Pare proprio che gli investitori siano preoccupati, già da qualche mese, dell’eccessiva sopravvalutazione delle azioni di Cupertino, e soprattutto della successione di Steve Jobs.
La capitalizzazione di Apple è in assoluto la più grande del mercato hi-tech, ben al di sopra di Microsoft anche nei profitti. Eppure per gli investitori non è sufficiente essere primi nelle vendite, avere margini di guadagno fenomenali, e avere un futuro assicurato nei prossimi anni.
Nel febbraio di quest’anno il valore delle azioni Apple era di 364.9 dollari, e da allora è cominciata una forte oscillazione tra rialzi e ribassi, fino alla odierna valutazione di 315 dollari. Una quota che ha messo in allarme gli analisti, reputando il calo complessivo del 15% proprio alla questione della successione di Steve Jobs.
Eppure ci sono anche esperti che ritengono conveniente investire proprio ora sulle azioni Apple, perché queste saliranno a 500 dollari nei prossimi anni, con un raddoppio (quasi) del valore e delle rendite relative. Staremo a vedere.
Per i freddi calcolatori di Wall Street, le condizioni di salute del CEO di Apple evidentemente non garantiscono i loro miliardi, soldi da investire in una azienda il cui futuro dipenderebbe troppo dal visionario Steve Jobs.
Al WWDC di questo mese Steve Jobs è apparso ancora più magro del solito, e con un tono un po’ troppo “spento”. Forse questi segnali vengono colti come negativi dagli avvoltoi di turno, già pronti col “coccodrillo” nel cassetto.
Considerazioni fatte e rifatte in questi anni (e smentite), da quando il CEO di Cupertino ha deciso di mettersi in malattia per curarsi, ma che ora diventano più tangibili col passare del tempo, e col diminuire delle azioni di Apple, nonostante lo strabiliante successo trasversale di ogni suo prodotto.
Henry Blodget, di Business Insider, scrive: “In un certo senso, la Apple si trova in una situazione simile a un pensionamento imminente del CEO, ma senza un successore ancora nominato, e senza sapere minimamente chi mettere al suo posto. In una situazione del genere un’azienda è paralizzata, i responsabili si concentrano sul proprio futuro, tralasciando gli aspetti commerciali del business. L’azienda è come in una fase di Purgatorio perpetuo.”
Ovviamente per Apple sostituire Jobs con un altrettanto valido e geniale sognatore è un’impresa quasi impossibile, per chiunque. Del resto come si poteva sostituire Leonardo o Mozart?
Eppoi lo sappiamo benissimo tutti, il Paradiso può attendere !!!
Fonte: Business Insider