E’ proprio così, il quartetto che sta caratterizzando questa epoca di cambiamenti è formato dalle aziende che messe insieme valgono quasi mezzo triliardo di dollari. Non è tanto il valore in dollari a determinare la posizione, ma piuttosto quanto queste quattro aziende riescano da sole ad influenzare l’intera Società con le proprie scelte.
Ad affermarlo è Eric Schmidt, ex CEO di Google, ora chairman del colosso di Mountain View. Non solo la “banda dei 4” cresce ad un ritmo indiavolato, ma diffonde il proprio credo e pensiero nella Società intera, sostituendo di fatto la Microsoft, che per tanti anni ha occupato quella posizione. Di fatti è proprio Redmond il grande attore assente anche se, osserva Schmidt, è sempre in grado di fare impresa a grandissimi livelli.
Ogni epoca storica è caratterizzata infatti da uomini o aziende che riescono a rivoluzionare l’intero sistema. Gli anni ’90 sono stati cavalcati da una scatenata Microsoft, da Intel, Cisco e Dell. Ma i tempi cambiano e incredibilmente chi era al vertice allora si ritrova oggi scavalcato, se non addirittura in pesante crisi.
Ognuno dei quattro membri odierni della banda ha costruito il proprio potere su un campo specifico: Amazon nel commercio, Apple nei dispositivi hardware, Google nel motore di ricerca e Facebook nella comunicazione sociale.
Schmidt quasi si “commuove” all’idea di aver perso l’occasione di capire il fenomeno sociale di comunicazione che invece Facebook ha saputo raccogliere meglio di chiunque altro. Forse Google aveva nei programmi futuri un progetto simile a quello di Zuckerberg, ma non sono stati bravi e veloci a sufficienza. Insomma Google ci stava pensando davvero, ma ha sbagliato i tempi, ed ormai è impossibile recuperare su Facebook.
Schmidt vuole che Google rimanga concentrata sui propri prodotti di eccellenza, e che il lavoro futuro sia nel miglioramento continuo degli stessi. E’ inutile perdere tempo a inseguire concorrenti come Facebook (anche se la tentazione è fortissima), quando il rischio può essere quello di essere sostituiti a propria volta da una futura new entry, matricola dell’ultimo momento.
Insomma i Fab Four del 2010 non hanno il fascino dei “magnifici quattro” degli anni ’60, ma di sicuro stanno influenzando con la stessa capacità la vita quotidiana di tutti noi che, volenti o nolenti, dobbiamo “ascoltare” le canzoni del nuovo millennio, nella forma e nei modi decisi sempre da una “gang di 4 persone”.
Ma il numero perfetto non era il 3 ?