L’eCommerce in Italia cresce del 18% e sfiora i 20 miliardi di € nel 2016

Il mercato eCommerce in Italia raggiunge ora una penetrazione del 5% sul totale acquisti retail. L’eCommerce via Smartphone tocca invece quota 3,3 miliardi di euro grazie a una crescita del 63%.

commerce2016

L’eCommerce continua a crescere anche nel 2016: il valore degli acquisti online degli italiani fa segnare un +18% per un giro d’affari che sfiora i 20 miliardi di euro, tra prodotti (9 miliardi) e servizi (10,6 miliardi). Il Turismo si conferma il primo comparto con una quota del 44% e una crescita del 10%. Seguono Elettronica di Consumo, che vale il 15% e cresce del 28%, e Abbigliamento, che vale il 10% e cresce del 27%. Si rivela sempre più importante il contributo dei settori emergenti (Food & Grocery, Arredamento e home living, Beauty, Giocattoli), che insieme valgono oltre 1,5 miliardi di euro e crescono con tassi compresi tra il +30 e il 50%. Questo lo scenario del mercato del commercio elettronico presentato dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno intitolato “eCommerce B2c in Italia: esame di maturità per l’offerta”.

Il 2016 è stato l’anno più importante per l’eCommerce, durante il quale si sono affermati nuovi modelli di business guidati dal concetto del cross. Cross border, cross canalità e cross device: sono questi i nuovi termini del commercio elettronico, che raccontano l’evoluzione a partire dai nuovi modi di comportamento degli shopper. Il paniere dell’eCommerce italiano, benché ancora sbilanciato sui servizi (54% del valore complessivo), registra una crescita degli acquisti dei prodotti tasso quattro volte superiore rispetto a quella fatta registrare dai servizi (32% vs 8%). Si sta quindi lentamente avvicinando a quello rilevato nei principali mercati stranieri, dove la componente di domanda legata ai prodotti è intorno al 70%.

Nel 2016 l’acquisto di servizi (Assicurazioni, Couponing di servizi, Ricariche, Ticketing per eventi, Turismo e trasporti) vale 10,6 miliardi di euro, mentre quello di prodotti (Abbigliamento, Beauty, Arredamento e home living, C2c, Couponing di prodotto, Editoria, Merchandising, Giocattoli, Food&Grocery, Informatica ed elettronica) vale 9 miliardi di euro.
Sono 45 milioni gli ordini eCommerce nel 2016 riguardano i servizi, per uno scontrino medio pari a 236€, mentre sono stati 120 milioni gli ordini di prodotti, ossia tre quarti degli ordini eCommerce totali, con uno scontrino medio di 75€, un terzo di quello dei servizi.

Il Turismo (+10%) trascina ancora la crescita dei servizi soprattutto grazie ai trasporti e alla prenotazione di alloggi: con 8.561 milioni di euro, vale il 44% della domanda online e si conferma il primo comparto dell’eCommerce italiano.
L’Informatica ed elettronica di consumo, con 2.932 milioni di euro, vale il 15% della domanda eCommerce e si conferma il primo comparto di prodotto anche nel 2016 con una crescita del 28%. L’Abbigliamento, con 1.898 milioni di euro, vale il 10% degli acquisti online e cresce del 27% rispetto al 2015. L’Editoria, con 687 milioni di euro, cresce del 16% grazie agli acquisti di libri (anche scolastici) prevalentemente dalle grandi Dot Com. L’Arredamento e home living è il comparto che cresce con il ritmo più sostenuto (+48%), raggiungendo i 652 milioni di euro nel 2016.
Gli acquisti in tutti gli altri comparti di prodotto valgono insieme 2.312 milioni di euro nel 2016, in crescita del 44% rispetto al 2015. Si tratta prevalentemente articoli di profumeria e cosmetica dai grandi retailer e dalle Dot Com sia generaliste sia specializzate, giocattoli dalle grandi Dot Com e dai marketplace, articoli da bazar prevalentemente dai marketplace cinesi e merchandising dai siti delle società sportive e degli eventi musicali.

Il tasso di penetrazione degli acquisti online sul totale del Retail, passa dal 4% del 2015 al 4,7% del 2016 con i servizi al 9% e i prodotti al 3%. La penetrazione più elevata è del Turismo, pari al 29% mentre l’Informatica ed elettronica si attesta al 16%. Se prendiamo come riferimento i paesi dove l’eCommerce B2c è in assoluto più maturo – Corea, Francia, Germania, Giappone, UK e USA – la penetrazione sul totale Retail è fino a quattro volte quella italiana ed è nell’intorno del 15%-20%.

Nel 2016 gli acquisti eCommerce da smartphone sfiorano i 3,3 miliardi di euro (suddivisi tra il 63% dei prodotti ed il 37% dei servizi), con una crescita del 63% rispetto al 2015. Negli ultimi tre anni il mercato è triplicato, a conferma dell’importanza di questo canale per il consumatore. Per i prodotti giocano un ruolo importante sia i siti con modelli di business in cui conta l’istante d’acquisto (ad esempio i siti delle flash sales) sia le iniziative (marketplace in primis), siti che hanno investito per offrire una customer experience semplice ed efficace su questo canale. Per i servizi è invece preponderante l’acquisto di biglietti di trasporto (aerei e ferroviari) e la prenotazione di alloggi (in hotel e case private).

Nel 2016, i web shopper italiani, ossia i consumatori che hanno effettuato almeno un acquisto online nell’anno, crescono del 7% annuo e raggiungono quota 19 milioni, pari al 60% circa degli internet user. Tra questi, gli acquirenti abituali, quelli che effettuano almeno un acquisto al mese, raggiungono i 12,9 milioni e generano il 91% della domanda totale eCommerce (a valore), spendendo online in un anno, mediamente, 1.382 euro ciascuno[1]. Il bacino di utenti dell’eCommerce B2c italiano è decisamente inferiore a quello dei principali mercati eCommerce europei: in UK gli web shopper sono 48 milioni (l’85% degli internet user), in Germania 55 milioni (l’81% degli internet user) e in Francia 41 milioni (il 76% degli internet user).
L’Export, inteso come il valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri, cresce nel 2016 del 17% e supera i 3,4 miliardi di euro. Turismo e Abbigliamento, grazie a un’offerta più matura, sono i comparti più incisivi e insieme rappresentano il 78% del mercato. Il Turismo, spinto soprattutto dagli operatori di trasporto, vale il 42% delle esportazioni online, mentre l’Abbigliamento il 36%. Proprio l’Abbigliamento è caratterizzato da una spiccata propensione all’Export, con quasi la metà delle vendite del settore (42% per la precisione) effettuate oltre confine. La forza e la notorietà dei brand, le competenze digitali sviluppate nel corso degli anni da alcune Dot Com italiane e da alcune boutique multibrand, unitamente alla carenza di offerta sui canali tradizionali all’estero, sono le ragioni del successo dell’Abbigliamento fuori dai confini nazionali. Gli altri comparti dove i brand italiani godono di ottima reputazione all’estero (Arredamento e home living e Food&Grocery) contribuiscono ancora marginalmente all’Export, per via di un’offerta poco sviluppata e di alte complessità operative.

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