Cook è stato l’AD più pagato del 2011 secondo il Wall Street Journal

530 milioni di dollari in azioni per il CEO di casa Apple che tuttavia non potrà beneficiarne completamente fino al 2021…

Le ultime settimane tra risultati fiscali, dati di vendita, statistiche di appagamento della clientela e tappeti rossi distesi per le “nuove tecnologie che verranno”, a Cupertino non si sarà fatto altro che festeggiare in quello che, guardando oltre i campus Apple, appare uno scenario sconfortante per le altre compagnie, un periodo di crisi profonda in cui, anomalia Apple a parte, anche il settore tecnologico ha iniziato a segnare preoccupati battute d’arresto, nonostante, ed è cronaca recente, si fosse ben disposti a spese folli per accaparrarsi l’ultimo oggetto del desiderio.

La morsa economica sembra non allentarsi e le politiche europee fare di tutto fuorché incentivare un minimo di ricrescita perché mancando tale volano le fabbriche chiudono, aumenta il tasso di disoccupazione, diminuisce il potere di acquisto delle famiglie e anziché concedersi vizi e stravizi (e qui la tecnologia ne è principe) si torna con i piedi per terra, sui beni di prima necessità. Il trend ha attecchito da tempo settori di riferimento dell’industria (vedi automobile) ma quello dell’alta tecnologia aveva dimostrato una resistenza sorprendente, un’illusione effimera che sprazzi di futuro potessero augurare futuri migliori ma stando agli ultimi dati di vendita, se non di arresto totale, almeno di brutale frenata dobbiamo parlare anche in questo ambito.

In questo scenario però, come proveniente da una dimensione aliena, si muove Apple, la creatura di Steve Jobs che ha addirittura annunciato un programma per la distribuzione dei dividendi e riacquisto di azioni spalmato nell’arco di 3 anni per un ammontare, stratosferico, 45 miliardi di dollari! Il successo è dovuto ai suoi iDevice, al suo ecosistema, così semplice ma efficiente, e probabilmente al nuovo corso avviato con l’investitura di Tim Cook, da molti considerato privo del carisma di Jobs, e concordiamo, ma sicuramente meno “cinico” e “spietato” del suo illustre predecessore. A tal proposito basta ricordare lo spinoso problema degli operai della Foxconn, snobbato da Jobs, ed invece preso a cuore da Cook che ha avuto conseguenze positive per l’immagine della compagnia.

Tutta questa devozione, ci chiediamo, ha un prezzo? Certo… e quanto? La cifra è notevole, per cui, ben saldi sulle sedie, e pronti a catapultarsi nel milione di azioni AAPL consegnate a Tim Cook lo scorso anno, pari a 378 milioni di dollari (circa 289 milioni di euro) che, tuttavia, con il boom registrato nel corso del 2012 al valore delle azioni Apple, se vendute, ora, frutterebbero al CEO ben 530 milioni di dollari(circa 413 milioni di euro) cifre che lo rendono, secondo il WSJ, l’Amministratore Delegato piu’ pagato dello scorso anno, davanti a personalità di spicco come Larry Ellison (Oracle) e e Leslie Moonves (CBS).

Cook, tuttavia, non può ritirarsi a vita privata, almeno per ora, in quanto per monetizzare le azioni sono stati posti alcuni vincoli che prevedono due tappe: la prima, nel 2016, con cui potrà vendere circa metà di quanto posseduto, e la restante, a partire dal 2012, per liberarsi di ogni azione posseduta.

 [ Fonte: MacityNet ]

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