TIME parla di Tim Cook

Tim Cook si piazza al terzo posto nella speciale classifica del TIME dedicata alle persone più influenti e importanti dell’anno. Vince Obama, ma il CEO di Apple si piazza sul podio e, per l’occasione, la nota rivista americana ne traccia un profilo completo.

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Gran parte delle informazioni presenti nel profilo sono state già pubblicate in passato e sono conosciute dai più, ma il TIME offre comunque una buona panoramica di questo primo anno a capo di Apple. Cook viene descritto come un CEO dall’atteggiamento calmo, ma anche dal fervore intenso: in pochi attimi può surriscaldare l’atmosfera con i suoi modi forti e spingere gli altri a compiere le azioni per i quali sono pagati.

Come Steve Jobs, anche Cook non sopporta le persone poco intelligenti e sciocche e, in alcuni frangenti, sa usare una freddezza spietata, soprattutto quando urge trattare e risolvere questioni chiave.

Anche i problemi riscontrati da Apple in questo 2012, come ad esempio l’iniziale flop di Mappe, non lo hanno intaccato più di tanto: “Lavoro in Apple da 15 anni” dice “e conosco bene l’azienda. Non voglio apparire come quello che riesce a prevedere tutto. Anzi, tutto è imprevedibile, ma lo è sempre stato”. Chi lo conosce assicura che Cook non ha cambiato atteggiamento nel corso degli anni e, in alcuni casi, ricorda lo spirito di Apple: sa essere aperto e chiuso, lucido e facile da usare, ma anche sigillato quando è in contatto con determinate persone. In pratica con Cook sai che ci sono pagine e pagine di codice ad averlo formato, proprio sotto la sua superfice, ma non saprai mai cosa sta succedendo lì dentro.

Cook sta affrontando bene la sua esperienza da CEO di Apple, ma deve ancora far vedere come reagirà quando Apple presenterà il primo vero nuovo dispositivo da quando Steve Jobs è morto. In questo 2012, infatti, l’azienda ha presentato prodotti e dispositivi su cui lavorava da almeno 2 anni, tutti avallati e controllati almeno in parte da Steve Jobs. Il 2013 sarà il primo anno dei nuovi veri prodotti, per cui la curiosità è davvero tante. Una cosa è certa: Cook rivoluzionerà mercati nuovi (vedi quello delle TV) solo se sarà certo che Apple potrà distruggere lo status quo di quello stesso mercato.

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