Ozzie: il profeta inascoltato di Redmond

“La disponibilità della banda larga e  le reti wireless hanno cambiato la natura di come le persone interagiscono tra loro, sempre più attratte dalla semplicità dei servizi e dei software service-enabled, che semplicemente funzionano (just work). Le  aziende stanno sempre più prendendo in considerazione come l’economia di scala possa fare per aiutarle a ridurre i costi infrastrutturali, implementare soluzioni flessibili in base alle necessità e basate su modelli di abbonamento e sottoscrizione. Un nuovo modello di business è emerso sotto forma di servizi e software sostenuti dall’advertising.”  Ray Ozzie. Questa frase riassume i concetti illustrati estensivamente in un lungo documento programmatico di 8 anni fa redatto da un genio visionario. E non lavorava in Apple (servizi e applicazioni che “just work”) o in Google (servizi e software sostenuti dall’advertising), ma per Microsoft.

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Ray Ozzie era il nuovo “Chief Software Architect” scelto da Bill Gates per guidare il reparto tecnico di Microsoft. Penso che sia facile immaginare quanto seguito abbiano trovato le sue idee nella dirigenza e nel management di allora date le scelte compiute e non stupisca sapere che Ray lasciò Microsoft nel 2010, consapevole di aver fallito nel tentativo di imporre il cambio di direzione necessario a mantenere Microsoft leader anche durante la nuova rivoluzione informatica basata su dispositivi portatili, app e servizi.

Proviamo però ad immaginare Ray ancora al comando, dopo essere riuscito a vincere perplessità e timori e a ristrutturare Microsoft, dandole nuovi traguardi, nuovi modelli di business e di sviluppo in anticipo o quasi sui competitor.

“Stiamo portando queste innovazioni sul mercato (Microsoft stava rilasciando nuove versioni di Visual Studio, SQL Server, la nuova XBOX 360 e si preparava al lancio di Vista e della nuova versione di Office) in un tempo di grande turbolenza e potenziali cambiamenti nell’industria”.

E se lo avessero ascoltato e seguito ?

Immaginate Skydrive prima di Dropbox, l’ottimo Outlook online durante il boom di Gmail integrando già calendari e contatti, qualche acquisizione importante tipo MySpace, l’integrazione del tutto in un portale come MSN, l’integrazione XBOX e Media Player…  A quel punto Microsoft, già strutturata e presente fortemente sulla rete con i propri servizi, con una visione già orientata ad erogare applicazioni in base alle necessità e un modello di vendita basato su sottoscrizioni e abbonamenti, come avrebbe affrontato la sfida del mobile ?

Ray non si limitava ad immaginare i vantaggi della svolta, ma anche le possibili ripercussioni in negativo in caso di rifiuto o adozione tardiva della nuova linea: “E’ chiaro che se falliremo nella risposta a questo cambiamento, il nostro business, per come lo conosciamo, è a rischio. Dobbiamo rispondere velocemente e decisamente.”

Nonostante il fallimento parziale dell’impresa quando nel 2010 se ne andò, lasciò un nuovo memorandum, dove oltre ad elencare alcuni dei cambiamenti e delle novità faticosamente realizzate (Azure, Office 365, una parziale conversione nel modello a servizi) regalò un’ultima visione sulla imprescindibilità di una nuova sterzata, per entrare da protagonisti nell’era post-PC: “chiudiamo gli occhi e facciamoci un quadro realistico di come un mondo post-PC potrebbe essere. Coloro che riusciranno ad immaginare un futuro che sia più luminoso del presente avranno l’opportunità di guidare il mercato”.

E infatti iPad domina.

Apple ha capito che i tempi stavano cambiando ed ha risposto con l’immediatezza suggerita da Ray, senza timore di lanciarsi in nuovi mercati, prima intercettando e poi guidando il cambiamento, interpretando le nuove esigenze e necessità dei clienti e in seguito creandone di nuove, scegliendo di seguire il proprio genio visionario e di non ripetere l’errore compiuto anni prima quando aveva deciso di cacciarlo.

Ray Ozzie: The Internet Services Disruption

Ray Ozzie: Dawn of a New Day

 

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