Akamai Technologies ha pubblicato il nuovo Rapporto sullo Stato di Internet relativo al terzo trimestre 2015. Questo studio fornisce informazioni sulle statistiche più significative quali velocità di connessione, adozione della banda larga, interruzioni importanti del servizio, esaurimento degli indirizzi IPv4 e adozione degli IPv6.
A livello globale, rispetto al trimestre precedente (Q2 2015) la velocità media di connessione è aumentata leggermente (0,2%) arrivando a 5,1 Mbps. Ha registrato però una crescita del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Dopo la Corea del Sud, incontrastata con i suoi 20,5 Mbps, sono Svezia (17,4), Norvegia (16,4) e Svizzera (16,2) a far registrare la più alta velocità media di connessione. Tutti i paesi Europei, senza eccezioni, hanno mostrato un incremento della velocità media di connessione, con gli aumenti più forti in Norvegia (15%) e Regno Unito (10%).
L’Italia
L’Italia sale di due posizioni a livello mondiale attestandosi alla 52esima posizione mentre a livello EMEA resta inchiodata alla 23esima posizione. La velocità media di connessione si attesta a 6,5 Mbps con un aumento di 2,4% rispetto al trimestre precedente (Q2 2015) e del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Q3 2014).
Dopo un aumento del 12% nel secondo trimestre, la velocità media di connessione di picco ha mostrato nel terzo trimestre un lieve decremento dello 0,9% (32,2 Mbps). Lo stesso parametro è però cresciuto del 30% rispetto al terzo trimestre 2014. Il paese con la velocità media di picco più alta a mondo continua ad essere Singapore con 135,4 Mbps. In Europa i primi due posti sono occupati da Romania (72,9%) e Svezia (69,0).
Nel trimestre in esame, 13 paesi europei hanno mostrato una velocità di connessione media di picco pari ad almeno 50 Mbps: Romania, Svezia, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio, Finlandia, Norvegia, Regno Unito, Ungheria, Spagna, Irlanda, Repubblica Ceca e Danimarca. Rispetto allo stesso trimestre 2014, la Spagna ha registrato il maggior incremento nella velocità di connessione media di picco al 48%, seguito da Norvegia (35%) e Francia (34%). In totale, 17 dei 20 Paesi europei esaminati hanno raggiunto aumenti a due cifre.
La velocità di connessione media di picco raggiunta in Italia nel trimestre in esame è pari al 30,1 Mbps, in diminuzione dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ma registrando un +18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q3 2014). Resta sempre ferma in penultima posizione a livello EMEA e alla 74esima posizione a livello mondiale.
Connessione a banda larga
A livello globale il 5,2% degli indirizzi IP unici era connesso ad Akamai con una velocità media di almeno 25 Mbps, con un aumento del 6,3% rispetto al trimestre precedente. La Corea del Sud ha mantenuto il primo posto a livello globale con quasi un indirizzo IP su quattro connesso ad Akamai a una velocità media maggiore di 25 Mbps. Al secondo posto la Svezia, che ha raggiunto un’adozione del 19% con un incremento del 26%. L’analisi dei progressi rispetto al terzo trimestre 2014 mostra un aumento del 203% per il Portogallo (adozione del 5,2%) grazie all’impennata delle connessioni in fibra nel corso del trimestre.
Sette paesi europei compaiono nella lista dei primi dieci al mondo per adozione di connessioni a 25 Mbps: Svezia (#2), Norvegia (#3), Lettonia (#4), Svizzera (#6), Finlandia (#8), Paesi Bassi (#9) e Repubblica Ceca (#10). L’incremento sul trimestre precedente va dal 14% della Svizzera al 48% della Norvegia.
La percentuale globale di indirizzi IP unici connessi alla rete Akamai a velocità superiori alla soglia broadband (4 Mbps) è salita dal 2,7% al 65%. In Europa nove paesi hanno mostrato tassi di adozione 4 Mbps del 90% o più: Paesi bassi (95%), Danimarca (94%), Romania (94%), Svizzera (93%), Svezia (92%), Belgio (91%), Finlandia (91%), Austria (90%) e Ungheria (90%). Lento miglioramento sul fronte adozione della banda larga (>4 Mbps): in Italia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q3 2014) le connessioni a banda larga sono aumentate del 18%, raggiungendo il 71%. Rispetto al trimestre precedente, però, si registra un aumento di solo 1,8%.
Nel terzo trimestre 2015 il 27% di tutti gli indirizzi IP a livello globale si sono connessi ad Akamai ad una velocità media di almeno 10 Mbps, con un aumento del 2,4% sul precedente periodo (+1,9% rispetto allo stesso trimestre del 2014). In Europa i primi due posti spettano a Svizzera e Paesi Bassi, con 61% e 60% rispettivamente. L’incremento sul terzo trimestre 2014 varia dal 11% della Svizzera al 77% della Spagna.
Nel terzo trimestre del 2015, Italia, Turchia, Sud Africa ed Emirati Arabi rimangono gli unici Paesi EMEA a non registrare tassi di adozione dell’high broadband al di sopra del 10%. Il nostro paese si sta avvicinando lentamente al traguardo del 10%: in questo trimestre si assesta sugli 9,2%, +76% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q3 2014) e +6,3% rispetto al trimestre precedente.
Il 15% degli indirizzi IP unici a livello globale è risultato connesso alla rete Akamai a velocità di connessione media “4k-ready” di 15 o più Mbps, contro il 5,3% del trimestre precedente. Rispetto al Q3 2014 il tasso globale di adozione 15 Mbps è cresciuto del 21%, con sette fra i primi dieci paesi che hanno mostrato crescite comprese tra l’8,9% della Lettonia (31% di adozione) e il 73% della Norvegia (37% di adozione).
Nel trimestre esaminato, 12 paesi europei hanno avuto almeno il 20% degli indirizzi IP connessi ad Akamai a velocità di almeno 15 Mbps. Le variazioni rispetto allo stesso trimestre 2014 sono state positive per tutti i paesi europei considerati. Per Spagna e Germania il tasso di adozione 15 Mbps è stato più che doppio, con incrementi del 111% e 104% rispettivamente. Per altri sette Paesi (Norvegia, Danimarca, Portogallo, Ungheria, Polonia, Francia e Italia) la crescita è stata di oltre il 50%.
L’Italia si posiziona al 45esimo posto a livello mondiale e al 22esimo a livello EMEA, registrando un 3,4% delle connessioni uguali o superiori ai 15 Mbps, con un aumento del 12% rispetto al trimestre precedente (Q2 2015) e del 62% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q3 2014).
L’Europa continua ad essere all’avanguardia nell’adozione di IPv6
A bilanciare parzialmente il calo registrato nel secondo trimestre, il numero di indirizzi IPv4 unici connessi in tutto il mondo alla rete Akamai è cresciuto di 4,8 milioni.
Su base globale circa il 60% dei paesi considerati ha mostrato un aumento rispetto al trimestre precedente del numero di indirizzi IPv4 unici. Dei tre paesi europei che compaiono nella lista dei primi dieci, Germania e Francia sono cresciute di 1,2% e 0,9% rispettivamente, mentre per il Regno Unito il numero è rimasto invariato.
L’Italia il trimestre scorso (Q2 2015) è uscita per la prima volta dalla top ten globale e continua ancora a calare passando da meno di 17 milioni e mezzo di indirizzi IPv4 connessi registrati a 17.000.053.
I paesi europei continuano a dominare la graduatoria globale dei paesi con la più alta adozione di IPv6, occupando ben otto delle prime dieci posizioni della classifica delle richieste di contenuto fatte ad Akamai su IPv6.
Nonostante un calo del 8,4% nel trimestre, il Belgio resta saldamente al primo posto, con il 35% delle richieste fatte su IPv6.
Verizon Wireless (72%) e la belga Telenet (53%) continuano a essere ai primi due posti tra i provider, con più del 50% delle richieste ad Akamai fatte su IPv6.
Nove dei primi 20 provider hanno mostrato almeno un quarto delle richieste di contenuti alla rete Akamai via IPv6, in leggero calo rispetto agli 11 del secondo trimestre. Per tutti i primi venti – contro 17 del secondo trimestre – almeno il 10% delle richieste ad Akamai è avvenuto su IPv6.