Google mette in mostra la sicurezza dei propri centri dati

Con un video ufficiale, Mountain View ci racconta delle sue procedure regolari di sicurezza,  manutenzione e distruzione di vecchi archivi. Dopo le polemiche sui dati registrati all’insaputa degli utenti anche nei telefoni Android, Google vuole mostrare come le operazioni adottate da sempre siano completamente trasparenti, sicure  e garanti della privacy degli utenti.

Con il video Google vuole dimostrare quali sono le reali misure di sicurezza sulle quali l’azienda investe molte risorse.

Lo stesso ingresso in una delle “basi di Google” è regolamentato come quello di una caserma militare, con apposito reparto addetto al controllo e alla sicurezza, operativo 365 giorni all’anno. Nel video le auto sono controllate stile “checkpoint”, i badge sono quasi impossibili da falsificare e l’accesso alle aree più delicate avviene con autenticazione dell’iride. Vietatissime le visite pubbliche, anche quelle private.

Le procedure arrivano fino a distrugge a piccoli brandelli i vecchi hard disk dei server, per evitare che dati sensibili possano finire nelle mani sbagliate. Sono operazioni di routine, che si sommano a quelle di verifica giornaliera di tutti gli impianti hardware delle molte sale server distribuite per il mondo, fino alla sostituzione continua di apparecchi che si guastano con l’usura, come appunto gli hard disk sui quali sono immagazzinati molti” dati utente”. La catena di distruzione si completa con la raccolta negli appositi contenitori di riciclaggio.

La cura dei particolari sembra davvero minuziosa, per esempio un hard disk non viene distrutto manualmente, ma addirittura con una specifica pressa che lo buca e lo passa successivamente a una sorta di frantoio tritatutto. Viene dimostrato così che si tratta di una procedura sicura al 100%, vista l’impossibilità di un qualsiasi recupero dati.

Google è stata la settimana scorsa, insieme ad Apple, sotto il fuoco incrociato di varie autorità per come raccoglie dati privati, comprese le registrazioni di ricerche e dati relativi all’ubicazione dei telefoni Android. Il video vuole dimostrare così che Google non potrebbe mai perdere dati privati e tanto meno ha intenzione di conservarli.

Le operazioni mostrate nel video sono quindi la prassi in ognuno dei 30 centri dati che il colosso di Mountain View dispone nel mondo. Google ha precisato anche di eseguire ulteriori misure di salvaguardia degli utenti, che non possono però essere rese pubbliche.

Ogni data center raccoglie “migliaia e migliaia di dati” di risultati di ricerche, transazioni e-commerce, e servizi di Google Apps. Ogni server è su misura dei bisogni di Google con sistemi a base Linux, che riducono ulteriormente i rischi di vulnerabilità più classici.

Google ha detto che tutti i dati dei clienti vengono memorizzati in più sedi per
assicurarne la ridondanza, e sono salvati con file nominati casualmente e illeggibili ad occhio umano.

I backup invece sono memorizzati su unità a nastro e sono necessari per non perdere i dati dei clienti, come successo un paio di mesi fa per alcune migliaia di account.

Ogni sala server dispone di connessioni multiple con fibre ottiche e generatori di corrente per emergenze al fine di garantire il migliore servizio.

Più professionali di così…

 

Fonte: Network World

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