Perché Apple ha deciso di servirci file audio di alta qualità?

La scelta del nuovo servizio iTunes Match sarebbe banalmente quella di un ulteriore metodo per fare soldi. Ne sono convinti più che mai gli analisti americani, perché ritengono che l’alta fedeltà della qualità musicale non sia stata mai così importante per le orecchie normali di quasi tutte le persone. Altrimenti i CD e gli MP3 non avrebbero mai avuto il successo di questi anni. Però la scelta di Apple potrebbe cambiare le nostre abitudini, obbligandoci improvvisamente ad un raddoppio della memoria dei nostri “walkman digitali”.

Del resto ogni volta che acquistiamo un nuovo prodotto Apple, dobbiamo scegliere proprio la memoria del dispositivo. Una scelta che fa variare di molte centinaia di euro il prezzo. Ed è la libreria musicale ad occupare la maggior parte dello spazio dei nostri apparecchi della Mela.

Con l’introduzione del formato audio di qualità migliore, iTunes Match raddoppierà l’ingombro della nostra musica in un colpo solo. E’ di conseguenza molti di noi si ritroveranno la memoria dei dispositivi quasi piena, con la conseguente necessità di un rinnovo apparati.

Un modo di fare altri soldi, appunto !

Apple è così simpatica e gentile che ci converte automaticamente i nostri file musicali di scarsa qualità, verso il formato a 256 kilobyte. iTunes Match farà poi tutto da solo, e sincronizzerà in un attimo ogni nostra libreria. Con un archivio di oltre 18 milioni di canzoni su iTunes, quasi sicuramente tutta la nostra libreria potrà essere caricata nella nostra nuvola personale dei sogni, convertita e quindi riversata sui dispositivi. Ad un prezzo oltretutto interessante, ovvero di 24.99 dollari (quindi euro) all’anno per un archivio di 20.000 canzoni.

Il nostro iPhone  si troverà dimezzato lo spazio libero al primo aggiornamento, così come l’iPod e l’iPad. Dovremo quindi scegliere ancora una volta il prossimo dispositivo con la memoria più capiente di quello attuale. Non scordiamoci infatti che Apple rimane un produttore hardware. E convincere la sua clientela di milioni di utenti della necessità di adottare musica ad una qualità che le nostre orecchie non potranno mai apprezzare come quelle di Riccardo Muti, permetterà di vendere nuovo hardware. Nonostante questi effetti collaterali, molti utenti saranno comunque interessati alla conversione delle proprie canzoni al formato migliore.

Una memoria flash di 16 gigabytes costa online 25 dollari, significa che un gigante come Apple può ordinarne milioni ad un prezzo molto più basso. Diventa così molto evidente il potenziale guadagno del progetto-missione di iTunes Match.

Con le decine di milioni di apparecchi venduti, ci si rende conto come ogni utente scegliendo un rinnovo del proprio dispositivo con una memoria appena successiva a quella attuale, farebbe guadagnare 100 dollari a Cupertino per ogni vendita, ovvero miliardi di dollari di utile all’anno.

Alla richiesta dei giornalisti del New York Times di un commento in proposito, Apple ha ovviamente taciuto.

Quando si arriva al dunque, anche una società come la Apple punta a vendere nuovo hardware, facendo diventare il parco macchine attuale troppo vecchio per i nuovi bisogni.

Naturalmente la maggior parte dei dispositivi non possiede una libreria musicale così ampia da saturare l’intera memoria a disposizione, ma crea sicuramente la percezione che lo spazio a disposizione per l’archiviazione sia diventato improvvisamente troppo poco per le nostre esigenze. Saremo tutti convinti di avere bisogno di più memoria col prossimo apparecchio. E questo sembra essere proprio quello che deve accadere.

Personalmente, questa volta, il “One more thing” mi ha un po’ deluso.

 

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