Apple contro Bromwich, atto secondo

Continua la diatriba legale tra Bromwich ed Apple nel processo sui prezzi degli e-book.

MichaelBromwich

Se da una parte può sorprendere il fatto che Apple non collabori con i giudici nelle indagini su un processo, dall’altra è pur vero che diverse volte i legali di Cupertino hanno criticato l’operato di Browmich e i suoi abusi per quanto riguarda le richieste portate avanti proprio nei confronti dell’azienda.

Apple ha denunciato il fatto che gli ordini del giudice che Browmich dovrebbe far rispettare sono operativi solo da metà gennaio, per cui fino a quel momento nulla è dovuto. Inoltre, i legali hanno affermato che il consulente scelto dal giudice manca di esperienza e ha più volte superato il limite di quelli che sono i suoi poteri operativi.

Apple ha anche chiesto che le riunioni con Bromwich fossero pubbliche, con tanto di testimoni, ma malgrado l’ok del giudice questo non si è mai verificato e le riunioni sono sempre state coperte da segreto istruttorio. I legali di Cupertino hanno fatto anche notare la lunga relazione professionale tra il giudice Cote e Bromwich, cosa che potrebbe inficiare l’operato del consulente e l’obiettività dello stesso giudice.

Insomma, Apple parla di conflitto di interesse, mentre il consulente afferma che Apple non vuole collaborare nelle indagini.

In ogni caso, il processo d’appello va avanti e una sentenza dovrebbe essere emessa entro il mese di marzo, con Apple che spera in una rivalutazione della decisione espressa in prima istanza. Apple, infatti, è stata condannata per aver fissato i prezzi degli e-book con altri editori, al solo scopo di tagliare fuori Amazon.

 

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