IBM supera Microsoft in capitalizzazione

Per la prima volta dall’aprile del 1996, International Business Machines (IBM) ha sorpassato Redmond, con un capitale di 204.1 miliardi di dollari contro i 204.07 di Microsoft (Ag. APCOM).

IBM è stata in assoluto per decenni l’azienda leader mondiale nel campo dell’informatica. I computer venivano costruiti secondo gli standard decisi ad Armonk, ed ogni computer era progettato come PC IBM compatibile, classificazione in auge fino pochissimi anni fa. Ogni computer era costruito infatti ad immagine e somiglianza di un IBM.

Lavorare per un’azienda come IBM era sinonimo di un lavoro di massima qualità e livello. E un’azienda così importante scelse per la propria sede principale in Europa, quello che allora era il Paese europeo più dinamico, giovane e ricco di opportunità: l’Italia ! Sì, proprio così il nostro Paese. Ahimè quel Paese non esiste più da molti anni, a differenza della vecchia ma sempre forte e presente IBM (che tra le altre cose sta pensando di sloggiare altrove).

IBM è famosa per aver commesso uno dei più grandi errori della storia moderna, e cioè non aver creduto che il software fosse importante almeno quanto l’hardware. Su questa grave valutazione, negli anni ’80 il managment di IBM decise di cedere la produzione dei sistemi operativi ad una micro azienda di Redmond, guidata da un giovanissimo sconosciuto di nome William Henry Gates III, Bill per gli amici.

Alla Microsoft fu appaltato il famoso MS-DOS, senza pretenderne il brevetto, lasciando così di fatto i diritti intellettuali alla piccola software house californiana: fu un suicidio per IBM e il lancio direttamente in orbita per Microsoft.

Passeranno da quella scelta quasi 30 anni per arrivare alla rivincita di oggi.

La brillante guida del giovane fuori classe della Microsoft riuscì a dimostrare che il software era addirittura più importante dell’hardware, e alla fine del 1999 il valore di mercato di quella micro azienda partita da un garage era diventato di ben tre volte superiore di quella che era stata la padrona incontrastata dei computer per decenni interi.

Così mentre Microsoft cresceva ad un ritmo veloce come la luce, ed ogni computer del mondo era arrivato ad installare un sistema Windows (il 98%), il colosso IBM cominciava ad entrare in una crisi strutturale.

In tutti gli anni ’90 e primi 2000, IBM è stata considerata vecchia e immobile, incapace di qualsiasi adattamento ai nuovi tempi e ritmi imposti dalla rivoluzione tecnologica del nuovo millennio.

Ma con lo scoppio della “bolla informatica della new economy” nei primi anni 2000, IBM e Microsoft hanno iniziato lentamente a invertire i ruoli.

Microsoft non era più capace di svincolarsi dal successo schiacciante di Windows e di Office, e gli investitori hanno preferito scommettere sui più giovani Google e Facebook.

Nel mentre IBM attuava una silente riorganizzazione, addiruttra consustanziale: software aziendali e server erano diventati i nuovi prodotti di successo. E con lucida previsione hanno rifilato il ramo portatili ai cinesi della Lenovo, piazzandolo a prezzo intero, quando proprio da quest’anno è divenuto chiaro che il futuro dei computer è in forte discesa.

Investendo 100 mila dollari nel 2000 su IBM, oggi si raccoglierebbe un guadagno del 43%, contro una perdita invece del 31% con Microsoft.

Saranno i cicli economici, saranno i tempi che cambiano, sarà il “bello del gioco”: le certezze di un tempo non esistono più !

Panta rei, diceva un tale di nome Eraclito. Eppure il fiume non è riuscito a spazzare via la IBM, che torna oggi forte come un tempo, e con l’ardore della gioventù.

 

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