MacBook Pro Retina Late 2013, la potenza è nulla senza controllo – La recensione di iPhoneItalia

Anno nuovo, nuovo Mac. Ormai da qualche mese sono sbarcati sul mercato i nuovi modelli della famiglia MacBook Pro con retina display (Late 2013). Qui di seguito vi proponiamo la nostra Review, un po’ diversa dal solito. Ci concentreremo meno su bench, grafici e numeri, di cui ormai avrete letto e sentito tutto, ma ci concentreremo sull’esperienza d’uso, sui dettagli, sulle impressioni di queste nuove macchine, del loro fantastico schermo, sulla costruzione e sull’autonomia. Buona lettura.

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I modelli in test nella nostra redazione sono due e sono le due versioni del modello da 15“.
Abbiamo la versione “base” da 15 pollici, con un processore i7 quad core a 2.0 GHz, 16 Gigabyte di RAM (abbiamo effettuato un upgrade, la versione base ne monta 8), 256 GB di memoria e GPU Iris Pro CrystalWell. La seconda macchina è la versione da 15″ con processore a 2.4 GHz, 16 Gb di RAM, 512 GB di memoria e GPU Nvidia GT 750 M.

Le macchine, in sé molto simili, differiscono principalmente e sostanzialmente per la presenza, nel secondo caso, di una GPU discreta.

La GPU

I nuovi MacBook Pro non nascono come macchine da gioco benché, le attuali versioni dei processori Intel Haswell montino una GPU integrata nello stesso Die del processore che permette prestazioni di tutto rispetto. In alcuni applicativi, addirittura, la Iris Pro ha eguagliato le performance della GT 650 M, montata dalla generazione precedente di MacBook Pro Retina.
All’aumentare della risoluzione e portandoci a giocare a risoluzione nativa (cosa abbastanza pretenziosa visto che parliamo di una risoluzione di 2560×1600) la Iris Pro accusa il colpo in giochi particolarmente esigenti benché, con stupore, ci abbia comunque onorato di ottime prestazioni in titoli come F1 2013.
Il modello con GPU discreta invece, è decisamente perforante e consente di affrontare i titoli più impegnativi senza troppi intoppi anche a risoluzioni molto alte. Alla risoluzione nativa Europa Universalis IV e SimCity non hanno dimostrato la minima difficoltà a girare al meglio. Se non nel suo modello High-End, comunque, il MacBook Pro non si rivela essere assolutamente una soluzione sensata per i videogiocatori.

La CPU

I MacBook Pro, in particolar modo i modelli da 15″ dotati di processori quad core, sono macchine incredibilmente performanti. In meno di un minuto e mezzo ho compresso la mia cartella DropBox di 2.56Gb (contenente file di qualunque dimensione e peso).

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Il Photoediting con Photoshop, anche il più importante, è un’attività che si svolge con la stessa naturalezza con cui si utilizza iPhoto o si sfoglia la posta, tutto è immediato e veloce e, anche i file più grandi (anche grazie all’elevata quantità di memoria RAM, vengono gestiti senza il benché minimo intoppo). Ma è nel consumo energetico che questi processori danno in meglio di sé. Come sicuramente già saprete, infatti, a dispetto di quanto è avvenuto nei precedenti upgrade dei MacBook Pro Retina, gli incrementi prestazionali fronte CPU e GPU sono praticamente assenti, ma l’autonomia e, soprattutto, le temperature di utilizzo, sono stavolta il vero punto forte della soluzione. A meno che non si giochi, le ventole sono assolutamente e totalmente inudibili nell’utilizzo quotidiano e classico. Complice l’utilizzo di un SSD come memoria di massa, il MacBook Pro retina, così come i MacBook Air, è un compagno silenziosissimo. Fronte temperature, nemmeno sotto carica, in un utilizzo normale (comprendo in quest’utilizzo anche sessioni intensive di foto ritocco e di editing audio) si riesce a percepire un aumento considerevole delle temperature della scocca la quale, essendo in alluminio, si scalda molto facilmente all’innalzarsi delle temperature interne.

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Mentre scrivo quest’articolo, ritocco alcuni scatti, ascolto un po’ di musica su iTunes Match e tengo il PC sotto carica questo è il quadro delle temperature del mio sistema, temperatura esterna 20° C. Comprimendo la solita cartella 3 volte di fila per un totale di quasi 5 minuti, il Mac ha registrato un incremento di 15° sulla CPU, il minuto successivo le temperature sono già ritornate alla normalità (con ventole sempre fisse a 2000 RPM).
Solo giocando (tralasciando sessioni di bench fatte giare al massimo, molto fini a sé stesse) si riesce a far girare le ventole al massimo e a portare il Mac all’estremo (il rumore è comunque sempre molto tollerabile, un punto di forza delle soluzioni Apple), e la parte che maggiormente si scalda è posta in cima alla tastiera (dove sono presenti CPU e GPU).

In realtà fisicamente all’altezza delle nostre mani e del TrackPad sono poste le batterie che, complice sicuramente anche l’ottima dissipazione di calore dell’alluminio della scocca, non si scalda mai in maniera sensibile.

Autonomia

Sulla questione autonomia c’è da fare una premessa: la prima è che i nostri modelli presi in test, benché abbiano le stesse caratteristiche dichiarate di autonomia non hanno un’autonomia del tutto simile. La seconda è che l’autonomia della macchina non dipende molto dal carico o dal lavoro che stiamo svolgendo (a meno di convertire video per ore, di giocare, ecc…) ma tanto, veramente tanto, dal livello di luminosità dello schermo.

Il primo MacBook Pro da 15″ “base” si attesta su una media di 6-7 ore di autonomia, mentre il secondo, complice probabilmente un leggero clock superiore della CPU e la GPU discreta, si assesta sulle 5-6 ore. Parliamo comunque sempre di un utilizzo lavorativo, e con luminosità impostata su valori alti.
I valori di 8 ore dichiarati da Apple sono quindi sovrastimati? Tutt’altro. Come dicevamo all’inizio, dipende moltissimo dalla luminosità impostata dello schermo. Il display retina, complice l’elevato numero di pixel, ha bisogno di una grossa quantità di luce in retroilluminazione e questo va ad inficiarne i consumi.

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In realtà se siete su un treno, avete bisogno di guardare un film, avete da scrivere e vi accontentate di tenere la luminosità settata sui primi 3-4 step di illuminazione l’autonomia supera abbondantemente le 10 ore di utilizzo (con wifi sempre on e retroilluminazione della tastiera bassa ma attiva). Se vi trovate a dover scrivere la tesi su un vecchio intercity notte con Wi-Fi Spento, luminosità bassissima e bassa retroilluminazione della tastiera potrete anche superare le 11 ore di utilizzo.

La ricarica completa delle batterie avviene in circa 2 ore e 30 minuti.

Lo schermo

Parliamo della vera peculiarità dell’intera macchina: inutile girarci in torno, stiamo parlando del meraviglioso display retina. Lo schermo ha una definizione fantastica, i colori sono estremamente fedeli, la resa cromatica eccezionale. Abbiamo sulle due macchine, rispettivamente, un pannello Samsung ed un pannello LG ma si tratta in entrambi i casi di due pannelli veramente straordinari. Mac OS X gestisce molto bene l’alta risoluzione dello schermo e moltissime applicazioni presenti sullo Store sono pienamente compatibili alla definizione di quest’ultimo. Come ben sappiamo si tratta del “classico” pannello IPS-LCD con retroilluminazione LED che Apple usa da anni sui propri iMac.
Sul Web le cose cambiano, perché è possibile imbattersi spesso in contenuti non adeguatamente ottimizzati alle risoluzioni di questi monitor, tuttavia molti siti già supportano il caricamento ad un “layout con elementi ad alta risoluzione” e molti sono in fase di aggiornamento.

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La cosa che farà storcere il naso ai vecchi possessori di MacBook Pro è la luminosità dello schermo. Intendiamoci, è tutto fuorché inadeguata, ma i vecchi modelli avevano la possibilità di aumentare la retroilluminazione sicuramente di un altro paio di step successivi. Probabilmente la scelta di “limitare” la luminosità massima risiede nella volontà di Apple di non gravare eccessivamente sui consumi, già alti, del pannello piuttosto che in un limite intrinseco del pannello. Tuttavia è una differenza apprezzabile solo da chi viene da un MacBook Pro o avendo i due modelli direttamente uno a fianco dell’altro.

Tuttavia, che sia di fianco ad un vecchio MacBook Pro, ad un iMac (guardati ancora con stupore da molti nei centri commerciali dove fanno bella mostra di sé e dei propri (ottimi) pannelli, o di un pannello FullHD a caso… beh il MacBook Pro Retina fa impallidire qualunque di queste soluzioni.

IMG_6840 Una volta abituati a lavorare e ad utilizzare questo pannello sarà estremamente difficile fare il passo indietro e qualunque altro computer (compreso un iMac) vi sembrerà avere un monitor brutto e “pixelloso”.

SSD, che meraviglia.

L’altra grande peculiarità del MacBook Pro retina sta nel suo storage, adesso affidato a dei velocissimi dischi SSD (i chip Nand sono forniti da Samsung, mentre il controller è un SandForce). Di più, coi nuovi modelli di MacBook Air e Pro (soluzione mutuata anche nei nuovi Mac Pro) Apple ha voluto strafare. I nuovi dischi SSD non sono collegati in mSATA ma con connessione PCIe. Il risultato sono più di 700Mega al secondo in lettura e scrittura sequenziale.

SSD mac book retina
Anche la duplicazione di una cartella (che comprende processo di scrittura e lettura contemporaneamente) è un fulmine. La nostra cartella Dropbox di test da 2,56Gb è stata trasferita in meno di 7 secondi. La copia di un file di grosse dimensioni tipo un grosso file immagine, filmato ecc è anche più veloce.

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L’apertura anche degli applicativi più importanti è un’attività quasi istantanea. Photoshop si apre in due secondi, così come Aperture (che apre però l’intera libreria di oltre 6 Giga di iPhoto nel nostro test, direttamente navigabile).

TrackPad, MagSafe 2, casse e connettività

Il TrackPad, come ormai ci ha abituato Apple, è una delle componenti meglio realizzate della soluzione. La sua superficie in vetro rimanda all’utente un ottimo feeling, anche grazie al sapiente uso delle gesture contenute in Mac OS X. L’alimentazione è garantita dal un connettore MagSafe 2, con connettore che torna a “T” e una clip magnetica molto più robusta delle precedenti soluzioni (sebbene il cavo riesca a slacciarsi facilmente in cado si inciampi accidentalmente sul cavo di alimentazione). Le casse stereo, nella soluzione da 15″, sono veramente potenti, il suono è molto limpido, i bassi sono più corposi (sebbene parliamo sempre di una soluzione portatile) e ci hanno positivamente stupito.

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La costruzione del MacBook Pro Retina Late 2013 è impeccabile, solida, robusta. Il portatile è estremamente sottile (è una delle prime cose che balza subito agli occhi appena lo si ha in mano) e veramente molto leggero. Solo nella parte inferiore dello schermo, nell’unità di snodo, è presente una cornice inferiore in plastica e, afferrando il portatile in quella zona, si ha quasi la sensazione che possa flettere eccessivamente. La qualità della costruzione è, comunque, di altissimo livello.

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La scheda WiFi ha guadagnato il modulo a.c ad alte prestazioni, la Thunderbolt è nella sua seconda versione, più potente ma ancora troppo povera di accessori da poterne valutare le capacità. L’uscita HDMI, lo slot per memorie SD e 2 porta USB 3.0 completano il corredo della soluzione.

Conclusioni

Il MacBook Pro è una macchina che declina la già favolosa esperienza utente di Mac OS X ad un nuovo e più alto livello. La qualità dello schermo, le incredibili prestazioni del proprio disco SSD, le grandi quantità di memoria RAM e i bassi consumi di CPU e GPU (il tutto unito ad una proverbiale ottimizzazione software e con un design perfetto) sembrano ritagliati per creare un feeling con la macchina perfetto.

Nei nuovi MacBook, inoltre, il pacchetto iWork è diventato Free, così come i futuri aggiornamenti di Mac OS X (gratuiti adesso e in futuro, assicura ufficialmente Apple). Il tutto, unito al costo elevato della soluzione da 15″ rende il nuovo MacBook Pro una macchina certamente dedicata ad una fetta di pubblico esigente, che intende “investire” in una macchina che non diventi obsoleta nel giro di un paio d’anni. Una macchina dedicata ai professionisti o ad un pubblico particolarmente esigente, che sappia sfruttare al meglio le performance e le caratteristiche straordinarie del suo schermo.

Di contro c’è il prezzo. Elevato. Se il modello base da 15″ costa 2029€, il modello con scheda discreta raggiunge i 2629€, decisamente una spesa importante. La gamma è comunque molto scalabile e sicuramente il modello da 13″ si rivela essere una scelta decisamente più allettante sotto il profilo del rapporto qualità/prezzo (in fondo è dotato anch’esso dei due grandi plus di questa macchina, ovvero lo schermo retina e il disco SSD PCIe) in particolar modo se si è nella possibilità di accedere a qualche sconto come quello studentesco o delle iniziative Apple On Campus.

L’altro “contro” di questa macchina è l’espandibilità. La RAM non è in alcun modo sostituibile essendo saldata su MotherBoard, motivo per il quale per un uso professionale o, per mantenere una certa longevità del prodotto, consigliamo l’upgrade a 16GB in fase di acquisto mentre il disco SSD è facilmente sostituibile, basta svitare una semplice vite Torx, ma è in una configurazione non standard. Tuttavia sono già apparsi in rete siti in cui vengono vendute soluzioni alternative, in grado di effettuare un cambio del disco o un upgrade a capienze superiori.

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