Nella primavera di 35 anni fa maturava, nella Silicon Valley, uno dei più bei frutti dell’informatica moderna, la “prima mela” o Apple-1. Per celebrare questo anniversario, BasicNet e il Politecnico di Torino martedì 10 maggio hanno deciso di riaccenderlo. Un evento straordinario al quale lo staff di SlideToMac ha avuto il piacere e l’onore di prendere parte e di cui forniamo di seguito un resoconto.
Il “Santo Graal” dell’informatica moderna è una specie di chimera, difficile da rintracciare e ancor più da possedere. Nel 1976 ne furono prodotti solo 200 esemplari (di cui 150 furono ritirati) e oggi sono rintracciabili solo poche unità nell’intero pianeta. Questa è la prima volta che si tenta di riaccenderlo dopo trentacinque anni dalla sua invenzione.
Massimo Temporelli, curatore della BasicNet Gallery, ci presenta quindi i protagonisti di questa mattinata che si preannuncia essere ricca di sorprese.
Sul palco dell’Aula Magna del Politecnico di Torino: Marco Boglione, imprenditore e presidente di BasicNet; Francesco Profumo, Magnifico Rettore; il Professor Raffaele Meo, docente di Informatica; il Professor Mario Ricciardi, docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi ed il Professor Vittorio Marchis, docente di Storia della Tecnologia.
A turno ciascuno di essi interviene lungo l’arco della presentazione che anticiperà il “risveglio” della macchina che ha fatto la storia dell’informatica personal.
L’entusiasmo dei partecipanti è palpabile!
Tra poche ore si verificherà sotto i nostri sguardi attenti l’atteso evento.
Le parole che più frequentemente sentiamo pronunciare e su cui legittimamente pone l’accento Ricciardi, sono “rivoluzione” e “valore simbolico”. Non è certo evidentemente un caso!
L’Apple-1 è il primo computer della storia pensato per essere collegato a un monitor e a una tastiera e questo si, è un cambio di prospettiva rivoluzionario che permetterà infatti all’utente di interfacciarsi per la prima volta alla macchina in modo più veloce ed amichevole. Il valore simbolico che gli attribuiamo, invece, è ciò che lo rende presente e che fa scaturire in ciascun appassionato una forte partecipazione emotiva.
Un telo blu nasconde la macchina: una semplice scheda madre su cui sono cablati il microprocessore (MOS 6502), la memoria RAM da 4KB, la ROM e pochi altri componenti.
Ecco quindi arrivato il momento per i tre ingegneri, Claudio Parmigiani, Gabriele Selerie Gianfrando Albis, incaricati di compiere il “piccolo miracolo”, di stupirci.
Prima di collegare tastiera di un Apple 2 e monitor si è provveduto a verificare la presenza dei segnali chiave tramite l’oscilloscopio, previa l’opportuna calibrazione delle sonde.
Qualche momento di attesa e luce fu: onda del clock in funzione, poi su monitor NTSC la prima schermata piena di caratteri ASCII!
La dimostrazione si conclude con l’inserimento di un programma BASIC e sullo schermo compare quindi la scritta: “Hello Polito”.
Cosa ci resta da fare se non applaudire entusiasti?
La macchina era stata riaccesa per la prima volta il 18 marzo scorso nel laboratorio del Politecnico di Torino, pubblichiamo di seguito i video che hanno immortalato l’evento.
Nei prossimi giorni, non appena condivisibile, non mancheremo di farvi pervenire ulteriore materiale. Prima di allora, buona visione!