Il direttore esecutivo del Luxembourg Trade and Investment Office racconta il motivo per cui Apple non sta commettendo alcun reato

Nel corso di Aprile vi avevamo raccontato dell’articolo pubblicato dal New York Times riguardante le strategie fiscali adottate da Apple per pagare meno tasse. Nei giorni successivi era stata pubblicata la risposta ufficiale dell’azienda, tuttavia recentemente il direttore esecutivo del Luxembourg Trade and Investment Office ha parlato in favore della realtà di Cupertino.

Georges Schmit, direttore esecutivo del Luxembourg Trade and Investment Office di San Francisco, ha inviato una lettera al Times in cui difende apertamente Apple sulle scelte fatte e sottolinea come effettivamente non stiano commettendo nulla di illegale. La lettera focalizza la propria attenzione su alcune affermazioni secondo le quali il Lussemburgo avrebbe promesso alla società di Cupertino (ed altre realtà) basse tasse se gli scambi fossero avvenuti all’interno del paese. Queste parole avrebbero lasciato immaginare che Apple stesse letteralmente eludendo miliardi di dollari di tasse.

Prima di proseguire, ricordiamo che il Lussemburgo è una nazione fondamentale per Apple in quanto ha localizzato la iTunes S.à.r.l., centro nevralgico delle operazioni ed acquisti sullo store online, dalla quale è possibile contattare e comunicare con gli utenti di tutto il mondo.

Secondo il direttore le operazioni effettuate in Lussemburgo dalla società Americana e da altre aziende “non sono state incentivate dallo stato ed il pagamento inferiore è dovuto ad una combinazione” dei seguenti fattori:

  • Normativa Europea applicabile alle transazioni transoceaniche tra imprese ed utenti.
  • Un ottimo funzionamento del mercato interno all’Unione Europea che permette di effettuare transazioni con gli altri 26 paesi membri senza dover pagare troppe tasse aggiuntive.
  • Il basso valore della tassa sul valore aggiunto (VAT), circa il 15/25% del valore totale, presente nei 27 paesi dell’UE. In questo modo iTunes S.à.r.l. guadagna circa 15 centesimi per ogni euro speso nei servizi di iTunes.

Il direttore conclude la propria lettera ricordando che sia il Lussemburgo che iTunes S.à.r.l. non sta commettendo alcun reato, stanno “semplicemente applicando” le imposizioni fiscali adottate “dall’ottimo mercato Europeo”.

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