soluzioni nuove capaci di riutilizzare risorse che prima erano considerate perse e inutili: l’aria calda prodotta dai server, ad esempio, sarà utilizzata durante l’inverno per riscaldare gli ambienti di lavoro, con un ulteriore risparmio economico.

La decisione di staccarsi e svincolarsi direttamente da provider e fornitori di hosting, creando una propria infrastruttura sulla quale poggiare l’intero sistema di Facebook, ha permesso ai ricercatori di avere accesso a tutti i dettagli hardware e software. Così facendo, è stato possibile ottimizzare ogni singolo componente, eliminando quanto risultava superfluo e di spreco per lasciare spazio alle parti veramente utili al data center.

Due anni di ricerca, di studi, di esperimenti sono culminati con un ricchissimo bagaglio di conoscenze, che ora Facebook vuole mettere a disposizione del mondo intero, con l’intenzione di spingere le aziende, ma anche i privati, a collaborare, suggerendo possibili modifiche e segnalando errori, in perfetto stile open source.

Fonte: ANSA

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